Un inno ai poeti e alla poesia stessa, in un clima amichevole, colloquiale, che ha permesso di conoscere l’uomo prima ancora dell’artista e l’interprete prima ancora degli autori interpretati. Anche se l’attore in scena deve saper creare una magia, sono gli scrittori prima di lui ad avere generato il vero incantesimo, ha puntualizzato con rispetto Giancarlo Giannini alla serata inaugurale della XII edizione della rassegna Idem, dedicata a “L’espressione poetica”.

Il titolo dell’incontro “Della stessa sostanza dei sogni” recava un evidente richiamo a Shakespeare e l’excursus è iniziato proprio dal Bardo, assieme a Omero e a Dante. Le opere di Omero furono tramandate oralmente, tanto da spingere alcuni studiosi a mettere in dubbio la sua esistenza. Anche Shakespeare, taluni affermano non sia mai esistito. Invece di Dante, il padre della lingua italiana, non resta né un frammento autografo né una firma. Un alone di mistero avvolge quindi i tre più grandi poeti della storia, ma che importa? Cosa cambia se l’Odissea l’abbia scritta Omero oppure Giuseppe? Abbiamo una materia meravigliosa, ha concluso Giannini ponendosi un’altra domanda: se la Divina Commedia fosse stata meno bella, il mondo che vi è immaginato sarebbe stato preso in eguale considerazione? È la bellezza della parola, a fare la differenza.

L’attore spezzino, che ha lavorato con mostri sacri in Italia – Visconti, Zeffirelli, Scola, Monicelli, Avati, Risi… – e all’estero – Francis Ford Coppola, Ridley Scott – che è stato insignito di cinque David di Donatello e altrettanti Nastri d’Argento, di un premio a Cannes e di una nomination all’Oscar, era claudicante per una recente caduta in palcoscenico sulla quale ha più volte ironizzato. Durante due ore di generoso happening, di versi rigorosamente letti perché così devono essere, non recitati, Giannini ha spaziato tra le epoche letterarie, trasportato dalla potenza della parola dalla quale tutto è nato, dalla dialettica alla retorica alle forme di pensiero. Un excursus che ha dovuto fare i conti con il guazzabuglio simpaticamente caotico di fogli affannosamente ricercati in un corposo faldone di appunti: «scusatemi, nella caduta ho battuto anche la testa» si è giustificato ridendo. E tra voli più o meno pindarici attraverso l’universo poetico, non sono mancate le scherzose bacchettate agli insegnanti di scuola, che con i loro piatti toni di voce uccidono la povera “A Silvia” prima ancora di arrivare alla seconda riga.

Infine, sollecitato con estremo garbo da Alessandra Zecchini, l’attore ha reso omaggio a Lina Wertmüller, recentemente insignita di un Oscar alla carriera. Diretto da lei, Giannini, fu protagonista di film entrati nella storia del cinema, ricordati schernendosi per il forte ego giustificato dal mestiere.

Su tutto, ha prevalso l’amore per la poesia, la cui armonia porta a capire l’armonia che c’è nella vita.

Maria Luisa Abate for DeArtes

Visto al Teatro Filarmonico di Verona – Rassegna Idem, il 4 novembre 2019
Contributi fotografici: MiLùMediA for DeArtes