La riapertura di Palazzo Barberini e Galleria Corsini, sedi delle Gallerie Nazionali di Arte Antica è in programma per l’11 giugno. Per l’occasione, le due mostre temporanee in corso nelle due sedi sono state prorogate. La mostra “Orazio Borgianni. Un genio inquieto nella Roma di Caravaggio”, a cura di Gianni Papi in corso dal 6 marzo a Palazzo Barberini è prorogata fino al 1 novembre 2020. La mostra “Rembrandt alla Galleria Corsini: l’Autoritratto come san Paolo”, a cura di Alessandro Cosma in corso dal 21 febbraio alla Galleria Corsini è prorogata fino al 30 settembre 2020.
ORAZIO BORGIANNI. UN GENIO INQUIETO NELLA ROMA DI CARAVAGGIO
Le Gallerie Nazionali di Arte Antica presentano nella sede di Palazzo Barberini la mostra “Orazio Borgianni. Un genio inquieto nella Roma di Caravaggio”, a cura di Gianni Papi. La prima mostra monografica dedicata a Orazio Borgianni (Roma, 1574 – 1616) ha luogo significativamente a Palazzo Barberini, dove sono conservati due capolavori dell’artista l’Autoritratto e la Sacra Famiglia con san Giovannino, sant’Elisabetta e un angelo, insieme a uno dei più ricchi e importanti nuclei di dipinti caravaggeschi al mondo.
Nella prima parte della mostra sono esposte 18 opere autografe che tratteggiano la vicenda storico-artistica di Borgianni dando un ritratto esauriente della sua attività a Roma. Qui il pittore rientrò nel 1605, dopo aver trascorso alcuni anni in Spagna, dove ebbe l’opportunità di conoscere El Greco.
Nella città natale Borgianni rimase fino alla morte (1616), entrando in contatto con Caravaggio. In questo decennio eseguì capolavori assoluti e definì uno stile del tutto originale e innovativo, benché rimane chiaro come egli non restò indifferente alle novità naturalistiche del Merisi. Opere come la Visione di San Francesco di Sezze, il San Carlo Borromeo della Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, la Natività della Vergine di Savona, il Cristo fra i dottori, oggi presso il Rijksmuseum di Amsterdam, la Sacra Famiglia della collezione delle Gallerie Nazionali risuonano di echi caravaggeschi e presentano al contempo una varietà di soluzioni stilistiche inedite e anticipatrici, che ne fanno uno dei protagonisti di quegli anni.
Una seconda sezione – con 17 opere in mostra – riguarda quella schiera di grandi pittori rispetto ai quali l’influenza di Borgianni fu significativa e talvolta decisiva. Fra questi Carlo Saraceni, legato da rapporto personale con Orazio, al punto che entrambi furono sospettati di avere ordito l’agguato nei confronti di Giovanni Baglione, nell’autunno del 1606; Antiveduto Gramatica, amico di Borgianni e testimone al suo testamento, nonché fecondamente influenzato dal suo linguaggio negli anni centrali del secondo decennio;
Giovanni Lanfranco, Simon Vouet, Giovanni Serodine, tre fra i protagonisti dell’ambiente artistico romano fra la fine del secondo e il terzo decennio, personalità che ebbero un evidente debito con gli esiti anticipatori di Borgianni di qualche anno prima. Marcantonio Bassetti, Carlo Bononi, Guido Cagnacci, Tanzio da Varallo, Giovan Francesco Guerrieri, Luis Tristan e Claude Vignon sono gli altri artisti che con le loro opere saranno presenti in mostra.
È prevista la pubblicazione di un catalogo (Skira Editore) illustrato con il saggio di Gianni Papi, i testi di Daniela Brogi e Yuri Primarosa e le schede delle opere di Tommaso Borgogelli, Enrico Ghetti e Gianni Papi.
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ORAZIO BORGIANNI, UN PITTORE NELLA ROMA DI CARAVAGGIO
(6 marzo – 30 giugno 2020 Date prima del coronavirus)
Nuove date: 11 giugno – 1 novembre 2020
Palazzo Barberini
via delle Quattro Fontane, 13, Roma
www.barberinicorsini.org
Facebook: @BarberiniCorsini | Twitter: @BarberiniCorsini | Instagram: @BarberiniCorsini
REMBRANDT ALLA GALLERIA CORSINI: L’AUTORITRATTO COME SAN PAOLO
Le Gallerie Nazionali di Arte Antica presentano nella sede di Galleria Corsini la mostra “Rembrandt alla Galleria Corsini: l’Autoritratto come san Paolo”, a cura di Alessandro Cosma. Proveniente dal Rijksmuseum di Amsterdam è esposto, per la prima volta in Italia dopo il 1799, lo straordinario autoritratto di Rembrandt, firmato e datato 1661, che nel Settecento faceva parte della collezione Corsini ed era collocato nelle sale del palazzo alla Lungara. L’opera fu infatti acquistata tra il 1737 e il 1739 dal cardinal Neri Maria Corsini per 100 scudi da Marie-Thérèse Gosset, vedova di Nicolas Vleughels, direttore dell’Accademia di Francia a Roma.
Una recente riscoperta documentaria ha oggi chiarito che l’opera fu protagonista di un episodio emblematico della dispersione di opere d’arte durante l’occupazione francese del 1799. In quell’anno infatti la famiglia Corsini fu costretta a far fronte alle contribuzioni forzate imposte dal governo francese alle nobili famiglie romane. In assenza del principe Tommaso, allora in Sicilia, il “maestro di casa” dei Corsini, Ludovico Radice, organizzò la vendita di 25 dipinti della collezione al noto mercante d’arte Luigi Mirri, che immediatamente ne rivendette una parte all’inglese William Ottley.
Le opere vendute in quell’occasione includevano capolavori come la Visione di sant’Agostino di Garofalo, oggi alla National Gallery di Londra, il Sacrificio di Noè attribuito a Poussin, oggi a Tatton Park, e l’Autoritratto di Rembrandt che passò di mano in mano tra i principali mercanti inglesi attivi a Roma, da William Ottley a Robert Fagan, da James Irvine a William Buchanan. Nel 1807 quest’ultimo lo portò in Inghilterra e, dopo numerosi passaggi collezionistici, il dipinto giunse infine al Rijksmuseum di Amsterdam.
Nel 1800, con la fine della Repubblica Romana, il Principe Tommaso iniziò una causa con Mirri e Ottley per fermare l’esportazione delle opere, ma riuscì a riprendere solo alcuni dei dipinti venduti che ancora oggi sono esposti nella galleria: la Sacra Famiglia di Garofalo, la Madonna del latte di Murillo, il Ritratto del cardinale Giacomo Savelli di Scipione Pulzone, il Ritratto di Giulio II allora attribuito a Raffaello, la Salomè con la testa del Battista di Guido Reni, i Cacciatori a cavallo di Philips Wouverman.
La mostra riporta quindi il famoso dipinto di Rembrandt alla Galleria Corsini, ancora oggi allestita seguendo la disposizione voluta nel Settecento da Neri Maria Corsini, e presenterà la storia della dispersione dei quadri Corsini nel 1799. La ricostruzione è resa possibile grazie ai documenti originali, oggi conservati presso l’Archivio Corsini di San Casciano in Val di Pesa: lettere, stime e atti processuali, permetteranno di raccontare al pubblico uno dei momenti più critici e difficili per il patrimonio culturale italiano.
Una selezione delle stampe originali di Rembrandt appartenute alla famiglia Corsini, costituisce inoltre l’occasione per ricostruire l’apprezzamento che la famiglia aveva nei confronti dell’artista olandese, di cui possedevano oltre 200 stampe conservate allora nella biblioteca del palazzo alla Lungara, aperta al pubblico e agli studiosi fin dal 1754, e oggi conservate all’Istituto centrale per la grafica.
La mostra è accompagnata da un catalogo illustrato, edito da Allemandi, con i saggi di Ebe Antetomaso, Jonathan Bikker, Giovanna Capitelli, Alessandro Cosma e schede di Gabriella Bocconi e Isabella Rossi.
#GalleriaCorsini #RembrandtaCorsini
REMBRANDT ALLA GALLERIA CORSINI: L’AUTORITRATTO COME SAN PAOLO
(21 febbraio – 15 giugno 2020 date prima del Coronavirus)
Nuove date 11 giugno – 30 settembre 2020
Galleria Corsini
via della Lungara 10, Roma
www.barberinicorsini.org
Facebook: @BarberiniCorsini | Twitter: @BarberiniCorsin | Instagram: @BarberiniCorsini
C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Maria Bonmassar