Nel 1913 Léontine Lucille Gruvelle, vedova di Giuseppe De Nittis, regalò a Barletta un importante nucleo di opere che documentano le varie fasi della produzione artistica del pittore barlettano e il suo talento per la sperimentazione. La donna donò al municipio, con testamento olografo, tutti i quadri, le incisioni e gli studi del suo amato marito chiedendo «di distribuirne nei musei d’Italia e anche stranieri, per la miglior gloria del loro compatriota…». Un lascito generoso con un impegno da rispettare: far conoscere il lavoro di De Nittis nel mondo. Questa grande e importante donazione, audace nel panorama italiano all’epoca, è ora al centro di una nuova lettura tematica nell’installazione su due piani del prestigioso Palazzo della Marra, nel centro storico della città.
Il nuovo allestimento, progettato e curato dallo storico d’arte Renato Miracco dal titolo Rileggere De Nittis, oggi pone l’accento sulla contestualizzazione del pittore nella comunità artistica di fine ‘800 a Parigi, considerata all’epoca il centro dell’arte, e a Londra, che era diventata la capitale economica del mondo.
Nel nuovo percorso espositivo, dal quale emerge un De Nittis inedito, il curatore suddivide in sezioni i quadri della donazione, racconta le storie e gli aneddoti che emergono dalle opere esposte, invita a rileggere e riscoprire l’artista attraverso una lettura stratificata, adatta a un pubblico sia nazionale che internazionale. In talune sezioni, alcuni quadri di De Nittis sono messi a confronto con quelli di alcuni suoi artisti-amici, in particolare Édouard Manet, Edgar Degas, Gustave Caillebotte e James Tissot. A completamento dell’allestimento, sono inserite le riproduzioni di alcune opere di De Nittis presenti oggi nelle più importanti collezioni e musei del mondo: dalla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia al Metropolitan Museum of Art di New York, dal Musée d’Orsay di Parigi alla Collezione Piceni di Milano.
Nelle 17 sale – i cui colori sono tratti dalle palette del pittore – si dipana cosi un racconto doppiamente identitario, didattico ed emozionale, che porta il visitatore a vivere le vicende di un grande artista italiano ed europeo che, come scrisse nel 1877 Henry Houssaye, era «il capo se non il maestro della nuova scuola dei disegnatori dal vero all’aria aperta». Un artista partito da Barletta per essere riconosciuto a livello internazionale come uno dei protagonisti del rinnovamento delle arti in Italia e in Europa alla fine del XIX secolo. E che fu strappato alla vita appena trentottenne «in fiera giovinezza, in pieno amore, in piena Gloria. Come gli eroi e i semidei» scrisse Dumas figlio per l’epitaffio dell’artista e amico.
M.F.C.S.
Fonte: Studio Esseci
Pinacoteca Giuseppe De Nittis
Palazzo della Marra
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