Un mondo immediato, quello dei macchiaioli. Un mondo la cui essenza racconta dei valori dell’uomo, eroico e instancabile, della sua forza e del suo coraggio, della sua voglia di ripartire giorno dopo giorno a dispetto di qualsiasi difficoltà. Anche l’uomo di oggi è un “macchiaiolo” che sa cogliere la vita in modo pieno, totale e profondamente eroico. Le pescivendole di Signorini, Il merciaio di La Spezia, L’erbaiola di Fattori, la gente al mercato, le madri raggianti e piene di vita, i bambini colti nel sonno, la donna che legge il giornale: i protagonisti delle splendide opere in esposizione a Palazzo Zabarella a Padova, dal 24 ottobre 2020 al 18 aprile 2021, siamo noi: macchiaioli ieri e macchiaioli oggi.

S.De Tivoli L’antica pescaia a Bougival 1877-1878 Collezione privata

Già nell’800 i Macchiaioli seppero vedere oltre: il loro sentire era esaltazione di ogni singolo attimo di vita quotidiana. Anticiparono Monet, van Gogh, Gauguin nel modo di rappresentare la relazione umana nel suo reale valore. Luce, sole, nuvole, balconi fioriti, bucato steso ad asciugare, giovani donne che guardano assorte il paesaggio fuori dalla finestra, sono immagini di un’Italia ottocentesca ancora incompiuta sotto il profilo socio-politico ma iconicamente riconoscibile. L’Italia dei macchiaioli, dunque, si sovrappone a quella odierna del dopo-pandemia, affamata di bellezza, di libertà, di impegno, di luce, di sole, nella mostra intitolata “I macchiaioli. Capolavori dell’Italia che risorge”.

S. Lega Gli sposi novelli 1866 circa Collezione privata

Molti segreti ancora da svelare, con storie e personalità da far scoprire. L’intento dell’esposizione, curata da Giuliano Matteucci e Fernando Mazzocca, è riaprire un capitolo importante della nostra storia artistica e arricchirlo tramite punti di vista inediti e una ricerca scientifica rigorosa, attraverso fonti spesso trascurate come sono i collezionisti e i mecenati. Una fitta rete tessuta intorno a maestri noti come Silvestro Lega, Giovanni Fattori, Giovanni Boldini, Telemaco Signorini, e altri poco noti ma non meno significativi come Adriano Cecioni, Odoardo Borrani, Raffaello Sernesi, Vincenzo Cabianca.  Si apre agli occhi dei visitatori il mondo affascinante degli artisti che si mossero tra Firenze, Roma, Milano, Venezia, tra le spiagge e le colline, le campagne e i borghi, e anche dei loro amici e sostenitori.

Nel percorso si incontrano colleghi pittori che ne intuirono la portata innovativa e di sicuro valore artistico, come Cristiano Banti, Michele Gordigiani, Ernesto Bertea. Mecenati che spesso li accolsero nelle loro famiglie, come i Cecchini, i Bandini, i Batelli. Un posto speciale è occupato da Diego Martelli, critico e letterato che sostenne attivamente i macchiaioli e offrì loro, luogo di ispirazione, la sua casa a Castiglioncello, trasformando un borgo per le vacanze borghesi in un simbolo della creatività e della libertà di visione.

M.F.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Artemide, 5 ottobre 2020
Immagine di apertura: V. Cabianca, Al sole 1866 (particolare) Collezione privata, Bologna

I MACCHIAIOLI. CAPOLAVORI DELL’ITALIA CHE RISORGE
24 ottobre 2020 – 18 aprile 2021

Palazzo Zabarella
via degli Zabarella 14, Padova
Info: Fondazione Bano
tel. +39 049 8753100
info@palazzozabarella.it
prenotazioni@palazzozabarella.it
www.zabarella.it  

S.Lega Alla villa di Poggio Piano 1888-1889 Collezione privata