In concomitanza con la personale di Simone Forti, ICA Milano presenta un nuovo episodio di Gallery Focus, percorso documentario in capitoli della storia delle gallerie italiane che più di altre, dagli anni Cinquanta a oggi, hanno contribuito a definire l’identità dell’arte contemporanea nel nostro Paese. Attraverso una selezione di materiali d’archivio, opere e racconti di esperienze, Gallery Focus restituisce una ricognizione fedele delle atmosfere che hanno interessato gli ambienti artistici all’epoca della ricostruzione, prima, e del boom economico, poi, e che hanno contribuito attraverso uno scambio multidisciplinare e innovativo a un vero e proprio aggiornamento della cultura visiva italiana.
La seconda edizione di questo viaggio meta-istituzionale è il racconto, condotto attraverso i documenti – fotografie, libri, riviste, inviti, locandine, schede illustrative, scritti – ma anche alla luce di un’ampia selezione di opere, dell’esperienza di Multipli, galleria aperta a Torino nel 1970 da Giorgio Persano. Con questo nome la galleria ha dato vita tra il 1970 e il 1975 a un importante lavoro sull’idea di ‘multiplo’, visto come motore per una nuova ricerca espressiva. Per svilupparla, ha lavorato unicamente con gli artisti dell’Arte Povera e con alcuni artisti italiani dell’area del Concettuale, distinguendosi per il suo approccio sperimentale.
La mostra “Arte Povera e “Multipli”, Torino 1970-1975”, curata da Elena Re, critica d’arte e curatrice indipendente, cui va riconosciuto il merito di aver contribuito alla valorizzazione internazionale dell’opera di Luigi Ghirri, ha lo scopo di far emergere l’unicità dell’operato di Multipli durante questo quinquennio. Il progetto espositivo, presentato a Berlino alla galleria Sprüth Magers nel 2014, è ora in mostra a ICA Milano con una veste curatoriale aggiornata.
Multipli ha fatto suo quel senso di possibilità che sta alla base dell’Arte Povera così come era stato descritto, qualche anno prima dell’apertura della galleria, da Germano Celant su “Flash Art” (novembre-dicembre 1967), il quale proponeva l’idea di un’arte fondata sul libero progettarsi dell’uomo: «Un nuovo atteggiamento per ripossedere un ‘reale’ dominio del nostro esserci». Un atteggiamento innovativo che non ha investito solo gli artisti, ma anche il contesto delle gallerie e più in generale il rapporto tra arte e vita.
Alla base della galleria aperta da Persano, la concezione e produzione di opere d’arte democratiche, accessibili proprio perché realizzate in un certo numero di esemplari. Si trattava comunque di multipli a edizione limitata e non di grandi tirature, lontani dall’idea di serialità che è invece propria della Pop Art. Ogni produzione conservava così l’aura del pezzo unico, affrancandosi al contempo dall’egemonia dell’unicum.
Pur lavorando a ‘multipli’ gli artisti si sono focalizzati su progetti nuovi, con la convinzione che non si dovesse riprodurre qualcosa di già esistente, bensì che si dovesse affrontare un’esperienza vera, diretta, emozionale, dando forma al nesso profondo tra arte e vita.
Grazie al lavoro degli artisti, all’inizio degli anni Settanta la galleria Multipli ha assunto il ruolo di un laboratorio, un centro di ricerca per la produzione e la presentazione di opere concepite appositamente come multipli a piccola tiratura. Per queste ragioni, e in riferimento a questo breve ma intenso giro d’anni, Multipli ha dunque rappresentato un caso studio di fatto singolare.
Gli artisti con cui Giorgio Persano ha sviluppato questa esperienza sono stati Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio, ma anche Marco Gastini, Giorgio Griffa e Salvo. Come afferma Elena Re: «Zorio incide le pelli, Salvo realizza le lapidi, Anselmo concepisce Lato Destro, oppure la serigrafia a cui aggiunge una foglia di insalata. Calzolari produce l’installazione con il letto, la rosa… Erano veri e propri lavori, cose diverse da una normale grafica. Al tempo stesso però, Pistoletto proprio con il multiplo comincia a sperimentare la serigrafia su acciaio inox».
L’esperienza di Multipli è stata quindi un’occasione di sperimentazione a tutto tondo, che in un arco temporale molto breve ha dato a questo gruppo di artisti la possibilità di realizzare complessivamente più di 70 lavori nelle loro varie tirature. Al di là degli aspetti quantitativi, il risultato più significativo è consistito nella qualità del lavoro sviluppato, nato proprio dall’incontro e dal confronto sistematico fra gli artisti stessi intorno a un nuovo modo di fare arte che ha coinvolto non solo l’estetica e il mercato ma anche il concetto stesso di ‘esperienza’.
Torino, che ancora oggi è uno dei principali centri per l’arte contemporanea in Italia, tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Settanta è stata animata da una scena di gallerie davvero vivissima: tra queste la Galleria Notizie, la Galleria Il Punto, la Galleria Sperone, la Galleria Christian Stein, il Deposito d’Arte Presente, a cui si è unita la singolare esperienza di Multipli.
La mostra “Arte Povera e “Multipli”, Torino 1970-1975” rappresenta il secondo appuntamento di Gallery Focus. Il primo, realizzato a marzo 2019, è stato dedicato alla Galleria dell’Ariete di Milano, celebre per aver introdotto gli artisti americani di Leo Castelli in Italia e per aver lavorato con alcuni dei più importanti artisti italiani dell’epoca come Manzoni e Castellani.
Tutti i documenti in mostra provengono dall’Archivio della Galleria Multipli di Giorgio Persano.
C.S.
Fonte: Copyright © 2019 PCM Studio
ARTE POVERA E “MULTIPLI”, TORINO 1970-1975
13 dicembre 2019 a domenica 2 febbraio 2020
Ingresso libero
ICA Milano
Istituto Contemporaneo per le Arti
Via Orobia 26, Milano
Tel. +39 375 5324806
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