Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea organizza Giulio Paolini “Le Chef-d’oeuvre inconnu”. Sviluppata a stretto contatto con l’artista, la mostrapersonale dedicata a Giulio Paolini (Genova, 1940) in occasione del suo ottantesimo compleanno,prende le mosse da Disegno geometrico, 1960, tra le opere più iconiche e importanti della storia dell’arte contemporanea, definito dall’artista come il suo “primo (e ultimo quadro)”.

Il percorso inedito che rilegge oltre sessant’anni di produzione artistica include rareopere custodite dall’artista e nuovi lavori appositamente realizzati per il Castello.

L’immagine di un’immagine (Narciso),
2020Courtesy Fondazione Giulio e Anna Paolini, Torino Foto
Luca Vianello © Giulio Paolini

Le opere di Paolini sono come specchi attraverso i quali l’arte riflette su se stessa. «Fin dalle opere realizzate alla metà degli anni Sessanta – scrive la curatrice Marcella Beccaria – l’artista rivolge la propria attenzione alle basi ideali e materiali del fare artistico, al luogo dell’atelier e all’occasione della mostra, quali condizioni attraverso le quali l’arte si realizza e si mette in scena. Nel lavoro di Paolini spesso ricorrono citazioni: l’artista utilizza frammenti estratti dal grande catalogo della storia dell’arte, così come riposiziona in nuovi contesti le proprie opere».

Il titolo della mostra “Le Chef-d’oeuvre inconnu”, dal racconto di Honoré de Balzac, è anche il titolo della grande installazione che accoglie i visitatori nella prima sala. A partire dal tracciato di Disegno geometrico, 1960, l’intero ambiente espositivo diventa una versione tridimensionale, amplificata e percorribile della stessa opera e delle infinite possibilità a cui essa rimanda.

Nella sala successiva, un mosaico di opere prodotte dagli anni novanta al presente, raccolte intorno al titolo “Vertigo” e accomunate dal concetto di “accadimento”. Lavori che evocano cieli e luoghi sia pittorici sia ideali, la cui successione definisce uno spazio e un tempo densi di visioni. Vi è accolta anche la nuova opera Omega (1948-2018), 2020.

Il modello in persona, 2020 (dettaglio)
Courtesy Fondazione Giulio e Anna Paolini, Torino
Foto © Agostino Osio, Milano © Giulio Paolini

La terza e ultima stanza è intitolata “Fine” senza fine. Questi lavori sembrano attratti da un inevitabile destino, capaci però di mantenere la tensione verso l’idea di un divenire continuo che, secondo l’artista, è propria dell’intera storia dell’arte. Tra le nuove opere, Il modello in persona, 2020 apre un ponte ideale tra il luogo espositivo pubblico e lo spazio privato dello studio dell’artista.

Scrive Giulio Paolini: «Un giorno dopo l’altro, tutto si rinnova e si ripete come effetto naturale dell’incessante divenire delle cose. Nel Museo, al contrario, possiamo sottrarci all’inquietante destino dettato dall’incedere del Tempo. Il luogo sembra conoscere una sua particolare eternità: qui le ore, le opere, le persone appartengono a un istante che vive e si rinnova nell’illusione di sempre: fermare in una certa immagine la fine del Tempo. ‘Tutto scorre’, come sappiamo, ma nulla vieta di estendere lo sguardo altrove, senza luogo e senza data».

Il catalogo in due volumi riccamente illustrati è pubblicato dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea in edizione bilingue.

M.F.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Castello Rivoli, 29 settembre 2020


Immagine di apertura:
Giulio Paolini Disegno geometrico, 1960
Courtesy Fondazione Giulio e Anna Paolini, Torino
Foto © Mario Sarotto, Torino © Giulio Paolini

Giulio Paolini LE CHEF-D’OEUVRE INCONNU
15 ottobre 2020 – 31 gennaio 2021

Museo d’Arte Contemporanea
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Tel. +39/011.9565222 – 9565280
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