La personale “Olivo Barbieri. Mountains and Parks” è dedicata a uno dei maggiori fotografi contemporanei che viene inaugurata al Centro Saint-Bénin di Aosta.
Sono oltre 50 i lavori esposti in un percorso ventennale che comprende, tra le altre, una serie di grandi immagini fotografiche inedite sulle montagne della Valle d’Aosta realizzate per l’occasione.

Per la prima volta, poi, viene presentata la produzione scultorea dell’artista attraverso tre imponenti lavori plastici che occupano l’ala centrale del Centro Saint-Bénin. Le opere in mostra ripercorrono la ricerca compiuta da Barbieri dal 2002 al 2019 sottolineando l’attenzione verso le tematiche connesse con il paesaggio e l’ambiente. Non manca un ciclo d’immagini dedicato alla storia dell’arte antica e moderna e la proiezione di un video del 2006 realizzato in Cina.
Progetto ideato per il Centro Saint-Bénin di Aosta, Mountains and Parks propone l’indagine di Olivo Barbieri (Carpi – Modena 1954) sui parchi naturali, siano essi le Alpi (già nel 2012 la Valle d’Aosta era stata oggetto di una specifica indagine), le Dolomiti, Capri rivisitata con i colori della memoria o le cascate più importanti del pianeta che, come afferma l’artista, «sopravvivono intatte ad uso del turismo o come luoghi fisici museali dove ammirare come potrebbe essere una natura incontaminata».
Si tratta di una rassegna spettacolare quanto problematica che affronta questioni di fondamentale importanza come l’esigenza di un rinnovato equilibrio naturale associato al turismo di massa che, se da un lato “consuma” i luoghi, dall’altra ne garantisce la sopravvivenza.

Le sue immagini viste dall’alto, riprese con la tecnica della messa a fuoco selettiva che evidenzia solo alcuni elementi lasciando volontariamente sfocato il resto della scena, hanno inaugurato un nuovo modo di percepire il paesaggio che, grazie all’introduzione consapevole di alcuni “errori” fotografici, ci appare in modo inedito, più simile a un modellino in scala (non manca nemmeno l’uso della pittura digitale) che a un contesto reale.

E sebbene nulla di ciò che vediamo appaia contraffatto, l’indagine di Barbieri decreta l’ambiguità di ogni rappresentazione. Sono immagini che non nascono dalla volontà di ottenere effetti speciali (la forma dei soggetti rappresentati non è alterata), ma dalla curiosità di verificare il comportamento del mezzo fotografico in condizioni non-idonee; è un approccio che rivela l’interesse per il mondo, ma anche per gli strumenti ottici attraverso cui possiamo leggerlo: «Ciò che mi ha sempre coinvolto nella fotografia è il rapporto di scarto tra la visione dell’occhio e le abilità del mezzo» precisa Olivo Barbieri.

Insieme ai parchi dei ghiacci e dell’acqua, il suo sguardo si estende ai Landfills, le quattro grandi discariche abitate da migliaia di persone e animali del Sud Est asiatico in Thailandia, Indonesia e Malesia. Sono i parchi tematici in negativo, la coscienza sporca dell’Occidente dove si gioca l’equilibrio del pianeta.

Il paesaggio si estende anche all’universo della storia dell’arte dove la messa a fuoco selettiva modifica la percezione di opere ormai metabolizzate con un atteggiamento ironico e dissacrante. E se nel Paradiso Terreste di Nicolas Poussin sembra di vedere il Creatore che si allontana appoggiato a un drone di controllo, il mito di Mark Rothko appare connesso con i simboli del fast food americano, gli hamburger. Il dialogo con i maestri del passato coinvolge anche Paolo Uccello, Caravaggio e Canaletto. Quest’ultimo, attraverso l’uso della camera ottica, sembra anticipare gli esiti della fotografia contemporanea.
Per la prima volta, poi, viene presentata la produzione plastica di Barbieri e vengono esposte tre grandi sculture in legno realizzate per l’occasione che fanno riferimento alla mappatura simbolica dei codici Hobo, ai vagabondi americani e ai Rom. Ne emerge una geografia errante che crea un paesaggio segreto, accessibile solo ai membri della tribù. A completamento della rassegna, viene proiettato il video Seascape #1 Night, China Shenzhen 05 del 2006 che fa parte di un progetto artistico in divenire. In questo caso tutto parte da Shenzhen, in Cina, una delle nuove aree economiche vicino ad Hong Kong dove un’intera generazione di cinesi sta per concedersi, per la prima volta da cinquant’anni, un divertimento di massa: fare il bagno in mare al chiaro di luna.

Nell’epoca del digitale e dei social, dunque, Mountains and Parks si configura come un’occasione particolarmente stimolante per verificare la nostra relazione con la realtà colta nelle sue differenti e contraddittorie sfaccettature, tra ironia e dramma sociale.

Il catalogo della mostra, in italiano e francese, con la pubblicazione di tutte le opere esposte, è edito da Magonza. Insieme ai saggi di Alberto Fiz e di Daria Jorioz, contiene un intervento inedito dello scrittore Paolo Cognetti e un testo sull’estetica della montagna dell’alpinista Giovanni Battista Rossi. Non manca, poi, un’intervista con Olivo Barbieri presente nel volume anche con una sua testimonianza.
Alcune sue immagini sono presenti nella collezione privata di Elton John.
L’esposizione, curata da Alberto Fiz, è organizzata dalla struttura Attività espositive dell’Assessorato del Turismo, Sport, Commercio, Agricoltura e Beni culturali della Regione autonoma Valle d’Aosta.

C.S.
Fonte: Studio Esseci

OLIVO BARBIERI. Mountains and Parks
16 novembre 2019 – 19 aprile 2020

Aosta, Centro Saint-Bénin

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