Per la prima volta sono esposti al Museo di Castelvecchio a Verona l’Arcangelo Raffaele e Tobiolo e cinque elementi del grande Polittico dei Santi Quattro Coronati. Quest’ultimo, che si trovava in origine nella chiesa di San Pietro Incarnario, fu smembrato dopo i bombardamenti della seconda guerra. Si tratta di opere del pittore cinquecentesco Antonio Badile III, tra i primi maestri di Paolo Caliari detto il Veronese.

L’allestimento riguarda la sala della Galleria Dipinti dedicata alla pittura veneta, in cui sono visibili, oltre al Badile, i capolavori di Paolo Veronese, Jacopo Tintoretto e Giulio Licinio. Il nuovo progetto espositivo valorizza l’Autoritratto di Badile, firmato e datato 1552 e donato nel 2019 alla città di Verona dalla signora Ida De Stefani Delaini.

Badile, autoritratto

Nella seconda metà del XVIII secolo, il dipinto si trovava a Bologna nella principesca collezione del marchese Filippo Ercolani. Nel secolo successivo giunse in Inghilterra, dove è documentato in varie raccolte private, tra le quali quella di Robert Stayner Holford a Dorchester House (Londra). Messo all’asta a Sotheby’s nel 1969, tornò in una collezione privata veronese per poi entrare a far parte delle collezioni civiche veronesi.

 L’acquisizione di quest’opera ha reso possibile approfondire l’attività giovanile di Paolo Veronese e il contesto culturale della sua formazione artistica. 

M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Comune Verona 10 novembre 2020
e Studio Esseci 2019

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