Lo spazio virtuale di racconto e condivisione di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia resta aperto e fruibile – nonostante il centro espositivo sia chiuso in base alle disposizioni in vigore – attraverso video, immagini, storie, curiosità pubblicate sui canali social sotto il cappello dell’hashtag #CAMERAonair, il palinsesto di rubriche online di e sulla fotografia “made in CAMERA”.
Il lavoro creativo del team di CAMERA, rigorosamente in smart working, è partito dalla mostra “Memoria e passione. Da Capa a Ghirri. Capolavori dalla collezione Bertero” – aperta al pubblico il 20 febbraio per nove giorni appena – che racconta il nostro passato e le radici del nostro presente, oltre all’evoluzione della fotografia italiana e internazionale dagli anni Trenta fino alla fine del secolo, con quasi 300 scatti di cinquanta autori provenienti da tutto il mondo. Prendendo ispirazione dalla ricchezza delle immagini in mostra e volendo continuare a raccontare le tante storie che la fotografia può offrire anche “al tempo del Coronavrus”, sono nate molte nuove rubriche:
FOTO-FOCUS, A SPASSO CON GUIDO
Il collezionista Guido Bertero, dalla cui preziosa collezione fotografica ha preso forma la mostra, accompagna attraverso le sale raccontando aneddoti e ricordi di alcune delle opere a cui è più legato che ha cercato con tenacia e acquistato con determinazione perché diventassero parte fondamentale della sua collezione.
FOTO-NOTE
Il direttore di CAMERA Walter Guadagnini, dal suo studio di casa, racconta alcuni dei passaggi salienti della storia della fotografia italiana e internazionale partendo da un fotografo o da una fotografia in mostra. Dalla capacità di cogliere il momento cruciale dell’azione di Robert Capa, alla Dolce Vita e i suoi Paparazzi, dall’America anni ‘30 della leggendaria campagna fotografica Farm Security Administration, alla mondanità emergente di quella che sarà la Milano da bere rappresentata dalle immagini di Carla Cerati fino all’opera di Mimmo Jodice che, accentuando la dimensione simbolica dell’immagine, indaga livello urbano, paesaggio e patrimonio culturale tipici dell’area mediterranea.
FOTO-CLIP
Joan Fontcuberta, Paolo Pellegrin, Gianni Berengo Gardin, Zanele Muholi, Cristina De Middel, sono solo alcuni dei fotografi che nell’ultimo anno sono stati ospiti di CAMERA e hanno raccontato al pubblico la propria idea di fotografia. Grazie all’apertura del canale Vimeo di CAMERA si possono ascoltare i loro incontri del programma de “I giovedì in CAMERA” comodamente seduti sul divano di casa.
FOTO-PLAYLIST
Quanta musica stiamo ascoltando in questi giorni? Ci siamo così resi conto che le fotografie in mostra sono un’ottima ispirazione per creare nuove playlists con le quali accompagnare le nostre giornate casalinghe. Sul profilo di Youtube di CAMERA troviamo quindi sei playlists – sei, come le sale del centro espositivo – ispirate alle foto in mostra. Le si possono, quindi, ascoltare da casa, e, quando avverrà la riapertura, la visita sarà accompagnata da con un po’ di buona musica.
FOTO-PODCAST
Tanti sono i testi di fotografia del bookshop e che peccato non poterli leggere! Allora, nell’attesa di riaprire le pagine di quei libri dal vivo, ascoltiamo alcuni estratti audio in versione podcast sui canali social.
FOTO-STORIE
CAMERA è anche “Censimento della raccolte fotografiche in Italia”, progetto iniziato con il Ministero per i Beni e la Attività culturali e per il Turismo: di foto d’archivio se ne trovano davvero tante su www.censimento.fotografia.italia.it. È possibile perdersi tra le immagini del sito oppure ispirarsi ad una fotografia che sarà scelta nei prossimi giorni e pubblicata sui canali social per liberare la fantasia e scrivere un breve racconto ispirato alla fotografia stessa.
FOTO-TALENTS
CAMERA rappresenta l’Italia all’interno di Futures Photography, programma internazionale per la valorizzazione di artisti emergenti cofinanziato dall’Unione Europea. I fotografi e artisti selezionati all’interno di tale progetto offriranno il proprio punto di vista nel rapporto tra fotografia storica e contemporanea, con contributi video.
FOTO-LAB
1 / CAMERA KIDS A CASA
Per i bambini e le loro famiglie, CAMERA, in collaborazione con ARTECO, ha creato una versione online dei laboratori domenicali Camera Kids. Un’occasione per svolgere attività ludico ricreative legate alla fotografia a casa muniti di carta, colori e fantasia.
2 / FOTOGRAFARE LA STORIA E INTERPRETARE LA CONTEMPORANEITÀ
Pensando agli insegnanti delle scuole secondarie di secondo grado, CAMERA e ARTECO, progettano in questi giorni una serie di guide a partire dalle fotografie dell’Archivio Publifoto di Intesa Sanpaolo a confronto con le opere della mostra “Memoria e passione. Da Capa a Ghirri”; le guide sono un supporto ai docenti che stanno continuando a fare lezione ai loro alunni da casa. Un modo per offrire spunti didattici e di riflessione attraverso la fotografia.
Questa speciale iniziativa è realizzata grazie al supporto dell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo nell’ambito di Progetto Cultura, il programma triennale delle iniziative culturali della Banca.
Alcune rubriche sono già state pubblicate sui nostri canali social, altre arriveranno nei prossimi giorni.
FOTO-TALK, A CASA DELL’ARTISTA
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia si sta interrogando sulla fotografia “ai tempi del Corona Virus”, si sta chiedendo come sta cambiando la pratica artistica durante il lockdown, qual è il rapporto con l’immagine che i fotografi stanno sperimentando all’interno delle quattro mura domestiche e se stanno, o meno, producendo nuove forme di estetica visiva quotidiane.
Alla luce di queste riflessioni, giovedì 9 aprile alle ore 18.30 sul canale Instagram di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia – @cameratorino – si inaugurano le dirette della rubrica Foto-talk, a casa dell’artista.
Un modo, questo, per proseguire nelle attività di #CAMERAonair – il palinsesto di rubriche online di e sulla fotografia “made in CAMERA” – che, giorno dopo giorno, arricchiscono lo spazio virtuale di racconto e condivisione sui canali social della Fondazione con video, immagini, storie e curiosità.
In questo lockdown CAMERA trasforma, quindi, i tradizionali appuntamenti de “I Giovedì in CAMERA” in versione online: ogni giovedì, collegandosi al canale Instagram alle ore 18.30, è possibile seguire la diretta – e partecipare attraverso domande in chat – a una chiacchierata a tema fotografico con un ospite diverso ogni settimana.
Il primo appuntamento in programma giovedì 9 aprile alle ore 18.30 è con il fotografo veneziano di stanza a Londra Lorenzo Vitturi che viene intervistato dal curatore di CAMERA Giangavino Pazzola.
Nato a Venezia nel 1980, Lorenzo Vitturi vive e lavora a Londra. Dai mercati e dalle strade affollate delle città che frequenta, raccoglie oggetti e suggestioni che vengono poi tradotti in una pratica in bilico fra scultura, pittura, collage e fotografia. Nelle sue immagini condensa forme, colori e texture differenti, componendoli in istallazioni tridimensionali in grado di trasmettere la complessità degli ambienti urbani in costante mutamento. Il suo lavoro è stato esposto in mostre personali in istituzioni di tutto il mondo, come il FOAM Museum di Amsterdam, The Photographers Gallery di Londra, il Contact Photography Festival di Toronto e il CNA di Lussemburgo. Ha partecipato anche a diverse collettive in luoghi come il MAXXI di Roma, il Centre Georges Pompidou di Parigi, La Triennale di Milano, il BOZAR di Bruxelles, il K11 Art Space e l’Art Museum di Shanghai.
Giovedì 16 aprile alle ore 18.30 sul canale Instagram di CAMERA Centro Italiano per la Fotografia, Torino @cameratorino è in programma il secondo appuntamento con le dirette della rubrica Foto-talk, A casa dell’artista. Sarà il fotografo milanese Paolo Ventura ad essere l’ospite della diretta e verrà intervistato dalla registrar di CAMERA Monica Poggi.
Siamo lieti di aver coinvolto Paolo in questa nuova avventura delle dirette Instagram – commenta il direttore di CAMERA, Walter Guadagnini. Ventura avrebbe dovuto inaugurare nelle sale di CAMERA la grande personale “Carousel” a fine maggio, ma a causa del lockdown abbiamo riprogrammato la mostra – un inedito percorso all’interno dell’eclettica carriera di Ventura – in autunno.
In queste settimane, Paolo Ventura si trova a passare la quarantena nel borgo medioevale di Anghiari, in Toscana, dove ha vissuto dopo il ritorno in Italia da New York. Lontano dalla propria macchina fotografica e dagli abituali strumenti di lavoro, rimasti nello studio di Milano, Ventura si sta dedicando all’unica attività consentitagli dal ritrovamento di alcuni vecchi acrilici e dai fogli 100×140, reperibili nella cartoleria vicino a casa: la creazione di un diario visivo dove la pittura prende il posto della fotografia. Questa emerge, a ogni modo, nelle inquadrature ravvicinate e negli istanti effimeri raffigurati, tipici della cultura fotografica piuttosto che di quella pittorica. L’attenzione si posa su piccole cose: un bicchiere dove si scioglie una pastiglia di Vitamina C, una pellicina tirata che lascia fuoriuscire una goccia di sangue, il proprio volto segnato dalla preoccupazione, i capelli rimasti impigliati fra i denti di un pettine, un posacenere Motta da cui si alza il fumo di una sigaretta non spenta, l’ala spezzata di una farfalla, alcuni passi nella neve fresca. Frammenti di una quotidianità rallentata che, puntualmente, pubblica sul proprio Instagram, e che hanno già attirato l’attenzione di diversi musei e riviste.
Giovedì 30 aprile alle ore 18.30 sul canale Instagram di CAMERA @cameratorino è in programma il quarto appuntamento con le dirette della rubrica Foto-talk, a casa dell’artista. Sarà il fotografo napoletano Francesco Jodice ad essere l’ospite della diretta e verrà intervistato dalla registrar e curatrice di CAMERA Monica Poggi.
Francesco Jodice torna così, in senso metaforico, a CAMERA dopo la sua personale Panorama, presentata nel centro espositivo di Via delle Rosine nella primavera del 2016: un’esposizione che ha esplorato vent’anni del lavoro di questo artista eclettico il quale, proseguendo una propria investigazione dello scenario geopolitico contemporaneo e delle sue trasformazioni sociali e urbanistiche, utilizza tutti i linguaggi della contemporaneità, alternando fotografia, video e installazioni.
E sarà proprio sulla contemporaneità, e nello specifico sul suo nuovissimo lavoro West, esposto fino a luglio 2020 negli uffici di Tosetti Value, il Family office torinese sin dall’inizio partner di CAMERA, che verterà la chiacchierata di giovedì 30 aprile.
Da sempre attento ai movimenti e alle trasformazioni dell’oggi, nella serie West Jodice prende spunto da due eventi della storia degli USA e del mondo che hanno segnato il primo decennio del nuovo millennio: l’attacco alle Torri Gemelle del 2001 e il crollo di Lehman Brothers del 2008, con il loro carico di sofferenze e inquietudini sul futuro stesso del modello americano. Jodice prende spunto da questi due drammatici avvenimenti e dalle loro conseguenze politiche, economiche, culturali e sociali per una personale rilettura della realtà e dell’immaginario statunitense.
La situazione attuale verrà probabilmente riletta in futuro in un’ottica affine, analizzando le conseguenze economiche e sociali della crisi che buona parte della popolazione mondiale sta affrontando. Del resto già oggi artisti e fotografi sono costretti a rivedere il proprio modo di lavorare, immaginando forme alternative di elaborazione e presentazione del proprio pensiero.
Da questi presupposti nascerà il dialogo con Jodice, che durante la diretta ci racconterà come sta gestendo la sua ricerca in questo periodo sospeso.
Francesco Jodice è nato a Napoli nel 1967. Vive a Milano. La sua ricerca artistica indaga i mutamenti del paesaggio sociale contemporaneo, con particolare attenzione ai fenomeni di antropologia urbana e alla produzione di nuovi processi di partecipazione. I suoi progetti mirano alla costruzione di un terreno comune tra arte e geopolitica, proponendo la pratica artistica come poetica civile. Insegna al Biennio di Arti Visive e Studi Curatoriali e al Master in Photography and Visual Design presso NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. È stato tra i fondatori dei collettivi Multiplicity e Zapruder. Ha partecipato a grandi mostre collettive come Documenta, la Biennale di Venezia, la Biennale di São Paulo, la Triennale dell’ICP di New York, la seconda Biennale di Yinchuan, e ha esposto al Castello di Rivoli (Torino), alla Tate Modern (Londra) e al Prado (Madrid).
Tra i suoi progetti principali ci sono l’atlante fotografico What We Want, un osservatorio sulle modificazioni del paesaggio in quanto proiezione dei desideri collettivi, l’archivio di pedinamenti urbani The Secret Traces e la trilogia di lm sulle nuove forme di urbanesimo Citytellers. I suoi lavori più recenti – Atlante, American Recordings, West and Rivoluzioni – esplorano i possibili scenari futuri dell’Occidente
Giovedì 7 maggio alle ore 18.30 sul canale Instagram di CAMERA – @cameratorino – è in programma il quinto appuntamento con le dirette della rubrica Foto-talk, a casa dell’artista. Sarà il fotografo ligure Jacopo Benassi a essere l’ospite della diretta e verrà intervistato dal curatore di CAMERA Giangavino Pazzola.
Già in mostra negli spazi della fondazione a luglio scorso con il progetto Crack, curato da Walter Guadagnini, Benassi torna virtualmente a CAMERA per raccontare l’evoluzione della sua ricerca artistica e i recenti lavori realizzati durante il periodo di lockdown.
Nello specifico, la conversazione riguarderà la nuova serie di immagini Brutal casual (2020), il foto-book Light on my way (2020) e la video performance Wendy (2020), progetti che affrontano in maniera multidisciplinare – come da cifra stilistica di Benassi – i temi caratteristici del suo lavoro: la percezione del corpo e la relazione tra individuo e ambiente.
Le fotografie realizzate in bianco e nero, e caratterizzate dalla forza della luce dei flash, documentano un atlante di immagini del quotidiano che unisce fotografia, suono e performance. In questo modo Benassi mostra la extra-ordinarietà di questi giorni: autoritratti, ritratti e still life di oggetti in ambienti quotidiani e personali.
Un discorso in parte diverso va fatto per il foto-book Light on my way (2020), autoprodotto dall’artista in questo periodo a partire dal racconto dei funerali di due personaggi tanto celebri quanto diversi: Papa Giovanni Paolo II ed Elvis Presley. Attraverso la selezione di immagini di archivio dell’autore, alle quali vengono affiancati dei testi di cronaca, Benassi ricostruisce un racconto che, a partire dal rapporto tra spiritualità e rock, parla tanto di religiosità quanto di ambiguità dell’immagine fotografica.
La diretta Instagram, infine, sarà anche un momento per inquadrare al meglio l’intera produzione artistica dell’autore spezzino, partendo dall’attivismo in ambito artistico e musicale per arrivare a parlare dei riferimenti e delle influenze culturali che si riflettono nella sua opera.
#staytuned #iorestoacasa #andràtuttobene #laculturacura #distantimauniti
Le dirette su Instagram arricchiscono ulteriormente le attività di #CAMERAonair – il palinsesto di rubriche online di e sulla fotografia – made in CAMERA – che, giorno dopo giorno, incrementano lo spazio virtuale di racconto e condivisione sui canali social della Fondazione con video, immagini, storie e curiosità. In questo periodo CAMERA trasforma i tradizionali appuntamenti de “I Giovedì in CAMERA” in versione online: ogni giovedì, collegandosi al nostro canale Instagram alle ore 18.30, sarà possibile seguire la diretta – e partecipare attraverso domande in chat – a una chiacchierata a tema fotografico con un ospite diverso ogni settimana.
RACCOLTA FONDI riprendiAMOfiato
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia partecipa alla raccolta fondi lanciata da Luciana Littizzetto per aiutare l’unità di crisi della Regione Piemonte.
«Per noi è sempre stato forte il senso di comunità e più che mai in questo momento dobbiamo rinsaldare un sentimento di appartenenza e reciproco sostegno. Nella speranza di riaprire presto le nostre porte, noi aderiamo alla campagna #riprendiAMOfiato: sostienila anche tu!» Emanuele Chieli,Presidente di CAMERA
Per donare, cliccare al seguente link https://www.gofundme.com/f/coronavirus-riprendiamo-fiato
#staytuned #iorestoacasa #andràtuttobene #laculturacura #divisimauniti
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LA MOSTRA
MEMORIA E PASSIONE. DA CAPA A GHIRRI. CAPOLAVORI DALLA COLLEZIONE BERTERO
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia si anima attraverso le storie e i racconti celati nelle immagini più significative della Collezione Bertero, raccolta unica in Italia per originalità dell’impostazione e qualità delle fotografie presenti. Tra le oltre duemila immagini che compongono la collezione, i curatori ne hanno scelte più di duecento, realizzate da circa cinquanta autori provenienti da tutto il mondo: tra i tanti, spiccano i nomi di Bruno Barbey, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Robert Capa, Lisetta Carmi, Henri Cartier-Bresson, Mario Cattaneo, Carla Cerati, Mario Cresci, Mario De Biasi, Mario Dondero, Alfred Eisenstaedt, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Jan Groover, Mimmo Jodice, William Klein, Herbert List, Duane Michals, Ugo Mulas, Ruth Orkin, Federico Patellani, Ferdinando Scianna, Franco Vimercati e Michele Zaza.
Curata da Walter Guadagnini, direttore di CAMERA, con la collaborazione di Barbara Bergaglio e Monica Poggi, la mostra “Memoria e Passione. Da Capa a Ghirri. Capolavori dalla Collezione Bertero” racconta il nostro passato e le radici del nostro presente, oltre all’evoluzione della fotografia italiana e internazionale di un intero trentennio.
Siamo partiti dall’idea che questa ricchissima collezione, oltre al Neorealismo per il quale è giustamente famosa, potesse offrire altre chiavi di lettura di grande interesse. – spiega Walter Guadagnini – Abbiamo quindi individuato tre nuovi grandi temi: primo, la fotografia americana degli anni ’30, che Bertero ha considerato interessante in quanto anticipazione e contraltare del nostro Neorealismo; secondo, l’Italia vista attraverso l’obbiettivo di grandi fotografi stranieri come Capa, Cartier-Bresson, Orkin, Barbey, List; terzo, la stagione del grande rinnovamento della fotografia italiana degli anni ’70/’80, con tutti i suoi protagonisti, Mulas, lodice, Basilico, Ghirri, Scianna,Cresci, Zaza, Berengo Gardin, Giacomelli e molti altri. Più, inoltre, una piccola sezione dedicata a Torino, luogo centrale agli albori e non solo della fotografia italiana.
Nelle sale di CAMERA, la Storia diventa lo sfondo su cui si sviluppano innumerevoli storie, che ci parlano di un Paese e di tanti paesi. I protagonisti sono contadini, preti, famiglie, nobildonne, militari, bambini e soprattutto i fotografi che, con gli accenti e le lingue più disparate, hanno impresso su pellicola il ricordo di queste vicende. Il racconto nasce nell’Italia appena liberata dal fascismo, fra le macerie e la povertà di una società provata dalla guerra, legata – in particolare nel sud del paese – a tradizioni ancora ancestrali, soprattutto sul piano religioso, estremamente affascinanti per i fotografi del cosiddetto periodo “Neorealista”. Prosegue poi lungo gli anni del boom economico, tra nuovo benessere e nuovi modi di vita, esemplificati dalla stagione eroica di Via Veneto a Roma e dei “paparazzi” che la animavano. La storia si conclude negli anni Settanta e Ottanta, con i grandi maestri della fotografia di paesaggio e di quella concettuale, che hanno saputo evolvere le premesse degli anni precedenti in una nuova lingua, divenuta oggi a sua volta classica.
Fra le numerose opere in mostra ci sono alcuni degli scatti più riconoscibili di questo periodo, capolavori che hanno fatto la storia della fotografia internazionale come “La strada per Palermo”, realizzata da Robert Capa nel 1943, “American girl in Italy, Firenze” di Ruth Orkin del 1951, e il reportage dedicato all’Italia da Henri Cartier-Bresson nel 1952.
Tante sono le opere che hanno segnato in maniera decisiva l’evoluzione della fotografia italiana, autentiche pietre miliari ormai conosciute in tutto il mondo come “Gli italiani si voltano” (1954) di Mario De Biasi, dove un gruppo di uomini ammira la bellezza di Moira Orfei che passeggia per le strade di Milano; i due amanti appartati fra le dune di un lido veneziano, scovati da Gianni Berengo Gardin nel 1958; “Palermo, via S. Agostino” (1960) di Enzo Sellerio, che ritrae una coppia di bambini trasportare due sedie sopra la testa; gli iconici seminaristi che giocano nella neve, ritratti da Mario Giacomelli nel 1961; la serie “Mondo Cocktail”, realizzata da Carla Cerati all’inizio degli anni Settanta durante le inaugurazioni di gallerie d’arte e negozi della Milano bene.
Nonostante il nucleo più numeroso della collezione sia costituito da fotografi del periodo neorealista, la scelta di Bertero è stata di ampie vedute. La raccolta, infatti, comprende racconti di decenni successivi che hanno contribuito alla nascita di un nuovo modo di intendere l’immagine, distaccandosi progressivamente da una vocazione documentaria per diventare via via sempre più concettuali. In mostra quindi anche le celebri “Verifiche” (1969-72) di Ugo Mulas, attraverso cui il fotografo ha indagato e scardinato alcuni dogmi del linguaggio fotografico; il fondamentale viaggio che Luigi Ghirri compie nel 1973 attraverso gli stati, i deserti, gli oceani e le galassie sfogliando le pagine di un atlante; i “Ritratti di fabbriche” (1978-80) di Gabriele Basilico, dove le mutazioni del panorama industriale milanese diventano pretesto attraverso cui capire la complessità della nostra epoca; la cultura millenaria mediterranea riletta, a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta, attraverso la forza espressiva delle immagini di Mimmo Jodice, solo per citare alcune ricerche particolarmente iconiche di questa preziosa collezione.
Questa mostra, tuttavia, è anche – e soprattutto – la storia di un collezionista, Guido Bertero, che, a partire dalla fine degli anni Novanta ad oggi, ha raccolto circa duemila stampe. Una collezione nata quasi per caso a Torino, città nella quale Bertero vive da sempre, nel 1998 durante una visita ad Artissima, dove l’allora collezionista di arte antica e contemporanea si imbatte in due fotografie dell’artista americana Jan Groover, che decide di acquistare per le figlie. Nel giro di qualche mese le occasioni di contatto con questo linguaggio si moltiplicano, ma è da una proposta di finanziamento ad un’edizione di “Photo Espana” dedicata al Neorealismo italiano che si concretizza l’idea di costruire una vera e propria collezione. Un periodo di continui viaggi lungo tutta la penisola per conoscere e acquistare le opere di decine di fotografi che da lì a poco verranno esposti nella prima grande mostra a Cagliari, poi in Spagna, a Monaco e Winterthur. Un’esperienza ricordata con entusiasmo nonostante le numerose difficoltà, dovute soprattutto alla volontà e alla lungimiranza di reperire stampe vintage in un periodo in cui ancora la consapevolezza sul valore artistico dell’immagine fotografica era debole.
Grazie anche a questa determinazione la collezione è oggi un punto di riferimento imprescindibile per lo studio della fotografia italiana del dopoguerra, tanto che dallo scorso anno, a seguito di un’importante donazione fatta da Bertero al Metropolitan Museum of Art di New York, una ricca selezione del suo patrimonio sta attraversando gli Stati Uniti in una mostra itinerante sul Neorealismo che ha già coinvolto New York, San Francisco e Reno.
Una raccolta ricca ed eterogenea, nata da una passione personale che viene in quest’occasione esposta grazie alla volontà di Guido Bertero di condividere il suo patrimonio con il pubblico, in un’ottica di estrema apertura e volontà di diffondere la conoscenza per questo linguaggio che da sempre lo contraddistingue.
La mostra è accompagnata da un volume edito da Umberto Allemandi editore introdotto da Walter Guadagnini. Oltre la riproduzione di più di 250 immagini, all’interno del volume sarà possibile ripercorrere queste vicende attraverso il dialogo fra collezionista e curatore.
C.S.
Fonte: Studio Esseci e Area stampa Camera
MEMORIA E PASSIONE. DA CAPA A GHIRRI. Capolavori dalla Collezione Bertero
20 febbraio – 10 maggio 2020 (date inizialmente previste prima della chiusura per Coronavirus)
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine 18, 10123 – Torino
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