Proseguono sino a sabato 11 luglio al Teatro Gustavo Modena le repliche di Fly Me to the Moon. Lo spettacolo, che ha inaugurato la 25esima edizione della Rassegna di Drammaturgia Contemporanea, segna anche la ripresa delle attività al pubblico all’interno delle sale del Teatro Nazionale di Genova, dopo gli oltre 100 giorni di chiusura dovuti al lockdown. Il rispetto delle norme anti-covid ha stimolato la fantasia del regista, che ha trasferito l’azione nella platea del Modena, in parte svuotata dalle poltroncine e animata dai giochi di luce curati da Davide Riccardi, con il pubblico distribuito sui tre ordini di palchi. Insomma, un rientro che limita i posti disponibili ma offre totale sicurezza agli spettatori, che possono, se lo desiderano, stare nello stesso palchetto insieme a un congiunto o un amico.
Nel periodo della Rassegna di Drammaturgia Contemporanea, che prevede altre due produzioni – Io amo la morte, come voi amate la vita di Mohamed Kacimi alla Sala Mercato dal 8 al 18 luglio e Per le parti di lei che sono mie dai racconti di Maurizio de Giovanni alla Corte dal 15 al 25 luglio – la biglietteria sarà aperta nelle sale di spettacolo il martedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle ore 18 alle 20.45, il giovedì dalle ore 17 alle 19.45 per l’acquisto dei biglietti di tutti gli appuntamenti in programma. Disponibile in qualsiasi momento, invece, la nuova biglietteria online, ulteriormente semplificata nei passaggi e accessibile direttamente dal sito teatronazionalegenova.it.
Curata in questa edizione da Giorgio Gallione e Andrea Porcheddu, la Rassegna di Drammaturgia Contemporana del Teatro Nazionale di Genova ha da sempre l’obiettivo di mettere a confronto nuove generazioni di attori e registi con gli autori più interessanti del nuovo panorama internazionale.
FLY ME TO THE MOON
Teatro Gustavo Modena
Alice Arcuri ed Eva Cambiale, entrambe diplomate alla Scuola di Recitazione del Teatro di Genova, sono le interpreti di Fly Me to the Moon, dell’autrice irlandese Marie Jones, regia di Carlo Sciaccaluga. Mariti disoccupati e figli a carico, Francis e Loretta, due quarantenni la cui ambizione più grande è andare a Barcellona per l’addio al nubilato di una collega, si guadagnano da vivere assistendo gli anziani a domicilio. Sino a che non trovano l’ottantenne Davy, grande scommettitore e fan di Frank Sinatra, riverso sul pavimento del bagno. E improvvisamente gli si apre un’opportunità a cui mai avevano pensato. Ma sarà un colpo di fortuna? O di sfortuna?
Nonostante apra uno squarcio su un ambiente sociale traboccante di problemi, Fly Me to the Moon, rappresentato con successo anche a Broadway, è un testo dai dialoghi scoppiettanti ad alto tasso di comicità. Commenta il regista Carlo Sciaccaluga: «Se si vive per sopravvivere, non c’è spazio per il bello, è meglio mandare i figli ai parchi divertimenti invece che nei musei, perché il presente è un tempo invivibile, va sospeso e soppresso. Ma Fly me to the Moon è una commedia dall’inizio alla fine, perché sogniamo sempre tutti di poter volare sulla luna, vedere la primavera su Giove e Marte, perché in fondo l’uomo è fatto d’amore».
Marie Jones, nata a Belfast nel 1951, è stata attrice di successo prima di dedicarsi alla scrittura. Le sue commedie sono pluripremiate e apprezzate in Europa e negli Stati Uniti. Molto impegnata socialmente e politicamente, Jones è da sempre attenta al ruolo delle donne nella società. La versione italiana di Fly me to the moon, con la traduzione dello stesso regista, Carlo Sciaccaluga, ha debuttato in forma di mise-en-espace a Roma all’ultima edizione del Festival Trend – Nuove frontiere della scena britannica, diretto da Rodolfo Di Giammarco.
IO AMO LA MORTE, COME VOI AMATE LA VITA
di Mohamed Kacimi, regia di Barbara Alesse, con Lorenzo Satta e Alessio Zirulia da mercoledì 8 a sabato 18 luglio | sala Mercato.
Due giovani uomini, entrambi francesi di nuova generazione, entrambi musulmani. Uno è un terrorista, barricato nel bagno del proprio appartamento dopo avere compiuto una strage, e l’altro è un poliziotto, che nel corso di un assedio lungo un giorno e mezzo cerca di convincerlo a consegnarsi. Ispirato a fatti realmente accaduti nel 2012, il dramma scritto dall’affermato autore franco-algerino Mohamed Kacimi ha debuttato nel 2017 al Festival di Avignone, suscitando da più parti roventi polemiche e richieste di interruzione delle repliche. Accusato di avere umanizzato eccessivamente il terrorista protagonista della pièce, il drammaturgo ha replicato: “Lo spettacolo disturba perché fa toccare con mano ciò che è l’odio islamista e la banalità del male incarnata dall’attentatore (…). Il teatro è uno strumento adatto a evocare fatti tragici perché ci permette di esorcizzarli”. “Il male ha un volto comune, ha gli occhi vispi e sognanti di un ragazzo che non incute nessuna paura, gli stessi occhi che ritroviamo nel poliziotto” commenta Barbara Alesse, regista della versione italiana di Moi, la mort, je l’aime, comme vous aimez la vie. “È questo il problema che fatichiamo ad affrontare”.
Scrittore, drammaturgo, studioso del mondo arabo, Mohamed Kacimi è nato in Algeria nel 1955 e si è trasferito a Parigi nel 1982. Apprezzato dalla critica sin dalla pubblicazione di Le Mouchoir (1987), ha pubblicato numerosi romanzi. Il suo primo testo teatrale, Le vin, le vent, la vie, è stato messo in scena da Ariane Mnouchkine nel 1995 al Festival di Avignone. Tra i suoi lavori teatrali La confession d’Abraham, messo in scena in Italia da Moni Ovadia, e La table de l’éternité, entrato a far parte del repertorio della compagnia di Lev Dodin. Tra le sue opere teatrali più recenti Jours tranquilles à Jérusalem, messo in scena da Jean-Claude Fall.
PER LE PARTI DI LEI CHE SONO MIE
Tre racconti di Maurizio de Giovanni: Colpa del pomeriggio, Storia di una principessa, La moglie del mostro. Regia Mercedes Martini, con Federica Granata, Lisa Lendaro, Lucia Fontanelli da mercoledì 15 a sabato 25 luglio | Teatro della Corte Ivo Chiesa
Una figlia, una moglie, una madre. Tre donne che non si conoscono, ciascuna colpevole di un crimine terribile, che matura nella noia di un pomeriggio, nel malessere della provincia italiana, nella rabbia e nella mancanza di prospettive. Una discesa nel cuore nero dell’umanità. Costruito su tre racconti di Maurizio de Giovanni, in cui il creatore del Commissario Ricciardi e dei Bastardi di Pizzofalcone rilegge con la propria immaginazione tre celebri casi di cronaca nera, lo spettacolo di Mercedes Martini ci presenta tre innesti di delitto, cogliendo le protagoniste nell’istante in cui matura il pensiero omicida, quel momento che trasformerà per sempre le loro vite. “Il pomeriggio vuoto in cui ho saputo come incatenare quel ragazzo a un giuramento. L’istante in cui quegli occhi di ghiaccio li ho visti la prima volta e avrei voluto decifrarli. Il momento in cui da bambina mi sono girata sentendomi chiamare principessa, ma non ero io. Così riecheggiano le voci delle tre protagoniste”, scrive la regista. “Da un luogo comune di solitudine, le tre donne continuano a riavvolgere il nastro, intrecciando le loro storie per capire per quale ragione è andato tutto storto”.
Riconosciuto dalla critica come una delle voci più significative del genere noir, Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958) ha raggiunto il successo grazie alle serie di romanzi dedicati al Commissario Ricciardi e ai Bastardi di Pizzofalcone. Ha da poco debuttato come autore teatrale con lo spettacolo Il silenzio grande diretto da Alessandro Gassmann. Lo spettacolo diretto da Mercedes Martini si basa su tre racconti pubblicati nella raccolta Nove volte per amore, in cui Maurizio de Giovanni rilegge con la propria immaginazione casi di cronaca nera.
M.C.S.
Fonte: Sito e Ufficio Stampa, 2 luglio 2020
RASSEGNA DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA
1 – 25 luglio 2020
Teatro Modena
piazza Gustavo Modena 3, 16149 Genova
Sala Mercato
piazza Gustavo Modena 3, 16149 Genova
Teatro della Corte Ivo Chiesa
viale Duca d’Aosta, 16129 Genova
Teatro Nazionale Genova
Tel. 010 53421
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