Wendingen (Rivolgimenti), l’iconica rivista di arte e architettura uscita ad Amsterdam dal 1918 fino al 1931, è il fulcro della mostra autunnale al Labirinto della Masone, che apre al pubblico sabato 26 ottobre.
Già da tempo cara a Franco Maria Ricci, che nel 1986 le aveva dedicato l’omonima monografia pubblicata all’interno della collana “Quadreria”, la rivista, come scrive l’architetto Paolo Portoghesi nel volume dell’86, «incarna gli ideali di una bellezza basata su un nuovo equilibrio tra pensiero e senso e per un simile programma la qualità estetica della rivista appare una necessità, un banco di prova».
Il percorso, mediante l’esposizione di tutte le 116 copertine di Wendingen, fotografa un momento storico fondamentale di passaggio in Europa e un ambiente dove la complessa tradizione Jugend si confronta e si scontra con il primo Bauhaus di Weimar e il De Stijl.
La sfilata delle copertine della rivista, quadrate e coloratissime, sprigiona tutta la carica innovativa che ebbe negli anni della sua diffusione, un importante periodo di transizione per l’arte e la grafica europea.
La mostra coglie le tensioni degli artisti e degli architetti che operavano intorno a Wendingen, sospese tra la visione totale dell’architettura, dell’arredo, dell’ambito di Joseph Hoffmann a Palazzo Stoclet e la tradizione di Hendrick Petrus Berlage. Altri accenti vengono posti anche sulla ricerca portata avanti da Wendingen e mirata al recupero delle tradizioni locali e sulla sua innovativa indagine grafica, dai caratteri alla costruzione delle pagine, fino alle copertine che danno spazio alle ricerche di artisti emergenti, sempre a cavallo tra Jugendstil e astrazione.
Tutte le copertine – escluse quelle di El Lissitzky e Toorop che segnano un evidente contrappunto – inventano una dimensione nuova propria dell’immagine Jugend: la rendono geometrica, astratta, rigorosamente proporzionata, con scelte che spaziano da Klimt alle costruzioni giovanili attorno a Chicago di Frank Lloyd Wright.
La mostra espone inoltre alcuni riferimenti italiani rappresentativi di quel percorso, come i disegni preparatori per gli affreschi della Sala del Consiglio della Cassa di Risparmio di Parma (1915-1916) ad opera di Amedeo Bocchi – ora alla Fondazione MonteParma – che incarnano la vicinanza alla riflessione Jugend e a Klimt, ed esplora altri aspetti in cui l’influenza di Wendingen è stata cruciale, dalla grafica, all’editoria, al design. E, ancora, immagini relative alla ricerca di Galileo Chini fra tempo Jugend ed evocazione dell’architettura assira e babilonese mediata dal mondo siamese, per esempio alle terme Berzieri a Salsomaggiore.
Mediante il confronto con riviste di settore degli anni Trenta, quali Casabella e Campo Grafico emerge l’influenza della pubblicazione olandese nelle copertine, negli schemi, nelle strutture delle pagine.
Quella dedicata a Wendingen è dunque una mostra sospesa fra esperienze architettoniche, grafiche e pittoriche contrastanti, ricca di stimoli e di riflessioni su quel complesso periodo di cui legge le tracce cercando anche di stabilire con l’Italia nessi, riflessi e rapporti.
La mostra, a cura di Gloria Bianchino, è accompagnata da un agile catalogo con un saggio della curatrice e una attenta selezione di immagini di copertine e altre prove artistiche. È anche reperibile presso il Labirinto della Masone lo storico volume che Franco Maria Ricci dedicò a Wendingen nel 1986, con i contributi di Paolo Portoghesi, Giovanni Fanelli e Ezio Godoli.
C.S.
Fonte: Mavico
WENDINGEN 1918-1931
“Rivolgimenti” sospesi tra Jugendstil e astrazione
26 ottobre 2019 – 15 marzo 2020
Labirinto della Masone
Strada Masone 121, Fontanellato (PR)
Telefono: 0521827081-
Mail: labirinto@francomariaricci.com