“Rigoletto” di Giuseppe Verdi inaugura la Stagione Lirica 2018 del Teatro Regio di Parma, venerdì 12 gennaio 2018 alle ore 20.00 (repliche 14, 16, 19, 20, 21 gennaio 2018), nell’allestimento realizzato nel 1987 e divenuto un classico che raccoglie applausi nei Teatri di tutto il mondo. Nell’atmosfera ideata dalla sensibile maestria di Pier Luigi Samaritani che ne firmò scene e costumi, si muoverà il dramma del protagonista interpretato da Leo Nucci, “il” Rigoletto, che festeggia al Teatro Regio cinquant’anni di carriera e che ha dato vita a questo ruolo in oltre cinquecento recite, incarnandolo ogni volta in forma espressiva ed artistica unica, vivendo la tragica e dolorosa storia del buffone di corte, colpito e irriso nel suo sentimento più profondo e caro: quello di padre.
Sarà Elisabetta Brusa a firmare la regia, ricordando Pier Luigi Samaritani di cui è stata allieva. In scena, tra gli altri, Stefan Pop, Il Duca; Leo Nucci, Rigoletto; Jessica Nuccio, Gilda; Giacomo Prestia, Sparafucile; Rossana Rinaldi, Maddalena. Dirige Francesco Ivan Ciampa, sul podio dell’Orchestra dell’Opera Italiana e del Coro del Teatro Regio di Parma preparato da Martino Faggiani. Nelle recite in programma il 16, 19 e 21 gennaio saranno protagonisti Alessandro Scotto di Luzio, Il Duca; Daniela Cappiello, Gilda; George Andguladze, Sparafucile; Veta Pilipenko, Maddalena. Nelle recite del 19 e 21 gennaio il ruolo di Rigoletto sarà interpretato da Amartuvshin Enkhbat.
Rappresentato per la prima volta al Teatro La Fenice di Venezia l’11 marzo 1851, prima opera della cosiddetta “trilogia popolare”, Rigoletto giunse sulla scena dopo un lungo travaglio, colpito dai divieti della censura, come già il dramma di Hugo “Le roi s’amuse” a cui s’ispira il libretto di Piave. Verdi vide subito nell’opera di Hugo «il più gran soggetto e forse il più gran dramma de’ tempi moderni» e, al fine di aggirare i divieti della censura, acconsentì a numerosi aggiustamenti, trasponendo l’azione nella cinquecentesca corte di Mantova e facendo divenire il re Francesco I di Francia un più anonimo Duca. Venuta finalmente alla luce, l’opera incontrò subito il favore del pubblico che ancora oggi non può resistere alla forza dirompente che scaturisce dal perfetto connubio di ricchezza melodica e potenza d’azione. Attorno al tema dell’amore paterno e alla figura del gobbo buffone, ma triste e rancoroso, descritto in tutto lo spessore tragico della sua condizione umana, Verdi costruisce un progetto musicale e drammaturgico di inarrivabile potenza che rompe gli schemi delle convenzioni operistiche e pone le premesse per l’evoluzione del melodramma nella seconda metà dell’Ottocento.
«In questi cinquant’anni la mia interpretazione di Rigoletto è cambiata nel capire e approfondire continuamente grazie a una passione assoluta per l’opera, racconta Leo Nucci. Il debutto nel ruolo del buffone verdiano, il 10 maggio 1973, è avvenuto con mia moglie incinta, adesso siamo nonni di due nipoti: la vita cambia e se l’interprete si spoglia di sé stesso e cerca il più possibile di vivere il personaggio, quello che si accumula dentro di tutto questo vissuto diventa spontaneamente ciò che cambia un’interpretazione dopo tanti anni».
«A Genova, prosegue a raccontare Leo Nucci, prima della recita di debutto ho chiesto al regista, il grande Rolando Panerai, 94 anni, di poter avere una certa libertà interpretativa pur mantenendo la linea registica che mi aveva chiesto. Mi ha risposto di fare tranquillamente ciò che sentivo. Ecco, quello che ho avvertito dentro alla prima è diverso da quello che avevo sentito alla generale, e così alla successiva e poi ancora, sarà ogni volta differente. Se all’inizio mettevo solo la voce, ora mi rendo conto che è aver vissuto e assorbito la parola scenica a fare la differenza. È la parola scenica a dare la vita e dà la possibilità di reinventarti sulla base dell’esperienza che ci si è fatta. Tra l’altro Rigoletto è un personaggio talmente profondo che dà la possibilità ogni volta di rinnovarlo semplicemente mettendo tutto sé stesso senza sovrapporre intellettualismi: a quel punto sì che l’esperienza accumulata viene fuori tutta».
Per informazioni: Biglietteria del Teatro Regio di Parma, Tel. 0521 203999 biglietteria@teatroregioparma.it
Programma completo della Stagione su: www.teatroregioparma.it