La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino lancia un concorso fotografico online dedicato alla mostra Helmut Newton. Works a cura di Matthias Harder, allestita nelle sale del museo ma purtroppo in queste settimane non visibile al pubblico.
Il tema scelto per il contest riguarda un aspetto insolito e quasi inedito della produzione del grande fotografo, messo in luce durante la conferenza stampa di presentazione della mostra dal critico della Fotografia Denis Curti, e riproposto in un videoclip pubblicato sul canale YouTube della GAM / https://www.youtube.com/watch?v=THM8079fohs&list=PLfSpRYM6ZvkKlmR4GzUjZ8NiOx1Bqzi-o&index=30)  quello della foto imperfetta.

Helmut Newton sosteneva: Spesso cerco di fare delle ‘brutte foto’. Certo non posso fare a meno di lavorare meticolosamente, ma mi piace che le fotografie sembrino sbagliate… Preferisco i colori sparati, che fanno pensare a un errore nello sviluppo… Mi capita di tenere la macchina un po’ di traverso, quanto basta perché la foto non sia troppo perfetta.

Nel video il critico Denis Curti mostra alcuni scatti di moda del grande fotografo in cui l’orizzonte non è precisamente orizzontale. L’imperfezione contribuisce a rendere più credibile la fotografia e a inserire lo scatto in una dimensione di realtà.
Agli appassionati del lavoro di Newton, agli amanti della fotografia e a tutto il pubblico della GAM si chiede quindi di pubblicare su Instagram una “foto sbagliata”, magari realizzata proprio in questi giorni tra le pareti domestiche, con l’hashtag #fotoimperfetteGAM

Attenzione, perché foto imperfetta non significa foto brutta: l’errore deve essere sempre funzionale al racconto, volto a donare maggiore forza e carattere: un orizzonte storto può donare dinamicità a una scena, così come un mosso creativo può renderla più drammatica. La foto tecnicamente perfetta rappresenta sicuramente uno scatto oggettivamente valido, ma l’eccessiva attenzione alle regole può facilmente produrre una fotografia sterile, fredda e poco comunicativa. L’errore voluto, al contrario, può conferire all’immagine un’anima rendendola viva: tuttavia dietro ogni “errore” deve comunque esserci una scelta ragionata e una motivazione, tenendo sempre presente che anche una spiegazione plausibile, da sola, non è sufficiente a dare maggior valore al proprio scatto.
Le foto che arriveranno saranno subito pubblicate nelle stories di Instagram della GAM. Infine, non appena sarà possibile riaprire il museo, saranno stampate grazie alla collaborazione di Nikon Italia,con l’ideadi realizzareun wall dedicato all’interno degli spazi del Dipartimento Educazione, che sarà inaugurato con una grande festa!

Helmut Newton Rushmore, Italian Vogue 1982 ©Helmut Newton Estate

LA MOSTRA HELMUT NEWTON. WORKS
La stagione espositiva 2020 della GAM di Torino si apre inaugurando la grande retrospettiva   “Helmut Newton. Works“, promossa da Fondazione Torino Musei e prodotta da Civita Mostre e Musei con la collaborazione della Helmut Newton Foundation di Berlin.
Il progetto espositivo è a cura di Matthias Harder, direttore della fondazione tedesca, che ha selezionato 68 fotografie con lo scopo di presentare una panoramica, la più ampia possibile, della lunga carriera del grande fotografo che sin dagli inizi non ha mai smesso di stupire e far scalpore per i suoi concetti visivi veramente unici. Il risultato è un insieme di opere non solo particolarmente personali e di successo, ma che hanno raggiunto un pubblico di milioni di persone anche grazie alle riviste e ai libri in cui sono apparse, e alle mostre delle sue foto.

Helmut Newton Marlene Dietrich, Hollywood ©Helmut Newton Estate

«La fotografia di Helmut Newton, che abbraccia più di cinque decenni, sfugge a qualsiasi classificazione e trascende i generi, apportando eleganza, stile e voyeurismo nella fotografia di moda, esprimendo bellezza e glamour e realizzando un corpus fotografico che continua a essere inimitabile e ineguagliabile», afferma Matthias Harder.
Nel percorso di mostra si spazia dagli anni Settanta con le numerose copertine per Vogue, sino all’opera più tarda con il bellissimo ritratto di Leni Riefenstahl del 2000, offrendo la possibilità ai visitatori di comprendere fino in fondo il suo lavoro come mai prima d’ora.

Quattro sezioni che rendono visibile come in questo lungo arco di tempo, Newton abbia realizzato alcuni degli scatti più potenti e innovativi del suo tempo. Numerosi ritratti a personaggi famosi del Novecento, tra i quali Andy Warhol (1974), Gianni Agnelli (1997), Paloma Picasso (1983), Catherine Deneuve (1976), Anita Ekberg (1988), Claudia Schiffer (1992) e Gianfranco Ferré (1996). Delle importanti campagne fotografiche di moda, invece, sono esposti alcuni servizi realizzati per Mario Valentino e per Thierry Mugler nel 1998, oltre a una serie di importanti fotografie, ormai iconiche, per le più importanti riviste di moda internazionali.
L’obiettivo di Newton aveva la capacità di scandagliare la realtà che, dietro il gesto elegante delle immagini, permetteva di intravedere l’esistenza di una realtà ulteriore, che sta allo spettatore interpretare.

«Helmut è un gran manipolatore. Sa esattamente quello che vuole ed è implacabile nel cercare di ottenerlo sulla pellicola. Gli piace la teatralità della fotografia. Le modelle diventano le sue creature, i suoi personaggi» (June Newton)
La fotografia di moda, ad esempio, non solo descrive ma ridefinisce lo spirito dei tempi, mira a raccontare con le immagini storie emozionanti e sorprendenti, compito per il quale Newton si è sempre mostrato all’altezza spingendosi sempre oltre la normale prassi, intrecciando una narrazione parallela, talvolta tinta di surrealismo o di suspense, travalicando i tradizionali approcci narrativi, è intrisa non solo di lussuosa eleganza e sottile seduzione, ma anche di riferimenti culturali e di un sorprendente senso dell’umorismo.

Helmut Newton Andy Warhol, Vogue Uomo Paris 1974 ©Helmut Newton Estate

Il chiaro senso estetico di Newton pervade tutti gli ambiti della sua opera, oltre alla moda, anche nella ritrattistica e nella fotografia di nudi. Al centro di tutto le donne. Ma l’interazione tra uomini e donne è un altro motivo frequente della sua opera.
«La moda è stato il mio primo desiderio, sin da ragazzo. E, ovviamente, volevo diventare un fotografo di Vogue» (Helmut Newton).
Newton era in grado di trasformare luoghi banali in palcoscenici teatrali dai forti contrasti o particolarmente minimalisti per i suoi scenari assolutamente non convenzionali: «Non m’interessa il buon gusto. (…) Mi piace essere l’enfant terrible» (Helmut Newton). Uno dei set fotografici preferiti era il garage del suo condominio a Monaco, con modelle e auto parcheggiate disposte a formare un dialogo visivo.
Helmut Newton morì improvvisamente il 23 gennaio 2004 a Los Angeles, prima di poter assistere alla completa realizzazione della Fondazione a lui dedicata.
Helmut Newton Works è il titolo del grande volume edito da Taschen che comprende anche le foto esposte in mostra e ne rappresenta idealmente il catalogo.

C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Fondazione Torino Musei

HELMUT NEWTON. WORKS
30 gennaio – 3 maggio 2020 (N.B. date inizialmente previste prima della chiusura per Coronavirus)

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Via Magenta, 31 – 10128 Torino
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