In occasione della 65ᵃ edizione dei “Premi David di Donatello”, in onda su Rai Uno lo scorso venerdì 8 maggio, i Musei del Bargello hanno dedicato una serie di approfondimenti all’originale della statua rinascimentale in bronzo da cui ha preso nome e forma il premio cinematografico.
Attraverso i canali della comunicazione digitale, in questi giorni di chiusura dei musei, si è raccontata la storia di un’opera rivoluzionaria: la più celebre statua del primo Rinascimento fiorentino, custodita nel Museo Nazionale del Bargello e che è diventata portatrice di valori come eroismo, forza e bellezza, modello figurativo per molte successive fasi di rinascita e rinnovamento culturale.
Non potendo ancora aprire le porte d’ingresso del Museo Nazionale del Bargello, il David “originale” è stato portato virtualmente nelle case degli italiani attraverso i canali digitali. Sul sito ufficiale www.bargellomusei.beniculturali.it sono pubblicate news, approfondimenti e album fotografici attraverso i quali conoscere meglio la storia e l’iconografia del David. Il canale Instagram @bargellomuseums, invece, ha raccontato il David, esplorando le tante ragioni che hanno reso quest’opera una star dell’arte.
IL PREMIO
Un’immersione digitale alla riscoperta del capolavoro che negli anni ‘50 del 900 l’allora Club internazionale del Cinema (oggi Accademia del Cinema Italiano) scelse di dedicare alle eccellenze cinematografiche per omaggiare la fervente rinascita culturale del dopoguerra italiano. Il giovane eroe di Donatello che sconfigge il gigante Golia si prestava in tutta la sua perfezione ad essere l’emblema della genialità, della creatività e della perfezione stilistica italiana. Probabilmente fu Oreste Petrolini, figlio del più famoso Ettore, a scegliere proprio il capolavoro di Donatello come modello. Mentre al gioielliere Costantino Bulgari spettò il compito di crearne una versione in oro e in scalaridotta che dal 1956 (prima edizione del Premio) sfila ogni anno insieme ai più grandi artisti italiani.
L’ORIGINALE
Il David, realizzato da Donatello attorno agli anni 40 del Quattrocento, su commissione di Cosimo il Vecchio de’ Medici, raffigura il giovane pastore mentre si erge vittorioso sopra la testa del gigante Golia che ha reciso con la sua stessa spada. Tale soggetto biblico era particolarmente sentito nella Firenze dell’epoca, ma la versione di Donatello si circonda di numerosi significati simbolici, cui si aggiungono quelli attribuitigli dalla fortuna dell’opera nel tempo e che l’hanno resa non solo la scultura più nota dell’artista fiorentino, ma anche l’emblema più riconoscibile del primo Rinascimento italiano.
Il bronzo è stato pensato a grandezza naturale (è alto 158 cm) per essere collocato su un’alta colonna ed ammirato dal basso e da più punti di vista. Donatello sorprende per l’eleganza del corpo e l’assorto stupore che traspare dal volto del giovane eroe vincitore. Si tratta, infatti, del primo esempio di nudo a tutto tondo realizzato dai tempi della statuaria classica. L’opera fu subito oggetto di ammirazione e interesse e, nel corso dei secoli, pur rimanendo sempre nella città di Firenze, ha cambiato sovente la propria dimora: il cortile di Palazzo Medici fu la prima sede di cui abbiamo testimonianza; poi, con la cacciata dei Medici del 1494, fu trasferito a Palazzo Vecchio; quindi a Palazzo Pitti e dal 1777 nella Galleria degli Uffizi. Infine nel 1865 il capolavoro di Donatello ha trovato la sua collocazione definitiva nel Museo Nazionale del Bargello – primo museo dell’Italia unita – nato proprio quell’anno per custodire la più importante collezione al mondo di statuaria rinascimentale.
Al Bargello, il David è diventato emblema del museo ed ha continuato a stupire e meravigliare il mondo intero. Tra le tappe più significative che incorniciano la sua storia nella nuova sede ci sono la prima grande Esposizione Donatelliana e l’ultimo sorprendente intervento di restauro. Nel 1887, in occasione dei 500 anni dalla nascita di Donatello, la grande Sala delle Udienze posta al primo piano del Palazzo del Bargello viene trasformata in un grande salone espositivo dedicato al maestro. Il successo è tale che da quel momento lo stesso magnifico Salone verrà intitolato a Donatello e il David ne diverrà elemento essenziale nell’allestimento dedicato ai capolavori della scultura del Quattrocento. Tra il 2007 e il 2008, col finanziamento della Protezione civile, la statua è stata sottoposta ad un delicatissimo intervento di restauro, realizzato nello stesso Salone di Donatello, che ha riportato in luce molte tracce di inaspettate dorature: il David realizzato da Donatello, pur se non completamente dorato come la statuetta dei premi cinematografici, era impreziosito da numerosi dettagli dorati (il pomo della spada, le foglie del cappello, le palmette dei calzari, le ali dell’elmo di Golia) e, soprattutto, aveva i capelli biondo oro come tramandato dai testi sacri. In pochissime, eccezionali occasioni, il David ha lasciato temporaneamente il Bargello per farsi ammirare nel mondo, contribuendo così a diffondere la conoscenza dell’arte italiana e ad alimentare il mito della sua grandezza. Nel 1930, con la controversa trasferta alla Royal Academy of Arts di Londra per la mostra dedicata all’eccellenza artistica italiana (Exhibition of Italian art: 1200–1900), o per l’Expo 1967 di Montreal, quando il David fu protagonista assoluto del padiglione italiano in un allestimento appositamente realizzato da Carlo Scarpa.
Prototipo di bellezza, emblema di eroismo, simbolo di potere ma anche di libertà: il David di Donatello è tutto questo e anche di più. Nella sua lunga storia, iniziata a Firenze all’alba del Rinascimento, approdata al Museo del Bargello, ha proseguito il suo viaggio virtuale guadagnandosi una fama mondiale – non capolavoro tra tanti, ma monumento all’ingegno umano, alle sue potenzialità e alla sua grandezza.
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C.S.
Fonte: Opera Laboratori Fiorentini e Ufficio Stampa Museo del Bargello
Contributi fotografici: © A. Quattrone
MUSEO NAZIONALE DEL BARGELLO
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