Originariamente programmata ad aprile e posticipata a causa della pandemia, questa è la prima mostra di Stanley Whitney con la galleria Gagosian e la prima significativa esposizione a Roma, città in cui l’artista di Philadelphia ha vissuto per cinque anni.
La vivace astrazione di Whitney interrompe la struttura lineare della griglia, riempiendola di nuove e inaspettate cadenze di colore, ritmo e spazio. Traendo ispirazione da fonti diverse come le opere di Piet Mondrian, il free jazz, e le trapunte americane, Whitney compone le sue tele con blocchi e barre in un dinamico gioco cromatico di “botta e risposta”.
Whitney ha trascorso molti anni sperimentando il potenziale apparentemente illimitato di una singola tecnica compositiva, dividendo liberamente tele quadrate in registri multipli. L’olio applicato sottilmente conserva il suo tocco vivace pur permettendo un certo grado di trasparenza e di tensione ai bordi di ognuno dei brillanti riquadri.
Sebbene Whitney si sia dedicato alla sperimentazione cromatica nel corso di tutta la carriera, ha consolidato il suo originale approccio durante un viaggio formativo in Italia nel 1992, trasformando le sue composizioni da slegati insiemi di forme amorfe alle più solide e sovrapposte disposizioni che caratterizzano il suo stile maturo.
Sono state l’arte romana e l’architettura – incluse le imponenti facciate del Colosseo e di Palazzo Farnese e i ripiani delle urne funerarie esposte al Museo Nazionale Etrusco – ad aver ispirato in Whitney la relazione tra colore e geometria. Whitney trascorre le estati dipingendo in uno studio vicino a Parma. Lavorando nel Bel Paese, egli adatta la tavolozza alla storia che lo circonda, permettendo alle tonalità tenui – il beige, i marroni e i rossi Pompeiani – di assumere un ruolo importante nelle sue composizioni.
Questi toni caldi appaiono in tutta la loro potenza in Bertacca 2 (2019), dove l’artista riproduce la tonalità del vermiglio, presente negli affreschi di Boscoreale al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ricreando la stessa tonalità luminosa in strisce dense e in losanghe di pittura, contrapponendola poi direttamente al rosso cardinale, colore che ha invece sviluppato negli Stati Uniti. I contrasti cromatici interculturali creano così un’interazione dinamica tra spazio e massa, permettendo ai ritmi del passato classico di dialogare con il presente.
C.S.M.
PCM Studio, 31 agosto 2020 © 2020 Gagosian
Immagine di apertura: Stanley Whitney, That’s Rome, 2019,
© Stanley Whitney
STANLEY WHITNEY
10 settembre – 17 ottobre 2020
Galleria Gagosian
Via Francesco Crispi 16 – 00187 Rome
+39 06 4208 6498
rome@gagosian.comw