Due sono stati gli interventi di Alessandro Baricco a Verona, al Festival della Bellezza. Il secondo ha visto lo scrittore vestire i panni, che gli sono propri, del critico musicale, in occasione del racconto-concerto “Beethoven, l’eccesso e il sublime”. Un tragitto intrapreso in compagnia dell’Orchestra Canova diretta dal venticinquenne Enrico Saverio Pagano, con brillante solista al pianoforte la giovane pluripremiata Gloria Campaner, talento precoce e in continua ascesa. Pochi sono stati i brani eseguiti per intero dato che gli strumentisti si sono prestati a corredare le citazioni verbali con esempi stralciati dalla completezza della partitura. Un appuntamento di qualità sotto il profilo artistico e gradevole per i fini divulgativi e intrattenitivi. Unica perplessità, l’ingresso del pubblico nell’anfiteatro accompagnato dal sottofondo sonoro scelto da una dj, avulso dal contesto.
Finalmente, nella serena notte veronese si sono levate le note bellissime e di grande nitore stilistico di Per Elisa. L’anfitrione Baricco, durante l’incessante passeggiare all’interno del perimetro del palco che è parso una sorta di linea armonica sulla quale innestare la melodia del racconto, ha esposto la traccia del suo excursus: isolare le cinque caratteristiche più importanti del compositore tedesco e capire come mai lui sia il «più grande di tutti». Perché in qualche modo lui è stato l’inventore della musica classica, che pure, si è affrettato a ricordare l’abile conversatore, copre un periodo che va pressappoco da Monteverdi a Berio. La musica di Beethoven genera un quid di bello e traccia il cammino verso una parte che è dentro di noi. Musica, è il Baricco-pensiero, nata come «scenografia alla vita dei ricchi, di quelli che pagavano». Ci permettiamo di aggiungere noi, che anche gli artisti devono sbarcare il lunario e senza mecenati non potrebbero vivere della propria arte e lasciare capolavori immortali al mondo intero, in ogni epoca e in ogni ambito, dalla musica alla pittura alla letteratura al pensiero.
La musica, ha proseguito con sensibilità Baricco, possiede la prerogativa di dire ciò che a parole non si riesce a dire, e che si trova dentro la testa, dentro il cuore, in una parte sconosciuta dell’interiorità. Un viaggio che nei grandi compositori diventa ossessione, una sorta di pazzia. Beethoven aveva la capacità straordinaria di portare in viaggio tutti. Ma perché mai la classica viene giudicata impegnativa? si è chiesto l’anchorman mentre risuonava uno stralcio della quinta Sinfonia. «Se trovate questa musica difficile, allora è un vostro problema personale», si è autorisposto scatenando un applauso di approvazione tra gli ascoltatori. La musica classica, ha proseguito, non è per persone intelligenti ma per persone che hanno un corpo. Così più volte nel corso dell’incontro ha, inascoltato, invitato i presenti all’Arena Agorà ad alzarsi e muoversi, a ballare sugli impeti settecenteschi. Infatti il Maestro, è stata la motivazione, ha insegnato a lavorare con la forza, con il corpo e con l’istinto animale, spingendoci ad afferrare qualcosa che è in noi: nel lato più oscuro o in quello più luminoso.
Gli esempi sono fioccati e pure le esemplificazioni che hanno ricondotto alcuni passaggi o gli incipit più famosi alle scarne note della melodia, per dimostrare quanto il genio di Bonn abbia fondato la sua magnificenza compositiva su basi elementari, su forme pulite, ed è per questa caratteristica che aveva la capacità di arrivare a tutti. La lezione che Beethoven ci ha lasciato, e che Baricco ha saggiamente messo in pratica in questa sua conversazione, è di essere più lineari e diretti possibili.
La serata quindi è stata un inno alla semplicità del linguaggio espressivo come miglior mezzo di comunicazione e si è conclusa con l’esecuzione integrale e senza interruzioni dell’ultimo movimento del quinto Concerto. Un binomio di forza e leggerezza che «è il massimo», nella musica e nella vita. «Se trovate qualcuno che possiede forza e leggerezza assieme, non mollatelo mai».
Recensione Maria Luisa Abate
Visto all’Arena di Verona, Festival della Bellezza, il 18 settembre 2020
Contributi fotografici: MiLùMediA for DeArtes