A trent’anni dalla scomparsa, il Forte di Bard dedica una mostra monografica a Renato Chabod, figura rappresentativa della vita politica, culturale e alpinistica valdostana e nazionale. Unico senatore valdostano ad assurgere alla Vice Presidenza del Senato, Chabod fu per lunghi anni Presidente generale del Cai, cui si deve l’attuale assetto giuridico di Ente Pubblico e del Club Alpino Accademico Italiano. L’opera pittorica di Renato Chabod si sviluppa in parallelo alla sua vita di uomo politico e di alpinista, a cui è strettamente connessa.
Attraverso lo studio e la presentazione di una sessantina di opere pittoriche (olii su compensato e truciolato), dei diari alpini e degli schizzi a mano libera,l’esposizione, allestita dal 29 luglio 2020 al 10 gennaio 2021, si pone l’intento di costruire un legame interpretativo, ma anche umano e intellettuale, tra le sue opere, la sua vita pubblica e privata e il suo impegno civile.
«L’attività pittorica di Chabod è strettamente legata alla sua passione per l’alpinismo – spiega la curatrice della mostra, Sandra Barberi – Aveva iniziato a dipingere verso i diciassette anni, ma sarà il riposo forzato cui lo costrinse una salita durissima nell’estate del 1935, l’occasione per riprendere e coltivare con più regolarità quello che, con la modestia e l’understatement che lo contrassegnavano, Chabod ha sempre considerato un passatempo senza pretese artistiche, destinato all’illustrazione dei suoi libri e a una diffusione nella cerchia famigliare o, al massimo, delle amicizie più strette. Ciò non toglie che i suoi dipinti abbiano riscosso l’attenzione positiva da parte di critici eminenti del panorama artistico torinese come Marziano Bernardi, Luigi Carluccio e Massimo Mila».
«L’aggettivo “titanico” del titolo – aggiunge il Direttore dell’Associazione Forte di Bard Maria Cristina Ronc – nasce da una citazione tratta dal testo con cui René Willien presentava Chabod nella Prima Mostra dei pittori valdostani contemporanei promossa dal Casino de la Vallée e organizzata nella Galleria La Grolla di Saint-Vincent nel settembre 1948, primo riconoscimento pubblico dell’attività artistica di Chabod. Allora riferito allo stile vigoroso e scultoreo del pittore quanto ai colossi di roccia presi a soggetto delle tavole, richiama oggi opportunamente l’eccezionalità architettonica della sede espositiva che ospita la rassegna».
Se è vero che le sue opere si possono includere in quel vasto filone della pittura di montagna che si sviluppa con grande successo e molteplici soluzioni espressive lungo tutto l’arco alpino tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, è altrettanto indubbio che Chabod sfugga a qualsiasi inquadramento all’interno di scuole o di consolidate tradizioni paesistiche. La chiave di lettura della pittura di Chabod sta proprio nel suo essere un alpinista: le montagne che dipinge sono quelle conosciute attraverso l’esperienza sensoriale della scalata, in un muto dialogo con la vetta da affrontare che esclude ogni altro essere vivente. La mostra tiene conto di questo stretto rapporto presentando in parallelo le tavole e i disegni che le hanno precedute, per tracciare gli itinerari alpinistici che ha percorso.
La mostra ha il patrocinio del Club Alpino Italiano, del Collegio Nazionale delle Guide Alpine Italiane, Unione Valdostana Guide Alta Montagna / Collegio regionale Guide Alpine Valdostane e del Museo della Montagna – Cai Torino.
RENATO CHABOD
Nato ad Aosta il 28 luglio 1909, inizia in giovanissima età la pratica dell’alpinismo e a soli 21 anni è già Alpinista Accademico. Definito come uno dei migliori arrampicatori, specie sul ghiaccio, del quinquennio 1930-35, compie alcune fra le più grandi salite dell’epoca: Sud del Mont Maudit, Nord del Gran Paradiso e dell’Aiguille Blanche de Peuterey, canaloni del Mont Blanc du Tacul, Tour des Jorasses e Pic Adolphe, seconda della Nord delle Grandes Jorasses. Nel febbraio-marzo 1934 partecipa alla spedizione del Caai alle Ande meridionali, compiendovi la prima assoluta del Cerro Cuerno e la settima del Cerro Aconcagua.
È presidente della Società delle Guide di Courmayeur (1934-1942), del Comitato Valdostano (1946-1956) e del Consorzio Nazionale Guide e Portatori del Cai (1956- 1965); Presidente Generale del Cai (1965-1971) e del Caai (1975-1979); e dal 1979 socio onorario del Cai.
A parte il libro dedicato al fratello Federico Chabod Partigiano Lazzaro e la Valle d’Aosta (1985), la montagna è la protagonista assoluta degli scritti di Renato Chabod. Da avvocato, rielaborando la tesi di laurea, scrive la monografia giuridica Il contratto di guida e la responsabilità negli infortuni alpinistici (1960).
Da alpinista-pittore scrive e illustra, con schizzi e quadri, il manuale Alpinismo (1935), le guide del Gran Paradiso (edizioni 1939, 1963, 1980) e del Monte Bianco (in due volumi, 1963 e 1968) per la collana Guida Monti d’Italia del Cai-Tci, La Cima di Entrelor (1969 e 2019), Camarade prend ton verre (1972) e Montagnes valdôtaines (1974).
Si spegne a Ivrea il 22 febbraio 1990.
C.S.M.
Fonte: Spaini & Partners, 22 luglio 2020
Immagine di apertura:
Les Grandes Jorasses, parete Nord,
con gli speroni Walker e Croz, anni ’60
LA MONTAGNA TITANICA DI RENATO CHABOD
29 luglio 2020 – 10 gennaio 2021
Forte di Bard
11020 Bard – Valle d’Aosta
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