Che dire di una delle orchestre più famose, stimate e celebrate al mondo? Il solo nome dice tutto. Nel corso della tournée in varie città italiane è giunto a Mantova, in Piazza Santa Barbara per Trame Sonore, il Settimino dei Berliner Philharmoniker, ensemble formato per la maggior parte da musicisti di giovane età e di spiccata completezza artistica. Liana Leßmann clarinetto, Kenichi Furuya fagotto, Andrej Zust corno, Simone Bernardini violino, Naoko Shimizu viola, Sayaka Selina Studer violoncello, Janne Saksala contrabbasso, hanno proposto il Settimino in mi bemolle maggiore op. 20: composizione che Ludwig van Beethoven dedicò “A Sua Maestà Maria Teresa, Imperatrice Romana, Regina d’Ungheria e di Boemia” e che fu eseguito per la prima volta in forma privata nel palazzo del Principe Karl Philipp di Schwarzenberg.

Il Settimino appartiene al primo periodo creativo di Beethoven, pertanto segue canoni estetici convenzionali e non possiede ancora quella spinta per l’innovazione che caratterizza la produzione successiva. Per tale motivo il grande Ludwig non amava questo suo lavoro, che viceversa godette sempre di enorme favore tra il pubblico, per la caratteristica di rispondere al modello del “divertimento”. Bisogna tenere presente che quando fu scritto, tra il 1799 e il 1800, taluni strumenti a fiato non possedevano ancora le caratteristiche costruttive attuali. Perciò il Settimino risulta non troppo impegnativo sotto il profilo strettamente tecnico.

La piccola formazione dei Berliner ha facilmente padroneggiato le pagine del Maestro di Bonn, superando senza difficoltà anche le brevi fioriture virtuosistiche. Una esecuzione dalla spiccata cantabilità nell’alternanza dei tempi e delle timbriche, e dalla scorrevolezza melodica. Precisione e compattezza di suono nei Berliner hanno conferito omogeneità alla scrittura musicale, altalenante tra gli influssi mozartiani e i primi timidi sentori della genialità avveniristica beethoveniana. Ha colpito la magnifica tinta dell’insieme e il dialogo garbatamente giocoso tra gli strumenti; l’approccio fresco così come l’espressività, e il gusto con cui l’ensemble ha soddisfatto i criteri decorativi e di intrattenimento, amati dagli aristocratici dell’epoca così come dagli ascoltatori contemporanei.

Recensione Maria Luisa Abate

Visto a Trame Sonore – Mantova Chamber Music Festival, il 5 settembre 2020
Contributi fotografici: MiLùMediA for DeArtes