La grande Basilica superiore di Oropa ha un ruolo fondamentale nella vita del santuario mariano e segna in modo inconfondibile il paesaggio fisico e spirituale delle Alpi biellesi Quattro anni di lavori per il cantiere più grande del Biellese e uno dei più importanti del Piemonte. Un cantiere che ha superato le insidie del lockdown e che ha rispettato un cronoprogramma già di per sé sfidante, giungendo a conclusione, come previsto, in questa estate 2020.

IL RESTAURO
Aprile 2017, il distacco di una lastra di marmo nelle pareti interne della Basilica impone urgenti verifiche sulle condizioni complessive di salute dell’intero edificio. Vengono avviate, da parte di una equipe di tecnici specializzati, indagini diagnostiche per analizzare le criticità legate allo stato di degrado del materiale di rivestimento interno in marmo ed esterno in sienite.

Le azioni da intraprendere riguardano i rivestimenti e le strutture in pietra della facciata principale, il rivestimento delle colonne interne, le colonne del pronao esterno, i rivestimenti marmorei interni, i rivestimenti della cupola di rame alta 60 metri, i cornicioni laterali della Basilica, il ripristino delle guaine di copertura, la manutenzione straordinaria e alcune coperture in lose, il completamento della facciata principale e i tre portali in bronzo.

In seguito all’approvazione dei progetti da parte della Soprintendenza, nell’estate 2018 vengono avviati i lavori di restauro e consolidamento. L’impegno economico è imponente: 3,5 milioni di euro. Il restauro ha coinciso con il cammino preparatorio per la V Centenaria Incoronazione della Vergine Nera,programmata per il 30 agosto 2020 e posticipata al 2021 causa pandemia. Il 30 agosto ha riaperto la Basilica Superiore.

LA BASILICA SUPERIORE – CENNI STORICI
La necessità di una chiesa più capiente rispetto alla seicentesca Basilica Antica fu avvertita per la prima volta durante la solenne Incoronazione del 1620, a cui presero parte circa 50.000 persone. La Basilica Superiore fu costruita sul progetto che l’arch. Ignazio Amedeo Galletti aveva elaborato alla fine del Settecento. Dopo aver deviato il corso del torrente Oropa che passava sull’area interessata, fu deposta la prima pietra nel 1885. Nel 1920, per la IV Incoronazione, furono intrapresi lavori di miglioria nel Santuario e ci si pose l’obiettivo di completare il pronao della basilica, allora in costruzione, con l’iscrizione dedicatoria: Reginae Montis Oropae.

Negli anni 1938-41 fu elevata la grande cupola rivestita di rame la cui croce supera

gli 80 metri di altezza e nell’agosto del 1960 avvenne la solenne cerimonia di consacrazione della Chiesa, ma senza riuscire a terminarne la facciata, rimasta incompiuta.

La Basilica conserva al suo interno opere di pregio, a partire dai tre portali in bronzo che narrano la storia del Santuario, eseguiti da Sergio Vatteroni da Carrara, Vico Consorti e Virgilio Audagna. L’interno è caratterizzato da cappelle dipinte da Silvio Consadori, Caffaro Rore e Giovanni Bevilacqua, mentre il ciborio dell’altare maggiore è stato realizzato dall’architetto milanese Gio Ponti nel 1966.

LE MOSTRE
La parte storica della mostra dal titolo “Lo sapevate che… Trenta domande per la Basilica Nuova”ha la finalità di divulgare attraverso “trenta domande”, trenta “lo sapevate che” e altrettante “risposte” le caratteristiche e le vicende di un edificio ormai entrato nel paesaggio e nel cuore dei biellesi che, tuttavia, forse lo conoscono poco. Notizie e numeri di un manufatto notevole, ma anche riferimenti alle opere d’arte che contiene e agli sviluppi che non ha vissuto, a partire dal campanile.

Più delle parole sono le immagini a raccontare un percorso plurisecolare straordinario di fede e di lavoro, un cammino ricco di spunti di riflessione e di curiosità. Immagini che provengono quasi tutte dall’Archivio Storico del Santuario.

Il grande cantiere della Basilica Superiore, evento anch’esso storico, merita a sua volta di essere raccontato: altri teli, realizzati dall’architetto Emanuela Baietto e intitolati “Ragioni e tecniche di una scelta per Oropa 2020”: i lavori in corso, dettagliatamente spiegati e illustrati nelle condizioni di conservazione della struttura, nelle motivazioni delle azioni esecutive e nelle metodiche di intervento. La mostra offre quindi l’opportunità di scoprire che cosa è avvenuto dietro le impalcature che avvolgevano la Chiesa Nuova.


M.F.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa, 28 agosto 2020

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