È la prima e unica sepoltura rinvenuta all’interno dell’Arena di Verona. Il ritrovamento eccezionale e senza precedenti, che ha lasciato tutti a bocca aperta, è avvenuto nell’arcovolo 31 dell’anfiteatro, dove i lavori in corso hanno portato alla luce i resti di un corpo umano perfettamente conservato.
Le analisi che verranno effettuate nelle prossime settimane saranno in grado di fornire con precisione gli elementi utili alla datazione della sepoltura e a ricostruire i caratteri dell’individuo ritrovato. Tuttavia gli esperti della Soprintendenza paiono nutrire pochi dubbi: si tratta dei resti di una donna, la cui posizione con le braccia conserte e poste leggermente sotto il petto è tipica delle sepolture. Pure l’epoca sembra abbastanza chiara, e si evince dalla profondità del ritrovamento, che rimanderebbe al periodo tardo antico, compreso tra il terzo e il sesto secolo dopo Cristo. Ma potrebbero esserci delle sorprese.
«Abbiamo già scavato delle sepolture all’interno dell’anfiteatro, puntualizza il Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio Vincenzo Tinè, ma mai in questa posizione, dentro un arcovolo cieco. Non pensavamo di rinvenire livelli romani conservati in situ, riteniamo che questa sepoltura sia stata inserita in epoca Tardo Antica o Alto Medievale al massimo, tanto che crediamo meriti adeguata valorizzazione».
Probabilmente, ipotizza il sindaco Federico Sboarina, il reperto archeologico andrà a integrare il percorso museale all’interno dell’anfiteatro, diventando fruibile a cittadini e turisti.
LA SCOPERTA
È avvenuta nell’ambito dei lavori di restauro che si stanno realizzando all’interno dell’Arena, con un cantiere articolato che prevede la riqualificazione completa degli arcovoli e, nello specifico di questi giorni, sta interessando i quadri elettrici e i passaggi dei sottoservizi. È proprio all’arcovolo 31 che i ricercatori della Soprintendenza, durante uno dei sopralluoghi inerenti al restauro, hanno trovato tracce di bruciatura tra le pareti. Si aspettavano di rinvenire i resti della fornace di un fabbro, come già accaduto durante altri scavi, invece si sono imbattuti in una sepoltura, sicuramente successiva al primo secolo dopo Cristo, epoca a cui risalgono i cocci rotti usati come selciato e spostati, più di 1500 anni fa, per fare spazio all’inumazione.
LE ANALISI
Il 10 dicembre 2020 è iniziato lo studio dettagliato dello scheletro, che sarà estratto dall’arcovolo e portato in laboratorio per gli esami e le analisi specifiche. Ci si avvarrà del carbonio -14, il metodo maggiormente utilizzato per le datazioni in archeologia e che porterà a stabilire con precisione l’epoca a cui risale il reperto, e definirà i caratteri dello scheletro, dall’età alla corporatura, fino alle cause della morte. Fra circa un mese si avranno tutte le informazioni. Verranno altresì effettuate ricerche approfondite negli arcovoli vicini.
M.F.C.S.
Fonte: Agenzia Stampa Comune Verona, 10 dicembre 2020