Colpo grosso a Pieve di Cadore, in provincia di Belluno, paese natale di Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore, 1488/1490 – Venezia, 27 agosto 1576), che riconferma la sua centralità negli studi e nella conoscenza dell’artista veneto e conquista una posizione di primo piano a livello nazionale nella raccolta e conservazione di importanti stampe di e da Tiziano

Grazie a un’importante donazione in favore della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore, un eccellente nucleo di 110 stampe antiche dal XVI al XIX secolo, appositamente acquisite dai benefattori Luigina e Carmelo Paludetti, tra i soci fondatori della Fondazione, andrà ad implementare la già ricca e preziosa raccolta di stampe tizianesche presente a Pieve, che annovera quasi 200 pezzi in possesso della medesima Istituzione e 80 fondamentali stampe di proprietà della Magnifica Comunità del Cadore.

Felice Zuliani da Tiziano Vecellio, Martirio di San Pietro Martire, litografia, ante 1867

Tra i nuovi acquisti: xilografie originali d’alta epoca e magnifici bulini cinquecenteschi, alcuni realizzati sotto la direzione dello stesso Tiziano – che coinvolse xilografi e incisori come Niccolò Boldrini, Giovanni Britto, Cornelis Cort o Martino Rota – ma anche pregevoli o rare incisioni dei secoli successivi, alcune stampe colorate a mano, con acquerelli e tempere, e un’inedita riproduzione litografica del Martirio di San Pietro Martire, licenziata subito prima dell’incendio che nel 1867 distrusse la pala nella Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, di altissimo valore documentario.

Da alcuni anni la Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore – impegnata da quasi due decenni in un’intensa attività di ricerca sul Vecellio, con la collaborazione di alcuni tra i massimi esperti dell’artista a livello internazionale – ha iniziato a raccogliere in maniera sistematica le ‘stampe tizianesche’ con la consulenza di Francesca Cocchiara, specialista di grafica antica e curatrice della raccolta della Fondazione stessa, nella consapevolezza dell’importanza e del ruolo che queste hanno avuto nell’affermazione e nella diffusione dell’arte del grande Maestro.
Fu infatti Tiziano stesso, in vita, a promuovere le sue invenzioni facendole stampare da incisori di fiducia, mentre dopo la sua morte le stampe definirono l’enorme fortuna di molte sue composizioni, conosciute e ammirate in tutta Europa. 

L’acquisizione da parte della Fondazione del nuovo fondo, che sarà intitolato ai Pauletti – riunito in molti decenni di attività dal libraio Claudio Ceccato titolare della “Bottega della Arti – Stampe Antiche” di Padova – porta ora il complesso delle incisioni conservate a Pieve di Cadore a contare ben 390 fogli. Un vero primato, che pone la città di Tiziano come ineguagliabile punto di riferimento in questo settore, ai vertici in Italia non solo per numero (ad oggi i nuclei tizianeschi censiti più cospicui erano l’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, con 377 pezzi, e il Museo Correr di Venezia con 349 pezzi), ma anche per qualità, rarità e interesse collezionistico.

Il fondo Paludetti – presentato per la prima volta nell’ambito dell’Estate Tizianesca di Pieve di Cadore mercoledì 5 agosto alle ore 18.00 presso la Casa di Tiziano l’Oratore sede della Fondazione, con l’esposizione-evento per l’occasione di una piccola ma significativa selezione (25) dei fogli più belli curata da Francesca Cocchiara – annovera tra i suoi pezzi, tutti in ottimo stato conservativo, xilografie originali d’alta epoca, tra cui l’Adorazione dei pastori di Giovanni Britto, il San Francesco riceve le stigmate e il celeberrimo Paesaggio con mungitrice e un’aquila attribuiti a Niccolò Boldrini; ma anche straordinari bulini del XVI secolo, come il Martirio di San Lorenzo dell’officina dei Sadeler, il Supplizio di Prometeo di Martino Rota e soprattutto il San Girolamo nel desertoe la famosa Gloria per Carlo V del collaboratore fiammingo di Tiziano, Cornelis Cort.

Per il Seicento, si possono enumerare vari fogli dall’Opera selectiora di Valentin Lefèvre, che vanno a integrare il nucleo già esistente nelle collezioni della Fondazione e della Magnifica Comunità di Cadore, così come opere di Giuseppe Maria Mitelli, dal soffitto di Santo Spirito in Isola, del veneziano Giacomo Piccini o del francese Nöel Robert Cochin, con tavole sciolte che andavano ad arricchire le Tabulae Selectae della figlia di Charles Patin. 

Assolutamente da ricordare, poi, un rarissimo foglio su pergamena con l’Annunciazione di San Salvador e i sontuosi esemplari settecenteschi dalla serie della Galerie del Duca d’Orléans, nonché molteplici incisioni ottocentesche, tra cui molti ritratti e svariati soggetti tradotti con le tecniche più diverse e innovative per l’epoca, oltre che una maestosa litografia dall’Assunta dei Frari, dai smaglianti colori a tempera, o l‘inedita riproduzione litografica della pala realizzata da Tiziano tra il 1528 e il 1530 per l’ altare di San Pietro Martire nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia, incisa subito prima che un devastante incendio distruggesse il capolavoro tizianesco nel 1867:  una fondamentale testimonianza documentaria che sarà, per l’appunto, conservata a Pieve di Cadore.

C.S.
Copyright © Villaggio Globale International, 3 agosto 2020
Immagine di apertura:
Anonimo incisore da Tiziano Vecellio, Assunta,

litografia colorata, XIX secolo

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