Dopo quasi tre mesi di chiusura, nel corso dei quali il pubblico ha potuto visitare o prendere parte a iniziative solo virtualmente, i musei e i castelli del Trentino hanno riaperto nuovamente le loro porte. Nel rispetto delle misure previste per garantire il distanziamento e la sicurezza, si può dunque di nuovo apprezzare e scoprire il grande patrimonio culturale e architettonico conservato nelle loro sale. Visitare i maggiori musei sul territorio ammirando i capolavori esposti nelle collezioni permanenti o in quelle temporanee, equivale a sfogliare un compendio di storia dell’arte e dell’architettura e a intraprendere un viaggio nel tempo, dal Rinascimento all’età contemporanea.
Sarà un’estate ricca di eventi quella proposta dai castelli provinciali. Dalla mostra dedicata a Rembrandt all’inaugurazione della Stube del Conte restaurata di Castel Caldes, dalla mostra sulla biosfera e sulla salvaguardia dell’ambiente a Castel Stenico alla mostra di Mandy Barker a Castel Beseno.
Partendo da Trento non può mancare una visita al monumentale Castello del Buonconsiglio, con i suoi nuovi percorsi di visita. Castel Beseno, invece, da fine giugno al 1° novembre ospiterà la mostra di fotografie di Mandy Barker “Not in my planet”. La pluripremiata fotografa britannica da anni smuove le coscienze con opere visivamente bellissime che, viste da vicino, rivelano la loro origine: le foto in grande formato esposte raffigurano rifiuti plastici raccolti dall’autrice nelle spiagge e negli oceani di tutto il mondo, la traccia più visibile della nefasta attività umana. www.buonconsiglio.it
Castel Caldes ospita fino al 1° novembre una mostra dedicata alle incisioni realizzate da Rembrandt della collezione Lazzari Turco Menz, donata nel 1924 al Municipio di Trento, e conservate al castello del Buonconsiglio. Composta complessivamente da circa un migliaio di fogli, abbraccia un arco cronologico assai ampio, dalla fine del XV secolo alla metà del XIX, comprendendo opere di scuola italiana, francese, fiammingo-olandese, tedesca, spagnola e inglese. E il 20 luglio verrà aperta la magnifica Stube del Conte, vasto ambiente restaurato in maniera certosina. A Castel Stenico proseguono le mostre dedicate alla salvaguardia dell’ambiente, in particolare la mostra dedicata alla Riserva di Biosfera “Alpi Ledrensi e Judicaria”, visitabile fino ad ottobre 2020.
In questi castelli si accede previa prenotazione obbligatoria (sul sito www.buonconsiglio.it o con prenotazione telefonica – 0461 492811).
MUSE
Al Museo delle Scienze nel corso dell’estate sono aperte le seguenti mostre:Manimali/Handimals: Quadri a olio e grandi foto fine art, i cui soggetti sono animali dipinti sulle mani dall’artista e body painter Guido Daniele. Fino all’11 ottobre 2020.
A collection for beyond the plastic. La collezione di 11 arazzi, realizzati dal maestro tessitore Giovanni Bonotto e curata da Chiara Casarin, intreccia la ricerca contemporanea di giovani artisti italiani con la visione creativa delle nuove tecniche di tessitura. A Palazzo delle Albere
La prenotazione dell’ingresso è obbligatoria solo per il MUSE; per le sedi territoriali gli ingressi saranno comunque contingentati, ma non prevedono la prenotazione anticipata. I biglietti sono acquistabili su Ticketlandia. Su prenotazione anche le attività nel giardino e nelle sedi territoriali.
www.muse.it
MART
Quest’estate due mostre dedicate alla fotografia e una alla videoarte, esplorano i nuovi linguaggi visivi che generano le narrazioni del nostro tempo.
Italo Zannier. Fotografo innocente fino al 23 agostoL’esposizione indaga gli interessi del professor Zannier (1932): da un lato appassionato studioso, dall’altro “fotografo innocente”, come lui stesso ama definirsi. Esposti per la prima volta, preziosi albi illustrati provenienti dall’archivio personale di Zannier delineano l’evoluzione dell’immagine riprodotta dalle origini a oggi. La sezione espositiva della mostra illustra la sessantennale attività dell’artista, dal 1952 ad oggi: un nucleo di circa 100 fotografie perlopiù inedite testimonia la pratica di una grande passione, spaziando dall’approccio neorealista degli anni Cinquanta alle sperimentazioni più recenti in ambito digitale.
I diari. Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi fino al 23 agostoNei primi anni Duemila il Mart ha avviato un’importante collaborazione con Yervant Gianikian (1942) e Angela Ricci Lucchi (1942-2018), vincitori nel 2015 del Leone d’Oro alla Biennale d’Arte di Venezia. A due anni esatti dalla morte di Angela Ricchi Lucchi, il Mart rinnova il sodalizio con la coppia presentando l’ultima produzione entrata a far parte delle Collezioni: I diari di Angela. Noi due cineasti. Capitolo secondo (2019). Un racconto poetico che, attraverso filmati d’archivio e materiali cartacei raccolti in oltre quarant’anni, rivela parte della vita dei due registi.
Le altre mostre
Carlo Benvenuto. L’originaleLa personale che il Mart dedica a Carlo Benvenuto (1966) presenta una selezione di circa cinquanta lavori realizzati dagli anni Novanta a oggi: opere fotografiche, sculture e dipinti creano un unico grande componimento metafisico.
Ardengo Soffici. Incontro di Dante e BeatricePer le celebrazioni per il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri (1321-2021), il Mart rende omaggio al Sommo Poeta ospitando il dipinto di Ardengo Soffici Incontro di Dante e Beatrice (1906), proveniente da Casa Raphael – Palace Hotel di Roncegno Terme.
After Monetpresenta
una selezione di opere fotografiche appartenenti al patrimonio del Mart. Il
Focus illustra un tema centrale nella storia dell’arte moderna e contemporanea:
il rapporto dialettico tra la fotografia e la pittura.
Alla Casa d’Arte Futurista Depero
Tuuumultum! Campionature tra arte, musica e rumore dalle collezioni del Mart La mostra mette in relazione importanti opere d’arte con i materiali provenienti dall’Archivio del ’900, con particolare riguardo a precisi momenti storici.
Alla Galleria Civica a Trento
Ciò che vedo. Nuova figurazione in Italia
Quattordici artisti italiani, giovani o mid-career, sono i protagonisti di questo progetto espositivo che presenta alcune tra le esperienze più recenti e significative della nuova figurazione pittorica.
www.mart.tn.it
Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina
Per l’estate 2020 il Museo di San Michele accoglie nelle sue sale l’immaginario popolare: “La montagna delle leggende”. Il Trentino vanta una ricca tradizione legata al mondo fantastico che popola boschi, fiumi, laghi che ne caratterizzano il paesaggio. Queste credenze hanno dato forma a un’infinità di racconti arrivati fino a noi grazie alla tradizione orale. Le 42 sale del Museo all’interno delle quali si può rivivere il grande patrimonio materiale del Trentino, accoglieranno i visitatori con una leggenda per ogni ambientazione: uomini selvatici, anguane, gnomi, fate delle acque, misteriosi animali, troveranno il loro luogo ideale negli spazi del Museo. I più piccoli potranno a fine visita partecipare ad un laboratorio per ricordare i personaggi incontrati, mentre i più grandi avranno fatto un vero e proprio salto nella tradizione e nel regno della fantasia.
www.museosanmichele.it
Fondazione Museo storico del Trentino
Alle Gallerie di Piedicastello si può visitare la mostra fotografica di Alessio Franconi Si combatteva qui! Alpi, teatri di battaglie 1940 – 1945. 70 scatti che ripercorrono paesaggi mozzafiato, luoghi abbandonati in posti tanto incredibili quanto inaccessibili, dove si sono combattute le battaglie dimenticate della Seconda Guerra Mondiale lungo le Alpi dalla Francia fino alla Croazia attraversando l’Italia, la Svizzera e la Slovenia. Partendo dalle origini della sua famiglia, l’autore ha deciso di ripercorrere le orme dei propri nonni per ricordare la tragedia che toccò le vite di milioni di europei. Nelle due Gallerie sono visitabili anche le mostre: Usavamo la cinepresa. Storie in formato ridotto e Chiara Lubich, città, mondo e Fake! Fallimenti e inganni della visione umana.
La prenotazione è obbligatoria per i gruppi (tel. 0461/944888 – prenotazioni@museostorico.it).
www.museostorico.it
Museo Diocesano Tridentino
Fino al 15 settembre il Museo Diocesano Tridentino propone una mostra dedicata a quella che si potrebbe oggi definire una clamorosa fake news del passato: il ‘caso’ di Simonino da Trento, un bambino presunta vittima di omicidio rituale ebraico, venerato per secoli come ‘martire’ innocente. La mostra L’invenzione del colpevole – Il ‘caso’ di Simonino da Trento, dalla propaganda alla storia ripercorre una delle pagine più oscure dell’antisemitismo, per stimolare la riflessione sui meccanismi di costruzione del nemico e sul potere della propaganda.
Prenotazione obbligatoria con pagamento on line a partire da luglio.
www.museodiocesanotridentino.it
Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto
Il Museo Storico Italiano della Guerra propone un percorso di visita rinnovato, che permette di fruire degli spazi restaurati del Castello di Rovereto. Tra le novità il museo presenta anche il riallestimento della sala che ospita l’aereo italiano Nieuport Macchi, ora dedicata alle innovazioni tecnologiche che portarono ad una guerra completamente nuova rispetto al passato. Si può inoltre visitare un’importante mostra fotografica del fotografo inglese Giles Duley. Iraq: una ferita aperta.
Prenotazione possibile, ma non obbligatoria, entro il giorno precedente, per via telefonica o e- mail
www.museodellaguerra.it
UN TOUR SULLE TRACCE DI SCRITTORI, POETI, ALPINISTI
I primi a raccontare le bellezze del Trentino furono i protagonisti del Grand Tour in Italia, come il grande letterato tedesco Goethe ma numerosi sono i paesaggi e le ambientazioni trentine che hanno ispirato alcuni tra i più grandi scrittori come Thomas Mann o gli italiani Buzzati e Pratolini
Per scoprire un Trentino diverso un nuovo spunto potrebbe essere quello di attraversare le sue vallate sulle orme dei grandi personaggi della storia che hanno vissuto, in più epoche, questi luoghi nel corso di viaggi, soggiorni e avventure. L’occasione può anche essere propizia per uscire dai circuiti tradizionali e magari scoprire i luoghi meno conosciuti, che già ispirarono queste grandi menti.
Fra gli ospiti più illustri che hanno soggiornato in Trentino, senz’altro un riguardo speciale va riservato a Sigmund Freud (1856-1939), il fondatore della psicoanalisi, che legò il suo nome a quello di Lavarone ed al suo lago. Freud fu un grande amante della montagna e un grande viaggiatore ed i viaggi furono, insieme alla psicoanalisi e all’archeologia, la grande passione della sua vita. Non è quindi un caso che la sua mèta preferita fosse l’Italia e durante i numerosi viaggi intrapresi tra il 1895 e il 1923, Freud toccò molte volte anche il Trentino, allora provincia dell’Impero Austro-Ungarico. In famiglia era espressamente riservato a lui il compito della scelta della località di villeggiatura, compito che il celebre psicoanalista svolgeva con estrema serietà e minuzia. Come ricorda il figlio Martin nel libro di memorie Mio padre Sigmund Freud, la preparazione di ogni viaggio era “un’autentica arte” per Freud, il quale “ogni anno vagava come un esploratore per le montagne in cerca del posto più bello dove soggiornare con la famiglia”.
Forme ardite che assumono un arcobaleno di colori in costante mutazione fino al momento magico dell’enrosadira all’ora del tramonto, e dal 2009 anche inserite nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco: sono le Dolomiti. E tra i luoghi del territorio trentino eletti dai più grandi viaggiatori della storia, ci sono anche queste mitiche montagne. Le emozionanti visioni delle vette rosate hanno infatti stregato avventurieri e alpinisti decisi a misurarsi sulle pareti più impervie, ma anche naturalisti, fotografi, documentaristi, per non parlare di scrittori e letterati, in cerca di ispirazione. Dino Buzzati (1906-1972), scrittore e giornalista, fu assiduo frequentatore delle Pale di San Martino, e persino scrisse il suo capolavoro Il Deserto dei Tartari ispirandosi proprio all’altopiano delle Pale. Artista eclettico, portava sempre nel portafoglio una raffigurazione del Duomo di Milano con le sembianze della Cima Canali (parte delle Pale di San Martino), e le Pale ispirarono in effetti anche altri suoi componimenti e articoli.
Trentino terra di vette ma anche di laghi, fiumi, torrenti, cascate. Accanto alle montagne l’elemento che caratterizza e modella il paesaggio trentino è sempre stata l’acqua. Il più noto dei laghi trentini, il Lago di Garda, coi suoi venti Òra e Pelèr che ne mitigano il clima tanto da renderlo un micro habitat mediterraneo, seppur incastonato tra scoscese pareti di roccia, non poteva che essere la meta ideale di viaggiatori di tutte le epoche, in particolare quella del Grand Tour. Un nome su tutti, quello di Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832), che nel 1786, durante il suo celebre viaggio in Italia, giunse in Trentino ridiscendendo attraverso la valle dell’Adige e rimanendo impressionato dalla Piana Rotaliana che testualmente definì “il più bel giardino vitato d’Europa”. Dopo essersi fermato a soggiornare a Trento e a Rovereto, giunse a Torbole potendo ammirare l’ambiente mediterraneo ed italiano del Garda. “Con che ardente desiderio vorrei che i miei si trovassero un momento con me, per poter gioire alla vista che mi sta davanti”, scrive il poeta nel suo diario, e proprio il grande letterato tedesco ha contribuito a creare l’immagine del Garda magnificandone l’atmosfera e rinnovando il senso del “lago marino” di Virgilio. Successivamente, nel 1800, nobiltà europea, borghesi e intellettuali erano soliti svernare nei dolci borghi d’Italia e talora, approfittando del clima favorevole, godere di cure termali e soggiorni di cura.
Tra gli italiani, Gabriele d’Annunzio (1863-1938) fu tra i personaggi di eccellenza che hanno frequentato il lago di Garda. Il grande poeta nazionale amava trascorrere lunghi periodi di soggiorno al lago, ma come appassionato di sport velici, fu uno dei primi sostenitori del circolo velico “la Fraglia” di Riva del Garda, tanto da esserne stato nominato Presidente ab aeterno dai soci dell’associazione. Anche Vasco Pratolini (1913-1991), uno dei massimi rappresentanti del neorealismo del secondo dopoguerra, fu uno dei più famosi e assidui frequentatori delle sponde trentine del Benaco. I suoi romanzi costituirono un culto per la generazione del dopoguerra, e testimoniano con efficacia il clima sociale e culturale di quel periodo. Tra il 1935 e il 1936, Pratolini soggiornò ad Arco nei sanatori Villa delle Rose e Villa Bellaria e racconta i mesi della malattia in alcune pagine raccolte nel Diario sentimentale, in particolare nei capitoli Gli uomini che si voltano, il Diario di Villarosa e il Taccuino del convalescente, descrivendola come “una bella villetta dipinta di rosa, con un giardino, una vasca, un grosso cedro, una veranda, delle terrazze, e una torricina per solaio, la circondano le montagne, e c’è il lago vicino”.
C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Trentino marketing, 25 giugno 2020