Nel giorno in cui ricorrono i settant’anni dal debutto di Maria Callas all’Arena di Verona, la quarta edizione del Festival Internazionale Scaligero Maria Callas 2016-2017 si conclude con la consegna del Premio Speciale alla Carriera a Gianfranco Cecchele. L’appuntamento con il celebre tenore, che cantò assieme alla Divina, e con Nicola Guerini, Presidente e Direttore Artistico del Festival, nonché Direttore d’orchestra, è a Verona, mercoledì 2 agosto prossimo, presso Sala Casarini dell’Hotel Due Torri, con ingresso libero. Interverrà il critico musicale Danilo Boaretto; nella stessa giornata, alla mattina, verrà inaugurata in Piazza Bra, una statua del soprano.

 Maestro Nicola Guerini, come è nato il Festival?
Sono stati quattro anni dedicati a un’artista importantissima che ha cambiato il teatro musicale, diventando icona di stile, di perfezione e di dedizione al teatro. Il progetto è nato nel 2012, quando a Verona ho inaugurato la prima edizione del Festival Internazionale Scaligero Maria Callas. Prima di allora, lo dico con un certo orgoglio, nessuno aveva pensato di dedicare alla Divina un ricordo, per me fondamentale. Poi, nel 2013, in concomitanza con il novantesimo compleanno di Maria Callas, ho organizzato una serie di appuntamenti che andassero ad approfondire il suo ruolo nel teatro. Ho trovato importante varare questa iniziativa per la città di Verona perché l’Arena è da più di un secolo un’icona della lirica mondiale, grazie alla Stagione che venne inaugurata nel 1913 con la celebre Aida. Negli anni 50-60 i migliori artisti che d’inverno debuttavano con successo alla Scala di Milano, nell’estate successiva cantavano all’Arena: erano i due diapason più importanti a livello internazionale, erano palcoscenici ambitissimi. Da Verona passarono tutti i più grandi del firmamento mondiale: cantanti, registi, direttori d’orchestra.

Il Festival si svolge entro due date ben precise…

Maria Callas arrivò in Italia e debuttò in Gioconda, di Ponchielli, sotto la direzione di Tullio Serafin, quel famoso 2 agosto del 1947 all’Arena. Trovo giusto ricordare questa data, perché forse non tutti sanno che artisticamente lei nacque a Verona. La mia idea è stata quella di unire due date fondamentali che hanno in comunione lo stesso numero. Il Festival si incornicia tra il 2 dicembre e il 2 agosto: il primo è il giorno della nascita biologica, nel 1923 a New York, mentre il secondo corrisponde alla nascita artistica, nel 1947.  Il Festival infatti ha un motto: “Happy Birthday Maria Callas. Nascita di un mito”.

 Il progetto è basato su sinergie. Quali?

Come Presidente e Direttore Artistico ho sempre voluto un dialogo continuo con le realtà italiane e non solo. Le sinergie che ho creato nel tempo sono state la Regione Veneto, la Provincia e il Comune di Verona. Nel 2014, un progetto sui ruoli verdiani si svolse in collaborazione con il Comune di Busseto e Casa Verdi e, nel 2015, con Catania riguardo i ruoli belliniani. Si aggiungono l’Accademia Filarmonica di Verona, l’Accademia di Belle Arti, la Fondazione Arena, Verona Lirica, il Museo della Radio e molti altri. Inoltre il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa, che rievocò il film “Medea”, e la Warner Classic che ha recentemente rieditato le incisioni in studio di Maria Callas.

 Chi è insignito quest’anno del Premio alla Carriera?

Ogni anno ho scelto di chiudere il Festival, il 2 agosto, con un Premio Speciale alla Carriera, che viene conferito a esponenti della lirica internazionale. Il primo anno è stato assegnato il ruolo di Presidente onorario del Festival al regista Franco Zeffirelli e in quell’occasione c’era come madrina Cecilia Gasdia. Nel 2014-15 madrina e Premio alla carriera era Maria Chiara, soprano di calibro mondiale. Lo scorso anno abbiamo insignito il baritono Rolando Panerai, con madrina Stefania Bonfadelli. Quest’anno, la IV edizione del Premio andrà al tenore Gianfranco Cecchele, che ha avuto una carriera veramente straordinaria e che ha cantato con la Callas nella celebre “Norma” di Parigi del 1965.

Cosa ci riserva il futuro del Festival?

Ogni anno invito artisti e musicologi, storici e critici musicali, per approfondire i ruoli e il fenomeno Callas. In passato abbiamo avuto il musicologo e saggista statunitense Philp Gossett, scomparso da pochi giorni, poi Elio Giudici, Giancarlo Landini, Enrico Girardi, Giovanni Gavazzeni, Angelo Foletto e altri. Quest’anno è speciale perché ricorrono i quarant’anni dalla scomparsa della Callas, a Parigi. Si è siglata un’importante collaborazione con Cinecittà e l’Istituto Luce, che fornirà alcuni filmati per l’appuntamento di venerdì 15 settembre 2017 alle ore 17 presso La Feltrinelli, in Via Quattro Spade, quando lo scrittore regista e sceneggiatore Italo Moscati presenterà il suo libro “Non solo voce: Maria Callas. Mai amata regalò l’amore”, mentre la voce del soprano, tornerà a risuonare da un antico grammofono. La mia intenzione è anche di promuovere masterclass e attività che vogliono essere sia divulgative che di promozione di nuovi talenti vocali. Ritornerà prossimamente anche il Concorso Internazionale Scaligero di canto, perché le iniziative non siano legate solo al territorio, ma vadano a inquadrare Verona come un grande palcoscenico dove gli artisti si possano incontrare e re-incontrare.

 Un’ottica allargata, quindi?

Ho sempre voluto che il Festival non fosse una kermesse venata da quella sorta di malinconia dovuta al “come era meglio una volta. No. Questo Festival nasce per sottolineare la grandezza di una donna, attrice e cantante, che ha modificato tanti parametri del sentire l’opera e del sentire comune. Si parla sempre del prima e del dopo, Callas. Non è sufficiente dedicarle un concerto. Secondo me gli approfondimenti non devono essere retorici, perché questo è il rischio, quando si tratta di un’icona così importante. Dietro il glamour che la Divina ha sempre avuto, in vita e dopo, si rischiava il dolciastro un po’ scontato. Ho voluto porre al centro dell’attenzione quello che lei ha lasciato come artista. Mi interessava lavorare sulla sua modernità, coinvolgendo il musicologo, il filologo, il linguista. L’argomento Callas rimane tuttora aperto, in un discorso sociologico, antropologico, di fruizione sempre in movimento, mai ferma. Non è vero che l’opera sia qualcosa di museale, anzi, la musica è molto presente. Quindi viva l’opera, viva la musica.

www.festivalinternazionalemariacallas.org

Intervista a cura di Maria Luisa Abate