Sante e contadine, zarine e artiste. Sono le donne le protagoniste assolute della mostra “Divine e Avanguardie. Le donne nell’arte russa” che propone una selezione di 90 opere provenienti dal Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, lungo un percorso allestito nelle sale di Palazzo Reale a Milano fino al 5 aprile 2021 (prorogata fino al 12 settembre).

Grazie a un ricco corpus di opere, realizzate tramite mezzi espressivi differenti – dalle sacre icone alla pittura a cavalletto, dalla scultura alla grafica, fino alla raffinata porcellana – l’esposizione, curata da Evgenija Petrova e Josef Kiblitskij del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, restituisce un’idea dell’arte russa dal XIV al XX secolo, del ruolo fondamentale delle donne in questo Paese, della loro bellezza, del loro contributo alla storia dell’arte e alla modernità, della battaglia per l’emancipazione e il riconoscimento dei diritti.

dmitry levitsky ritratto della zarina caterina II

La mostra è suddivisa in due parti: la prima, articolata in 7 sezioni, è dedicata allo sguardo degli artisti sulle donne e raccoglie quindi opere in cui le donne sono il soggetto della rappresentazione; la seconda parte è dedicata alle artiste dell’Avanguardia russa nei primi tre decenni del Novecento.

LE 7 SEZIONI
“IL CIELO – La Vergine e le sante”: antiche e preziose icone della Madre di Cristo, protettrice della Russia, e di alcune sante venerate nel Paese. Oltre che nelle chiese, alle icone veniva riservato un posto sulle pareti domestiche, spesso chiamato krasnyj ugol (angolo rosso o angolo bello), presente anche oggi in molte case contadine.

“IL TRONO – Zarine di tutte le Russie”: dopo la morte dello zar riformatore Pietro il Grande nel 1725, le zarine occuparono il trono di Russia per due secoli. In mostra, i ritratti di sei delle quattordici imperatrici che regnarono dalla fine del XVII secolo al 1917.

“LA TERRA – L’orizzonte delle contadine”: la vita delle famiglie nelle zone rurali dagli inizi dell’Ottocento, a partire da Aleksej Venetsianov, il primo pittore di contadini della storia russa, fino al “supronaturalismo” di Malevič, che negli anni Venti del Novecento ritrae “Le ragazze nel campo”.

yuri annenkov ritratto della ballerina anna annenkova

“VERSO L’INDIPENDENZA – Donne e società”: il ritratto di mogli e figli di artisti, insieme a volti di donne importanti per la storia del Paese, come la poetessa Anna Achmatova e Nadežda Dobičina, prima gallerista russa. I ritratti seguono l’evoluzione degli stili: realista, impressionista, simbolista, cubista, supronaturalista.

“LA FAMIGLIA – Rituali e convenzioni”: fino all’inizio del Novecento in Russia le donne erano subordinate a rigide norme patriarcali. Sono qui presenti opere di denuncia dell’umiliante condizione femminile, che mutò dopo la Rivoluzione del 1917, quando le donne ottennero la parità dei diritti e le lavoratrici si trasformarono in eroine.

“MADRI – La dimensione dell’amore”:
ad eccezione di un dipinto di Zinaida Serebrjakova, le tele dedicate alla maternità tra il XIX e il XIX secolo sono a firma di artisti maschi. Oltre all’evoluzione degli stili, le opere rivelano i mutamenti della vita sociale e delle tradizioni russe.

“IL CORPO – Femminilità svelata”:
a partire dalla metà del XVIII secolo, modelle nude posano per i corsi di disegno e pittura dell’Accademia Imperiale di Belle Arti a Pietroburgo, ma il corpo femminile come soggetto autonomo si afferma in Russia soltanto a cavallo tra il XIX e il ХХ secolo.

kazimir malevich operaia

“LE ARTISTE – Realismo e amazzoni dell’avanguardia”: qui si trovano le artiste attive nei primi trent’anni del Novecento, le “amazzoni dell’avanguardia russa” come Natalia Goncharova, Ljubov Popova, Aleksandra Ekster e altre ancora. La loro fortuna, come ha spiegato Lea Vergine, fu conseguenza dell’approccio “rivoluzionario” della società russa dell’epoca, che incentivava lo status professionale delle artiste. Il loro talento, tuttavia, fu svelato al pubblico nazionale e internazionale solo a partire dalla metà degli anni Sessanta poiché nel 1932 il regime sovietico impose il divieto di qualunque modalità stilistica diversa dal socialismo realista, condannando così tutti gli artisti delle avanguardie, donne e uomini, a lavorare solo per gli amici o per se stessi.

La mostra si conclude con la famosa scultura di Vera Mukhina “L’operaio e la kolkoziana”, creata per il padiglione dell’URSS all’Esposizione Internazionale del 1937 a Parigi.
L’esposizione rientra nel palinsesto del Comune di Milano-Cultura “I talenti delle donne”. Catalogo Skira.

M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Comune Milano, 27 ottobre 2020
Immagine di apertura: kuzma_petrov_vodkin_ritratto_annaakhmatova

DIVINE E AVANGUARDIE. LE DONNE NELL’ARTE RUSSA
28 Ottobre 2020 ~ 5 Aprile 2021
(Prorogata fino al 12 settembre)

Palazzo Reale
Piazza Duomo 12, Milano
info@divineavanguardie.it
www.divineavanguardie.it
www.palazzorealemilano.it

mikhail larionov venere