Partire dall’opera per “leggere” il sapere, in tutte le sue sfumature: è il regista teatrale Damiano Michieletto il protagonista del nuovo programma “Il volo del calabrone”, che Rai Cultura propone sul suo canale Rai5 il giovedì alle 19.20, a partire dal 30 aprile, per sei settimane. «Non voglio fare un programma per gli appassionati, ma per appassionare». Ideato e condotto da Michieletto, il programma prevede sei puntate, ognuna delle quali parte da un’opera lirica, dal suo titolo e dal suo argomento, che spesso è tratto da un mito o da un archetipo letterario della nostra cultura. E proprio questo nucleo tematico offre la possibilità di coglierne le implicazioni e le declinazioni che ne hanno dato le altre arti e le altre branche del sapere. Non solo musica quindi, ma letteratura, arti figurative, cinema, teatro, psicanalisi, riflessione filosofica, fino ad arrivare alle implicazioni socio-antropologiche che ancora oggi ci coinvolgono.
“Il volo del calabrone”, che prende il nome dal celebre brano dell’opera La favola dello zar Saltan di Nikolaj Rimskij-Korsakov, è pensato per raccontare la cultura anche in questo periodo di necessario distanziamento sociale: non c’è uno studio televisivo, non ci sono telecamere. È realizzato interamente online, attraverso una piattaforma di social network, con Michieletto che dialoga connesso da casa sua sui vari temi, con ospiti diversi: studiosi e protagonisti della cultura e dello spettacolo, a loro volta collegati via internet.
La prima puntata è intitolata “Falstaff” e vede ospiti l’attore Giuseppe Battiston, che ha interpretato più volte il personaggio shakespeariano sulla scena, e Vinicio Capossela, cantore di temi crepuscolari come la solitudine e la nostalgia. Partecipano anche il baritono Ambrogio Maestri, che ha cantato il Falstaff di Verdi oltre trecento volte, e la regista Serena Sinigaglia che ha messo in scena sia l’opera di Verdi sia Le allegre comari di Windsor di Shakespeare, e che racconta il mondo femminile intorno a Sir John.
«Dopo aver realizzato la serie di appuntamenti live sui social media intitolati “La Fenice & Friends for Italy” – dice Michieletto – ho pensato di provare a trasformare quell’esperienza in un format televisivo agile e smart, da realizzarsi nonostante le limitazioni che caratterizzano le nostre vite in questo periodo. Ho trovato l’immediata complicità della Rai e di Rai Cultura, che ringrazio di cuore. Così è nato “Il volo del calabrone”, che per sei settimane ci porterà un po’ in giro tra idee, riflessioni, musica, arte e cultura, con uno spirito leggero e tanta curiosità. Iniziamo con l’eroe di Shakespeare e Verdi: Falstaff».
Le puntate successive prenderanno spunto da altri capolavori del repertorio operistico per “volare” in direzioni diverse. Seguiranno quindi Don Giovanni, Orfeo, Cenerentola, Madama Butterfly e West Side Story. Gli ospiti saranno artisti impegnati negli ambiti più diversi, dalla musica pop ed elettronica alla letteratura, dalla prosa al cinema.
“Il volo del calabrone”, prodotto da Rai Cultura e trasmesso da Rai5, è scritto e condotto da Damiano Michieletto con la collaborazione di Francesco D’Arma e Marta Teodoro, con il coordinamento editoriale di Anna Lisa Guglielmi e la regia di Stefania Grimaldi. Produttore esecutivo Elena Beccalli.
PROGRAMMAZIONE DAL 4 ALL’8 MAGGIO SU RAI5
Anche durante la settimana che apre il mese di maggio, prosegue su Rai5 la proposta musicale quotidiana di Rai Cultura nella fascia oraria del tardo pomeriggio, dalle 17.30 alle 20 circa.
Il lunedì è il giorno dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e il 4 maggio alle 18 su Rai5 sono protagonisti il direttore tedesco Hartmut Haenchen e il mezzosoprano Michelle Breedt. “Ora il sole osa sorgere e splendere ancora, come se una sciagura nella notte non fosse avvenuta. La sciagura è avvenuta: certo, a me solo è toccata, e il sole splende ovunque e per tutti gli altri, là fuori”. Sono gli struggenti versi che introducono il primo dei cinque Kindertotenlieder di Gustav Mahler, che aprono il concerto, registrato nel 2018. Sconcerto, mesta rassegnazione, nostalgia, risentimento, senso di vuoto, annullamento del tempo: sono una vera e propria disamina del dolore e della sua evoluzione i “canti per i fanciulli morti”, i cinque componimenti del poeta tardoromantico Friedrich Rückert, musicati da Mahler tra il 1901 e il 1904. A interpretarli è chiamata il mezzosoprano Michele Breedt, voce di riferimento del repertorio mahleriano, che ha collaborato con direttori come Seiji Ozawa, Christian Thielemann, Franz Welser-Möst e Philippe Jordan.
Sul podio è impegnato Hartmut Haenchen, cresciuto nella ex Germania dell’Est e successivamente trasferitosi in Olanda, per poi lavorare nei maggiori teatri del mondo, da Parigi a Londra, da Tokyo a Madrid, fino al debutto nel 2016 al Festival wagneriano di Bayreuth dove è stato acclamato per il suo Parsifal, che ha diretto anche nel 2017. Per il suo ritorno con l’Orchestra Rai propone anche, sempre di Mahler, Blumine, ossia il brano originariamente concepito come secondo movimento della Prima Sinfonia del compositore boemo, successivamente espunto ed eseguito come pezzo a sé stante. La serata si chiude con la Sinfonia n. 5 in Do minore Op. 67 di Ludwig van Beethoven, resa celebre dal suo incipit, che, come vuole la tradizione, lo stesso compositore ha definito “il destino che bussa alla porta”.
MEDEA
Il martedì è il giorno del repertorio operistico italiano. Il 5 maggio alle 17.30 su Rai5 va in onda Medea di Luigi Cherubini, andata in scena nel 2008 con la direzione musicale di Evelino Pidò e la regia di Hugo de Ana, che firma anche scene e costumi, mettendo in scena una grande nave con le vele ripiegate, incagliata in una spiaggia arida, che domina tutto lo spettacolo. Protagonista un’intensissima Anna Caterina Antonacci, che incarna il ruolo del titolo con una partecipazione emotiva straordinaria. Accanto a lei Giuseppe Filianoti come Giasone, Cinzia Forte nei panni di Glauce, Sara Mingardo in quelli di Neris e Giovanni Battista Parodi come Creonte. L’opera, che ha inaugurato la stagione 2008/2009 del Regio di Torino, è presentata nell’edizione tardoverista con la traduzione italiana di Carlo Zangarini del 1909, la cosiddetta “edizione Callas”.
THE RAKE’S PROGRESS
Mercoledì 6 maggio alle 17.45 su Rai5 va in onda il dramma per musica in tre atti The Rake’s Progress (La carriera di un libertino) di Igor Straviskij su libretto di Wystan Hugh Auden e Chester Kallman, proposto nell’edizione del 2006 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretto da Daniele Gatti con la regia di Lorenzo Mariani, le scene e i costumi di Maurizio Balò. Lo spettacolo è realizzato in forma semi-scenica con l’orchestra sul palcoscenico, in primo piano, anziché in buca come avviene nei teatri d’opera, ad assumere il ruolo dell’autentica protagonista. Sulla scena pochi elementi e moltissimi giornali, per evocare il fatto di cronaca al quale si ispirò il pittore inglese settecentesco William Hogarth per la serie di incisioni che Stravinskij vide all’Art Institute di Chicago nel 1947, e che ispirarono il suo lavoro. Le voci dei solisti sono quelle di Rainer Trost (Tom Rakewell), James Morris (Nick Shadow), Ellie Dehn (Anne) e Sara Fulgoni (Baba la turca). Accanto a loro l’Orchestra e Coro dell’Accademia di Santa Cecilia.
DANZA CON VIRGILIO SIENI
Nel giorno dedicato alla danza, giovedì 7 maggio alle 17.30 su Rai5, è protagonista Virgilio Sieni con tre diversi pezzi, registrati al Cango Cantieri Goldoneta di Firenze nel 2014. Si apre con Solo Golberg Improvisation, sulle celebri Variazioni Golberg di Bach eseguite dal vivo al pianoforte. La musica di Bach definisce una metrica e un’architettura immateriale in cui la danza fa affiorare memorie figurative mai citate direttamente, piuttosto affettuosamente evocate in un percorso intimo che chiede condivisione. Si prosegue con Sonate Bach di fronte al dolore degli altri: una rappresentazione di undici date emblematiche di altrettanti conflitti recenti: Sarajevo, Kigali in Rwanda, Srebrenica, Tel Aviv, Jenin, Baghdad, Istanbul, Beslan, Gaza, Bentalha, Kabul. Si chiude con Esercizi di Primavera, dedicato alle comunità in via di estinzione, che esplora la ritualità del corpo che si prepara al cambiamento. «Uno spettacolo – ha detto Virgilio Sieni – che sospende lo sguardo verso quelle comunità scomparse, fatte sparire, schiacciate, ed è a loro che è dedicato». Regia televisiva a cura di Felice Cappa.
ELEKTRA
La settimana si chiude venerdì 8 maggio alle 17.30 su Rai5 con Elektra di Richard Strauss, nell’allestimento firmato da Luca Ronconi al Teatro degli Arcimboldi nel 2005, per la stagione del Teatro alla Scala. La direzione musicale è affidata a Semyon Bychkov, che restituisce tutta l’atmosfera allucinata e barbarica della tragedia su libretto di Hugo von Hofmannsthal. Protagonisti sul palco sono Deborah Polaski nel ruolo del titolo, Anne Schwanewilms come Crisotemide, Alfred Walzer come Oreste, e una gelida e dispotica Felicity Palmer nei panni di Clitennestra. Le scene sono di Gae Aulenti mentre i costumi sono firmati da Giovanna Buzzi. Regia televisiva a cura di Fausto Dall’Olio.
LE CORSAIRE DELLA SCALA IN PRIMA SERATA
Azione, passione e romanticismo; grande evidenza per le danze e i virtuosismi che richiedono tecnica straordinaria; è il più emozionante tra i grandi classici della danza: Le Corsaire, che Rai Cultura propone in prima serata sul suo canale Rai5 mercoledì 6 maggio alle 21.15. Lo spettacolo è stato registrato nel 2018 al Teatro alla Scala con la celebre coreografia di Anna-Marie Holmes da Petipa (di cui nel 2018 si celebravano i 200 anni dalla nascita) e Sergeyev, con un nuovo allestimento di Luisa Spinatelli.
In un’ambientazione esotica, tra pirati e schiavi, tempeste e rapimenti, uccisioni e cospirazioni, le avventure del pirata Conrad per salvare la sua amata Medora riempiono la storia d’amore con un irresistibile spirito d’avventura. Dal debutto con il Boston Ballet e poi con l’American Ballet Theatre nel 1998, la Holmes, autorevole specialista dei grandi balletti ottocenteschi, lo ha rimontato per innumerevoli compagnie. Alla Scala, premiato dalla rivista Danza&Danza come miglior produzione classica del 2018, è stato una grande vetrina per gli artisti del teatro: nei ruoli principali Nicoletta Manni (Medora), Martina Arduino (Gulnare), Timofej Andrijashenko (Conrad), Marco Agostino (Lankendem), Antonino Sutera (Birbanto), Mattia Semperboni (Alì, lo schiavo), Alessandro Grillo (Il pascià), Antonella Albano (Zulmea), Virna Toppi, Maria Celeste Losa e Alessandra Vassallo (Le tre odalische).
SIMON BOCCANEGRA DALLA FENICE DI VENEZIA
È lo spettacolo che ha inaugurato la stagione 2014/2015 del Teatro La Fenice di Venezia il Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi, che Rai Cultura trasmette su Rai5 giovedì 7 maggio alle 21.15. Sul podio è impegnato il direttore d’orchestra coreano Myung-Whun Chung, mentre la regia e le scene sono affidate ad Andrea De Rosa.
«La mia lettura di Simon Boccanegra – dice De Rosa – è fortemente narrativa: nell’arco dei venticinque anni in cui la storia si dipana, i personaggi sono messi a dura prova sia dagli avvenimenti pubblici sia da quelli privati. Ho voluto raccontare l’evoluzione dei personaggi anche attraverso un video presente sullo sfondo della scena, nel quale si vedono scorci di immagini del mare. Ma solo alla conclusione dell’opera, con la morte del protagonista, l’orizzonte apparirà finalmente intero».
Protagonisti sul palco sono il baritono Simone Piazzola, nel ruolo del titolo, il soprano Maria Agresta, in quello di Amelia, il tenore Francesco Meli, che interpreta Gabriele Adorno, e il basso Giacomo Prestia nei panni di Jacopo Fiesco.
C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Rai Cultura