L’edizione 2020 di Porto di Parole sarà ancora una volta all’insegna delle narrazioni differenti, come recita il sottotitolo dell’evento che quest’anno aggiunge un nuovo numero alle sette edizioni appena trascorse. Da qui nasce l’idea del titolo “7+1”. Dal 6 al 12 luglio si navigherà verso nuovi lidi e saranno tracciati dall’attuale digital culture. Per la nuova edizione si cambia formula, soprattutto alla luce dell’emergenza epidemiologica che stiamo vivendo. Nei mesi di lockdown è stata progettata con la collaborazione del Dipartimento di Scienze Umane Filosofiche e della Formazione (DISUFF) dell’Università degli Studi di Salerno una caccia al tesoro interattiva nella quale le famiglie si sfidano a colpi di narrazioni. Sette sono le squadre da comporre, come sette sono le edizioni di Porto di Parole live, le note musicali e i giorni della settimana. A firmare i sette personaggi-pedina è Gek Tessaro, autore e illustratore di libri per l’infanzia e ideatore del “teatro parlato” per bambini. A scendere in campo sono le famiglie che potranno iscriversi dalla pagina facebook di Porto di Parole dal 3 al 5 luglio 2020 scegliendo la propria tra quelli previste e inserendo i dati strettamente necessari e non sensibili. Ogni gruppo, coordinato da un operatore, ogni sera a partire dal 6 luglio dovrà superare una prova che consisterà in attività legate al mondo delle narrazioni. A far da file rouge è una storia scritta da Gek Tessaro che per l’occasione ha disegnato anche nuovi personaggi ed un suo avatar; di sera in sera poi s’incontreranno gli artisti amici di Porto di Parole – dal Coro Pop diretto da Ciro Caravano ai I nuovi Scalzi e Oreste Castagna – che proporranno ai partecipanti degli originali test da superare. Ogni collegamento durerà in tutto 40 minuti e comprenderà una breve introduzione, la partecipazione ad uno spettacolo e il superamento della prova. L’ultimo step prevede un grande gioco d’interazione tra i partecipanti che consente loro di conoscersi meglio e tagliare il traguardo insieme.

«Sin dall’inizio abbiamo chiesto agli sviluppatori di immaginare un gioco virtuale che non fosse compulsivo – spiegano Renato De Rosa, Vincenzo e Silvia Aliberti – Le soluzioni che dovranno trovare le squadre saranno sempre il frutto di un ragionamento che ha attinenza con la storia lanciata da Gek Tessaro e che farà da tappeto narrativo. Le squadre potranno interagire con i vari protagonisti e questo consentirà loro di vivere prima di tutto un’esperienza. In fondo, Porto di Parole nasce come quel luogo immaginario da vivere e condividere. L’emergenza epidemiologica in corso ci ha chiesto di cambiare pelle, di trovare nuove formule. Lo abbiamo fatto, ripartendo dalle famiglie».

Porto di Parole è organizzato da Saremo Alberi.Libroteca con il patrocinio del Comune di Salerno e la collaborazione del Laboratorio Rimedia del DISUFF (Dipartimento di Scienze Umane Filosofiche e della Formazione) dell’Università degli Studi di Salerno con il referente Sergio Miranda. Info e dettagli sulla pagina facebook

C.S.
Fonte: Ufficio Stampa

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