Dodici anni e non sentirli, eppur … sentendoli. Alexandra Dovgan, classe 2007, impegnata in una tournee italiana ed europea che molto sta facendo parlare di lei, ha offerto all’ascolto un pianismo artisticamente maturo, al pari della personalità esternata sedendo allo strumento. Confermando così ciò che di lei ha detto il grande Grigorij Sokolov, suo fervente sostenitore, che a Mantova ha assistito a tutte le prove e seguito il concerto dalla platea del Teatro Bibiena, confuso tra il pubblico. Secondo Sokolov, la pianista possiede un talento adulto precoce e sarebbe inesatto appellarla enfant prodige. Definizione a parte, che riveste un’importanza relativa, significativo è stato il collegamento tessuto da Oficina OCM che con la giovane ha inaugurato la rassegna celebrativa di Wolfgang Amadeus Mozart il quale, tredicenne, suonò in questa stessa sala 250 anni fa, il 16 gennaio 1770.
Incentrato sul genio salisburghese non poteva che essere il programma, esordito con il Concerto per pianoforte e orchestra n 23 in la maggiore K488. La leggerezza del linguaggio espressivo mozartiano necessita di profondità di approccio, di freschezza e sincerità di pensiero: doti ampiamente dimostrate da Alexandra Dovgan. Di lei è emersa la sensibilità interpretativa, il tocco preciso, deciso nelle intenzioni quanto delicato nelle dinamiche, capace di tessere orditi morbidi e dare purezza di forme alla trama. La padronanza tecnica è parsa innata, quasi non abbisognasse di sforzo alcuno, cosicché la potenza melodica dell’estro mozartiano è uscita sapientemente esaltata dalla musicalità che la pianista ha manifestato con disarmante semplicità. Senza scordare la dovuta attenzione al dialogo con l’orchestra e al gesto direttoriale, al quale la solista ha fatto attento riferimento. Al termine, si è inchinata gentilmente scuotendo la coda di cavallo, ha preso con un “sorriso” serio i fiori e subito li ha portati via per dedicarsi al bis insistentemente richiesto, riguardante una pagina molto impegnativa di Rachmaninoff eseguita con grande concentrazione. Il panorama odierno pullula di musicisti sempre più in erba, quasi si fosse creata una gara al ribasso dell’età, e molti si perdono poi per strada. Solo il tempo dirà come si evolverà il talento, ma è certo che Alexandra possieda pregi che potrebbero consentirle di raggiungere ulteriori traguardi.
Dovgan è stata ottimamente supportata dall’Orchestra da Camera di Mantova, formazione anch’essa giunta a uno stadio di splendida consapevolezza artistica, risaltata precipuamente nel secondo brano in programma, la celeberrima Sinfonia n.40, che immerge in un’atmosfera di dolente lirismo, carico di turbamenti emotivi. Alla direzione era Umberto Benedetti Michelangeli, dal gesto imperativo volto a sollecitare le singole sezioni strumentali, con nitore passate attraverso la complessità e la densità degli stati d’animo evocati da Mozart.
Recensione Maria Luisa Abate
Visto al teatro Bibiena
di Mantova, rassegna AmaDeus ex Mantova, il 10 gennaio 2020
Contributi fotografici: MiLùMediA
for DeArtes