Una onorificenza di assoluto prestigio, che premia eccellenze di varie discipline, dalla politica alle scienze, dalle religioni alle lettere. Il Sigillum Magnum dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna è stato conferito a Marcelo Nuno Duarte Rebelo de Sousa, Presidente della Repubblica Portoghese, nel corso di una cerimonia affollata e resa solenne dall’intervento del Coro del Collegium Musicum universitario.
Hanno partecipato autorità militari e civili tra cui il sindaco Virginio Merola, il presidente della Regione Emila-Romagna Stefano Bonaccini, il prefetto Patrizia Impresa e l’ex premier ed ex docente Unibo Romano Prodi. Presenza discreta, il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella che ha assistito seduto in prima fila. Al termine della cerimonia, il Presidente Italiano si è recato per il commiato ufficiale nella Caserma Manara, sede del Comando Regionale dei Carabinieri.
Il Sigillum Magnum «non è solo una eccellenza accademica, ma il suggello di una lunga tradizione di rapporti che l’ateneo bolognese trattiene con il Portogallo» ha esordito il Rettore Francesco Ubertini specificando che si tratta di un «legame affettivo intenso e radicato», generato dalla doppia direzionalità tra le università e dall’intermediazione, iniziata fin dai tempi medievali, caratterizzata da un forte interscambio di merci, di arti e di conoscenze, con studenti qui giunti dagli esordi, come attestano le tracce nelle decorazioni dell’Archiginnasio, fino agli ultimi decenni grazie ad Erasmus. Legami culminati nel 1989, in occasione del nono centenario dell’ateneo, con la visita dell’allora Presidente Portoghese Mário Soares. L’Alma Mater, istituzione antica capace di incessante trasformazione, rinnova i valori della cittadinanza e della convivenza civile per la comunità contemporanea, promuove forme di coesione sociale, si adopera per dare ai giovani universitari «un futuro del continente all’altezza delle loro aspettative e speranze».
Il Sigillum è andato all’impegno che de Sousa ha profuso per la crescita della forza democratica nel suo Paese, alla sua capacità di immaginare e disegnare un nuovo domani affiancata alla «sistematica fiducia nel destino dell’Europa e dell’architettura dell’istituzione europea». Tratti comuni di una medesima idea di cittadinanza, di uno stesso orizzonte anche quando questo sembri lontano e irraggiungibile. Il Presidente portoghese vanta una carriera di alto prestigio a livello internazionale: eminente accademico e giurista, giornalista divulgatore e comunicatore, ha unito l’esperienza amministrativa a quella politica che in lui, dal 2016, si è sposata alla responsabilità di Stato, carica svolta con apertura verso le persone, rinnovando in profondità le norme e i codici delle relazioni. Una pluralità di mondi e di idee che incarna il detto, citato dal professore di letteratura portoghese Roberto Vecchi, che un portoghese non è mai una cosa sola ma molte insieme «non per trasformismo ma per spirito di trasformazione». Assieme a lui l’ateneo ha inteso premiare un Paese che negli ultimi anni ha avuto una crescita economica e sociale rilevante, conquistandosi una collocazione di rilievo in Europa. Il Sigillum, ha proseguito il Rettore, «è la soglia di un dialogo», tra università portoghesi e italiane, «che si intende mantenere nella consapevolezza che ciò possa rendere il modello europeo più concreto e determinato».
Riguardo l’Europa identificata nei suoi pilastri, si è espresso il Presidente Marcelo Rebelo de Sousa nella lectio magistralis tenuta nell’aula absidale di Santa Lucia. Un discorso iniziato nella lingua madre, passato senza soluzione di continuità all’italiano fluido e terminato con un cenno in latino. Un riconoscimento di cui de Sousa ha dichiarato di sentirsi doppiamente onorato, in via nazionale e personale, perché, ha detto, «si resta accademici tutta la vita» e all’università lui, come molti, ha sacrificato la famiglia. Mentre come Presidente il compito è difendere i principi fondanti della società, il dialogo, il pluralismo e il multilateralismo. «Non ci sono portoghesi puri e non ci sono europei puri: siamo tutti il risultato di una convergenza di culture e civiltà. L’Europa è grande, perché è una piattaforma di cultura e civiltà. Non siamo europei per destino geografico, ma per una opzione culturale. L’Europa è essenziale per l’equilibro del mondo». E l’Alma Mater, ha proseguito de Sousa, la più antica università d’Europa, è una realtà «democratica nata per servire la comunità». L’educazione alla cultura e al dialogo, nel novecentesimo anniversario, furono ribaditi come elementi costituenti della libertà. Parola quest’ultima che de Sousa ha declinato come autodeterminazione di ricerca e di insegnamento: una responsabilità che dà all’università la sua ragione di esistere. L’Alma Mater «ha ispirato tutti noi per quasi mille anni», ha proseguito, dicendoci che «vale la pena di lottare per valori e principi» che si basano sul rispetto e sulla dignità delle persone, e «contro tutte le dittature del pensiero». Bologna è emblema di libertà, di autonomia, di democrazia, e l’università bolognese è un segno distintivo universalmente riconosciuto del sapere, della ricerca e anche dell’indipendenza di pensiero: «per il Portogallo democratico e libero è un simbolo di fraternità». «A Bologna c’è storia e tradizione, c’è presente e futuro».
Questi ultimi concetti, assieme alla necessità di saper comunicare la storia e la cultura dei Paesi, sono emersi nell’appuntamento successivo. Dopo una passeggiata per le vie del centro infatti de Sousa, accompagnato nell’ultimo tratto dal sindaco Virginio Merola, ha raggiunto la Sala Rossa di Palazzo D’Accursio dove ha apposto una dedica al Libro d’Onore che raccoglie le testimonianze dei personaggi illustri qui venuti in visita, tra cui quella del predecessore Soares. «Viva la libertà! Viva la democrazia! A nome del popolo portoghese saluto e auguro a tutta la città di Bologna una storia di libertà e di democrazia» ha scritto de Sousa prima di concludere la giornata nella Cappella Farnese incontrando la vera essenza dell’università: gli studenti.
M.F.A. for DeArtes
Bologna, Aula Absidale di Santa Lucia – Sala Rossa e Cappella Farnese di Palazzo D’Accursio, 13 novembre 2019
Contributi fotografici: MiLùMediA for DeArtes