Grandi capacità, profonde conoscenze ed entusiasmo: sono queste le qualità che distinguono l’operato di Gabriel Zuchtriegel nel ruolo di Direttore del Parco Archeologico di Paestum; queste le qualità citate nella motivazione del Premio Ravenna Festival 2020, che gli è stato consegnato la sera del 22 luglio da Riccardo Muti alla Rocca Brancaleone, in occasione del concerto di Giovanni Sollima. Il riconoscimento all’archeologo tedesco, che ha contribuito a rendere possibile il concerto dell’Amicizia diretto da Muti al cospetto del tempio di Nettuno di Paestum, è anche un commosso omaggio alla memoria di Khaled al-Asaad, per oltre quarant’anni direttore di un altro sito archeologico – quello siriano di Palmira, gemellato con Paestum e gravemente danneggiato dall’Isis, di cui lo stesso al-Asaad è caduto vittima nel 2015. Il Premio RavennaFestival diventa così un tributo a quegli attenti e amorevoli custodi della memoria che sono gli archeologi, nella consapevolezza che “nessuna comunità può sperare di costruire un futuro senza conoscere la propria storia, ciò che di antico vive ancora in noi e che rappresenta l’essenza del nostro essere umani”.

PremioRF2020©Zani-Casadio

La Direzione di Ravenna Festival ha deciso di conferire a Zuchtriegel un riconoscimento che negli anni è stato assegnato ad autorevoli personalità di diverse discipline della cultura e dell’arte, fra cui Ennio Morricone, Tonino Guerra, Pierre Boulez, Mstislav Rostropovich, Gérard Depardieu, Matthew Bourne, Svetlana Zakharova e gli stessi Giovanni Sollima e Riccardo Muti. Quest’ultimo è salito sul podio al Parco Archeologico di Paestum il 5 luglio, per guidare artisti italiani e siriani nel secondo dei due concerti dell’Amicizia, dopo l’appuntamento a Ravenna: è a Paestum, infatti, che le Vie dell’Amicizia hanno idealmente raggiunto la Siria, a cui è stato dedicato il progetto che di anno in anno, dal primo storico concerto a Sarajevo nel 1997, visita luoghi simbolo della storia antica e contemporanea.

PremioRF2020©Zani-Casadio

L’adesione di Zuchtriegel all’iniziativa è stata determinante perché il concerto potesse collocarsi nella meravigliosa e suggestiva cornice del sito, provando ancora una volta come agli archeologi sia affidato non solo il compito di conservare intatte quelle tracce eloquenti della storia, ma anche, come si legge nella motivazione “far parlare – e persino, come affermava Marius Schneider, ‘cantare’ – quelle magnifiche pietre, sapienti architetture che ancora oggi risplendono sotto il sole del Mediterraneo, culla di civiltà”.


C.S.
Ufficio Stampa Ravenna Festival, 23 luglio 2020