Nel settecentesco Palazzo Rubini Vesin di Gradara, uno dei borghi più belli d’Italia, e all’interno della Biblioteca Oliveriana di Pesaro, città candidata a capitale della europea della cultura 2033, è stata inaugurata la mostra “Dürer e gli incisori del Cinquecento”, l’esposizione monotematica più grande mai realizzata finora in Italia per numero di pezzi, oltre 400, e per numero, 60, di autori rappresentati.
«Questa mostra riempie di ulteriori significati e temi l’ampia offerta culturale delle Marche, fatta di vari linguaggi e diverse declinazioni – ha sottolineato il presidente della Regione, Luca Ceriscioli – Ringrazio Gradara e Pesaro per aver voluto condividere questo evento di interesse internazionale, in un’ottica di massima fruibilità: lavorare in sinergia significa potenziare l’offerta culturale e renderla ancora più attrattiva».
“Dürer e gli incisori del Cinquecento” è una gigantesca mostra di incisione e, sotto certi aspetti inverosimile, perché progettata come se fosse una grande esposizione di pittura, con molti pezzi e molti artisti, facendo un ragionamento complessivo che, molto raramente e per motivi logistici e di opere disponibili, viene fatto per la grafica d’arte e soprattutto quella antica. L’unica volta che un esperimento simile è stato tentato è stato nel 1995 al British Museum, quando fu realizzata la grande retrospettiva “German Renaissance Prints”, alla quale si ispira l’evento di Gradara e di Pesaro.
«È qualcosa che nessuno ha mai visto da nessun’altra parte e che probabilmente non si vedrà più – ha spiegato il curatore della mostra Luca Baroni, ventisei anni di Cattolica (Rimini), diplomato alla Scuola Normale di Pisa – un livello qualitativo e quantitativo di opere su un periodo così importante della storia dell’incisione non era mai stato tentato prima. È uno sforzo talmente impegnativo che credo sia molto difficile da replicare per i prossimi 10 anni».
Per Dürer e gli incisori del Cinquecento, le opere provengono da una serie di collezionisti privati, permettendo di mettere insieme non solo i capolavori – che per statuto i musei delle grandi collezioni internazionali possono esporre – ma anche quelle opere minori, meno conosciute, più rare, delle quali esistono pochissimi esemplari, che costituiscono la forza e l’ossatura di molte collezioni private e che non sarebbero altrimenti visibili al grande pubblico italiano e internazionali. È il caso, ad esempio, di alcuni pezzi unici che provengono da Washington, Parigi o Berlino.
Per quanto riguarda proprio l’allestimento, infine, a Palazzo Rubini Vesin sono stati realizzati nuovi espositori, teche e bacheche, pensati per rendere le più leggibili possibile opere anche di formato piccolo e piccolissimo.
La mostra di Gradara, organizzata da Comune di Gradara e Gradara Innova, è accompagnata da “Guardando Dürer: i libri, i collages e Luca di Leida” per Pesaro, dove nella splendida Biblioteca Oliveriana sarà possibile ammirare oltre a una selezione dei migliori bulini del grande amico, emulo e rivale di Dürer, una raccolta di libri illustrati dallo stesso maestro di Norimberga e una serie di collage, ispirati e in parte composti dalle sue opere. Attraverso questi pezzi diventa possibile guardare all’incisione tedesca del ‘500 da una nuova prospettiva, apprendendo i diversi modi in cui l’incisione ha esercitato il proprio influsso nella cultura europea tra ‘500 e ‘800.
«Visitare Gradara e Pesaro significa farsi un’idea più ampia, libera e vivace di uno stesso argomento – ha sottolineato il sindaco di Gradara, Filippo Gasperi – è come guardare lo stesso paesaggio da due colline diverse: le cose che si vedono sono simili, ma quando si cambia punto di vista si ha una ricchezza in più».
«Questa nuova collaborazione si inserisce nel solco della nostra strategia – ha spiegato Daniele Vimini, assessore alla Bellezza del comune di Pesaro – creare collaborazioni, sinergie e contaminazioni per valorizzare quello che è il patrimonio della città. In questo caso, dopo l’esperienza di Vitruvio in cui un’artista contemporaneo è entrato in dialogo con le collezioni della Biblioteca, proseguiamo mettendo una ciliegina storica-documentale per dimostrare non solo quella che è la bellezza del lavoro di Dürer, ma anche quale sia stata la fortuna di questi grandi artisti nella tradizione culturale della nostra città, testimoniata dalla collezione di Olivieri».
«Siamo felici di collaborare direttamente con Gradara – ha concluso – cosa che facciamo su tanti altri fronti nei dodici mesi, perché c’è una forte complementarietà dell’offerta culturale-turistica e sicuramente anche questa mostra lo confermerà».
«Per Gradara puntare in modo deciso come stiamo facendo sulle mostre d’arte, riqualificando il Palazzo Rubini Vesin, centro e cuore del nostro centro storico, è fondamentale perché aggiunge un ulteriore livello di valorizzazione e di promozione del nostro comune e del territorio» ha aggiunto il Sindaco Filippo Gaspari, che vuole «ringraziare fortemente la famiglia Battaglini, che ha creduto nel progetto di restauro e nelle strategie pensate per Palazzo Rubini Vesin. Non ha esitato a investire nella riqualificazione dell’edificio, in un’ottica di collaborazione pubblico-privato che vogliamo intensificare perché può funzionare in un’ottica di reciproco interesse».
La mostra beneficia del patrocinio di: Consiglio Regionale – Assemblea Legislativa Marche, Provincia di Pesaro Urbino, Scuola Normale Superiore di Pisa, Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” e del contributo di Regione Marche.
INQUADRAMENTO STORICO DI LUCA BARONI
Massimo esponente dell’arte tedesca del Rinascimento, Albrecht Dürer (1471-1528) è stato uno dei più geniali e innovativi incisori europei. Le sue xilografie, bulini e acqueforti hanno segnato un punto di svolta nella storia delle arti grafiche, ispirando generazioni di allievi, emuli, collaboratori, amici e rivali. Tra questi, il bulinista Luca di Leida (1494 – 1533), suo amico e, per certi aspetti, rivale, è stato senz’altro la figura che più di ogni altra ha influenzato il suo modo di incidere, innescando una positiva rivalità già ricordata da Giorgio Vasari: “non volendo Alberto essere da Luca superato né in quantità né in bontà d’opere”. Portando l’arte dell’incisione a livelli di qualità e preziosità materiale mai raggiunti prima d’ora, Dürer contribuì a dare stimolo e sviluppo all’incisione, piegandola verso nuovi utilizzi come la propaganda politica, che giocò un ruolo importante nella diffusione della Riforma Protestante, e l’illustrazione libraria che, nel corso del secolo, avrebbe visto all’opera alcuni dei più grandi illustratori tedeschi come Hans Weiditz, Virgil Solis e Jost Amman. Contemporaneamente, in altre aree della terra tedesca, si facevano avanti nuove figure: Lucas Cranach il Vecchio (1472-1553), pittore e incisore di corte dei Duchi di Sassonia e intimo amico di Lutero; poi Heinrich Aldegrever (1502-c.1560), geniale bulinista vissuto al confine tra Germania e Fiandre e creatore di uno stile grafico eclettico, che mescolava elementi italiani, tedeschi e fiamminghi; ma anche i cosiddetti Piccoli Maestri di Norimberga come i fratelli Bartel (1502-1540) e Sebald (1500-1550) Beham, Georg Pencz (c.15001550) e Albrecht Altdorfer (c.1480-1538), passati alla storia per la minuzia e l’incredibile qualità dei loro intagli. Tali artisti dettero vita a uno dei più incredibili periodi della storia visiva europea, diffondendo grazie alla stampa le nuove invenzioni figurative del Rinascimento e trasformando l’arte da prerogativa di pochi privilegiati a oggetto di fruizione e apprezzamento individuale, estesa a tutti i livelli della società.
LA MOSTRA
L’opera degli incisori tedeschi del Cinquecento è da tempo amata e apprezzata dal pubblico italiano ed è stata oggetto di recenti e importanti mostre di approfondimento scientifico, concentrate sulle principali figure come Albrecht Dürer e Lucas Cranach.
GRADARA
La mostra di Palazzo Rubini Vesin si propone di presentare ad appassionati e curiosi un nuovo punto di vista sull’argomento: reinserire l’opera dei grandi maestri a confronto con quella dei loro allievi, emulatori e copisti, raccogliendo, sia per il numero delle opere, oltre 400, che per quello degli artisti rappresentati, oltre 50, la più completa esposizione di incisioni di maestri tedeschi mai tenuta in Italia.
L’esposizione prende l’avvio (SALA 1) dall’opera dei maestri quattrocenteschi di Dürer, Michael Wolgemut e Martin Schongauer, mettendola a confronto con una delle primissime opere del maestro di Norimberga, l’illustrazione del poema di Sebastian Brandt Nave dei Folli. Il secondo ambiente (SALA 2) è invece dedicato ai grandi cicli di xilografie eseguiti da Dürer tra gli ultimi anni del XVI secolo e i primi di quello successivo: la celeberrima Apocalisse di San Giovanni, le serie della Vita della Vergine e della Piccola e Grande Passione, della quale sono presenti in mostra anche le copie coeve eseguite dal grande maestro italiano Marcantonio Raimondi. Segue (SALA 3, SALA 4) la presentazione, disposta in ordine cronologico, dei più celebri bulini di Dürer, dalla Melencolia I alla Nemesi o Grande Fortuna, passando per il piccolo gioiello della Piccola Passione su rame. La sala successiva (SALA 5) ci conduce invece nella Norimberga degli allievi ed emuli Dürer, i cosiddetti Piccoli Maestri, ai quali viene affiancata l’opera dell’incisore e orafo di Soest Heinrich Aldegrever, Vizi e Virtù. Infine, le SALE 6, 7, 8 raccontano il lavoro dei maestri attivi in altri centri della Germania come la Sassonia – Lucas Cranach il Vecchio – Colonia, Monaco, la Prussia e le regioni del nord. L’ultimo ambiente (SALA 9) è dedicato alle copie che i maestri del Cinquecento traevano dall’opera di Dürer, testimoniando la devozione e l’attenzione che già i suoi contemporanei avevano per il suo lavoro. Alcune di queste, inoltre, sono esposte nel resto del percorso espositivo a fianco degli originali, dando modo al visitatore di riflettere sul concetto di copia e derivazione, ‘omaggio d’artista’ e – secondo una pratica che, per l’incisione, nasce proprio nel XVI secolo, falsificazione.
PESARO
L’esposizione gradarese è accompagnata da una tappa di confronto e approfondimento ospitata nella prestigiosa cornice della Sala dello Zodiaco dell’Ente Olivieri – Biblioteca Oliveriana di Pesaro. Qui sono raccolti alcuni degli esempi più alti della produzione incisoria di Luca di Leida, amico e rivale di Dürer che, dall’Olanda, costituì per il maestro tedesco un vero e proprio stimolo a un continuo miglioramento. A fianco di queste ultime è esposta un’inedita coppia di collages formati nel XVIII secolo riunendo una ventina di incisioni originali di Dürer: quello che oggi verrebbe considerato uno scempio costituiva, all’epoca, un nuovo e affascinante modo per avvicinarsi alle immagini. La coppia di collages è accompagnata da una serie di quattro grandi pseudocollages settecenteschi, anch’essi incisioni e provenienti dalle raccolte dell’Ente Oliveri, che testimoniano la passione settecentesca per il trompe l’oeil e il gioco metanarrativo dei materiali. Chiude il percorso espositivo una selezione di alcuni dei libri pubblicati e illustrati da Albrecht Dürer come quello, celeberrimo, delle Proporzioni e il piccolo volumetto della Piccola Passione su legno.
C.S.M.
Fonte: Gradara Innova
DÜRER E GLI INCISORI TEDESCHI DEL CINQUECENTO
30 novembre 2019 – 16 febbraio 2020
Gradara, Palazzo Rubini Vesin
GUARDANDO DÜRER: I LIBRI, I COLLAGES E LUCA DI LEIDA
2 dicembre 2019 – 16 febbraio 2020
Pesaro, Biblioteca Oliveriana
Palazzo Rubini VesiVia Umberto I, 61012 Gradara PU
Biblioteca Oliveriana
Via Domenico Mazza, 97, 61121 Pesaro PU
Info mostra:
Gradara Innova
Via delle Mura, 4
61012 Gradara (PU)
tel. 0541964673
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