Giovanni Cerri è nato nel 1969 a Milano, dove vive e lavora. Figlio del pittore Giancarlo Cerri, ha iniziato la sua attività nel 1987 e ha esposto in Italia e all’estero: Berlino, Francoforte, Colonia, Copenaghen, Parigi, Varsavia, Toronto, Shanghai e, nel 2011, al Padiglione Italia Regione Lombardia della Biennale di Venezia.

Nel volume edito da Le Lettere di Firenze, in forma di diario vive la “voce” dei ricordi, dei volti, dei momenti esistenziali, delle figure dell’esistere: richiami all’adolescenza, le prime immagini dell’arte nello studio del padre, conoscenze di personaggi testimoniali, incontri con artisti. Dalle pagine, emergono figure come David Maria Turoldo, con cui ebbe una lunga frequentazione; Michail Gorbaciov, incontrato inaspettatamente durante un viaggio in Italia con la moglie Raissa; Floriano Bodini e le sue sculture; Giovanni Testori conosciuto all’inaugurazione di una mostra. E poi il cimitero monumentale, la Bovisa… pagine che mettono in rapporto il pensiero, la scrittura e la pittura.

In una scrittura aperta, esplorativa, emergono due tematiche in una singolare originalità: la periferia come corrispettivo della solitudine dell’anima; lo sguardo senza tempo nell’inconscio, in ciò che abbiamo amato, in ciò che non è accaduto.

 Dalla postfazione di Stefano Crespi: «… il libro di Giovanni Cerri si apre a uno spazio senza fine di sensi, luce, eros, avventura dell’immagine, della parola. Accanto allo svolgimento della pittura, vivono, rivivono, nelle sue pagine, anche dagli angoli remoti della memoria, i tratti del vissuto, i momenti dell’esistere […] Soffermandoci ora in alcuni richiami, ritroviamo il senso di un percorso, i contenuti emozionali, quella condizione originaria che è l’identità della propria espressione».

M.F.C.S.
Fonte: De Angelis Press, 23 novembre 2020