Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e la Fondazione CRC presentano “E luce fu”, mostra che raccoglie quattro importanti opere incentrate sulla luce e appartenenti alle Collezioni del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. In un percorso immersivo e sensoriale, le opere degli artisti sono installate in

relazione con gli spazi del Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo. La mostra è parte del progetto di collaborazione volto a promuovere nel territorio cuneese la conoscenza di lavori di artisti di fama internazionale presentati dal Museo, ed è a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria, con la consulenza curatoriale di Marianna Vecellio per il progetto di Renato Leotta.

GIACOMO BALLA: FEU D’ARTIFICE
Nella navata centrale della chiesa, i visitatori incontrano Feu d’artifice (Fuoco d’artificio), 1917, opera realizzata da Giacomo Balla (Torino, 1871 – Roma, 1958) durante gli anni di adesione al Futurismo. L’opera fu presentata per la prima volta il 30 aprile 1917 al Teatro Costanzi di Roma e consiste in un vero e proprio spettacolo teatrale nel quale Balla, sulle note di Igor’ Stravinskij e la regia di Sergej Djagilev attiva uno scenario i cui protagonisti sono volumi geometrici luminosi. Forme piramidali e parallelepipedi appuntiti la cui struttura lignea è ricoperta di stoffe dipinte e colorate, hanno all’interno luci elettriche, ritmicamente azionate con effetti di movimento e vitalità, per la durata di soli tre minuti. Balla spiega che gli elementi rappresentano “gli stati d’animo dei fuochi artificiali” che la musica gli aveva suggerito. Questo teatro di forme dall’architettura alogica risponde al manifesto “Ricostruzione futurista dell’universo”: liberare l’arte nella vita, esaltando l’istinto ludico dell’uomo.

Olafur Eliasson The sun has no money, 2008 Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli Torino
in comodato da Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT Torino Foto Paolo Pellion

LUCIO FONTANA: AMBIENTE SPAZIALE
Ambiente Spaziale, 1967 (1981) offre la rara opportunità di esperire un importante lavoro di Lucio Fontana (Rosario di Santa Fe, Argentina, 1899 – Comabbio, Varese, 1968). II 5 febbraio 1949, Fontana allestì il suo primo Ambiente spaziale a luce nera, detto “Ambiente nero”, presso la Galleria del Naviglio di Milano, che venne illuminata con lampade di Wood che fanno risaltare i colori fosforescenti con cui erano ricoperte alcune forme astratte pendenti dal soffitto.

Questo stesso principio è articolato in modo diverso in Ambiente spaziale: la luce di Wood rivela la doppia traiettoria lineare di circoli dipinti a colori fosforescenti. Lo spettatore, secondo le intenzioni dell’artista, si trova nell’ambiente a tu per tu con se stesso: non è più chiamata in causa una percezione solo visiva, ma tutti i sensi concorrono a farne un’esperienza totale, psicologica e fisica. II lavoro ambientale di Fontana si pone come una prima realizzazione dei progetti enunciati nei manifesti del Movimento spazialista, che l’artista fondò a Milano nel 1947.

OLAFUR ELIASSON: THE SUN HAS NO MONEY
Lo spazio dell’abside è animato dai giochi di luci e ombre di The sun has no money (Il sole non ha soldi), 2008, di Olafur Eliasson (Copenaghen, 1967) che sin dall’inizio del suo percorso indaga la luce qualetematica cruciale nell’ambito della conoscenza del reale. Eliasson si riferisce ai suoi lavoricome a “macchine”, intendendo che la vera opera d’arte è il prodotto dell’incontro tra gli oggettifisicamente disposti nello spazio e l’unicità degli individui che li percepiscono. Nel casodell’installazione in mostra, Eliasson utilizza due fari da teatro, lasciandone visibili gli elementi meccanici e puntandone i potenti fasci luminosisu due strutture fatte da anelli concentrici in materiale acrilico.

Renato Leotta Sole, 2019 Veduta della mostra. The Piedmont Pavilion , Combo, Venezia, 2019
Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli Torino
Foto Marco Cappelletti

RENATO LEOTTA: SOLE
Sole, 2019-2020, installazione di Renato Leotta (Torino, 1982) si snoda attraverso l’intero ambiente della Chiesa. Sole consiste in vecchi fari di automobili dismesse installati per illuminare dettagli significativi dell’architettura e dell’impianto decorativo interno dell’edificio. A partire da una ricerca avviata nel 2019, Leotta recupera le luci di vari veicoli riconfigurandole quali agenti capaci di sostituirsi a tradizionali impianti di illuminazione. In questo modo, l’artista s’interroga sui cambiamenti sociali avvenuti in più parti del territorio piemontese che, da centro legato all’industria fino alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, si è indirizzato verso la produzione della “cultura contemporanea dell’intrattenimento”, secondo le parole dell’artista.


M.F.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Castello Rivoli, 16 ottobre 2020
Immagine di apertura: Olafur Eliasson, The sun has no money, 2008
Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino

E LUCE FU
24 ottobre 2020 – 14 febbraio 2021

Complesso Monumentale di San Francesco
Via Santa Maria 10, Cuneo
Informazioni:
tel. 0171.452711
info@fondazionecrc.it
www.fondazionecrc.it