È allestita al MANN di Napoli la mostra “Orogenesi/Orogenesis” di Juliana Cerqueira Leite, giovane artista classe 1981, nata in Brasile che vive e lavora a Brooklyn-New York e che, per la prima volta, espone i propri lavori in un museo europeo. Culmine di una ricerca durata due anni, il percorso è composto da sculture e fotografie. Cerqueira Leite, nel suo complesso iter creativo, re-immagina il corpo umano attraverso atti di trasformazione, creando una sottile coreografia che enfatizza, tramite movimenti e gesti, la forza del corpo stesso e la reazione dei materiali su cui esso agisce.

Punto di partenza di “Orogenesi” sono i calchi ritrovati a Pompei nel XIX secolo e che rappresentano la contrazione dei corpi esposti alla violenza dell’eruzione e bloccati in quella che è assimilabile, dal punto di vista scientifico, alla ‘posizione da pugile’.
Nella postura delle vittime della tragedia di Pompei, si ritrovano due simmetrie con la cultura contemporanea. Innanzitutto, l’artista si ricollega alla ‘contrazione’, un passo della tecnica di danza moderna ideata da Martha Graham; ancora, le sculture ed il lavoro fotografico di “Orogenesi” connettono questi riferimenti figurativi alla posizione standard del corpo in assenza di gravità descritta dalla NASA; la posa di un individuo in condizioni antigravitazionali, infatti, appare identica sia a quella dei calchi di Pompei, sia alla ‘contrazione’ della danza moderna.
I lavori inclusi in mostra analizzano il rapporto con il passato (percepito al contempo come antico e recente), intrecciando dimensioni temporali diverse.

Così, le opere suggeriscono le differenti linee creative che hanno guidato l’artista: Leite ha collaborato con Steven Dubowsky, Professore del MIT, per sviluppare, ad esempio, una scultura cinetica che punta costantemente nella direzione lungo la quale la terra sta viaggiando, evidenziando, così, il nostro moto involontario e costante nello spazio.
Ancora, l’opera Species-Specific nasce da un interessante esperimento artistico: la ballerina Meredith Glisson ha inscenato una serie di ‘fight or flight responses’, reazioni acute da stress, mentre veniva ripresa in uno studio di motion capture, generando una serie di dati poi utilizzati per una scultura in stampa 3D; per progettare la sua scultura Anthropometry, invece, Leite ha fatto riferimento agli studi antropometrici della NASA, dimostrando ciò che un astronauta riesce ad afferrare, allungando il braccio e rimanendo saldamente legato alla sedia dello Space Shuttle.
La mostra conferma le interazioni fra arte performativa, storia e scienza, includendo, nell’allestimento, una raccolta di fotografie tratte dagli archivi del Parco Archeologico di Pompei, della NASA e della Martha Graham Dance Company.
L’esposizione è a cura di Nadim Samman e Michele Iodice. La produzione delle opere in mostra è stata resa possibile dal Pollock-Krasner Foundation Grant. L’esposizione è stata realizzata in collaborazione con ALMA ZEVI (Venezia, Italia) e con il Juliana Cerqueira Leite Exhibition Circle.
Il catalogo contiene saggi di Mario Codognato, Dehlia Hannah e Nadim Samman.

 C.S.M.
Fonte:

Ufficio stampa MANN in collaborazione con Federica Cavezzuti (Alma Zevi)

Contributi fotografici Edouard Fraipont e tratti dal sito di Juliana Cerqueira Leite

OROGENESI/OROGENESIS
17 luglio – 22 settembre 2019

MANN
Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Piazza Museo 19
tel. +39 081 4422 149

www.museoarcheologiconapoli.it