Un museo completamente nuovo nascerà per sviscerare, raccontare, far conoscere la lunga storia della lingua italiana: dalla Carta di Capua del 960, il primo documento contenente frasi scritte consciamente in volgare italiano, fino alla lingua dei social degli anni 20 del XXI secolo, passando per Dante, Boccaccio, Petrarca, Ariosto, Galilei, Machiavelli, Leopardi, Manzoni, D’Annunzio, Sciascia. Il tutto con l’occhio rivolto alla modernità e all’interattività di un sapere non statico ma dinamico, come in fondo è la lingua stessa.
Il progetto del nuovo Museo della Lingua Italiana è stato presentato a Firenze dal Ministro per ibeni e le attività culturali Dario Franceschini, dal sindaco Dario Nardella e dall’assessore alla cultura Tommaso Sacchi. Il museo nascerà all’interno dell’area denominata ex Monastero Nuovo del complesso di Santa Maria Novella, e in particolare nel fabbricato che si affaccia su via della Scala, che sarà restaurato e riqualificato. I lavori saranno avviati entro il 2021, anno delle celebrazioni dantesche, e il costo è di 4,5 milioni di euro. L’opera sarà finanziata dal Mibact nell’ambito del Piano Strategico “Grandi Progetti Beni Culturali”.
LA STORIA DEL LUOGO
L’area denominata ex Monastero Nuovo si sviluppa fra le vie Santa Caterina e via della Scala. Nella sua prima configurazione l’edificio era noto come Laterano fiorentino, inglobando il salone che vide riunito il XVII concilio del 1438-39. L’architetto Giulio Parigi, incaricato da Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I, lo trasformò in monastero per le monache di Santo Stefano. Soppresso l’ordine nel 1810, gli ambienti vennero utilizzati come quartieri per le truppe, magazzini, abitazioni private, quindi, su volere dalla granduchessa Anna Maria Carolina nuora di Ferdinando II, adibiti ad ospitare il Regio Pensionato della Santissima Annunziata (1822-1832), educatorio per fanciulle di famiglie agiate. Nel 1865, con Firenze Capitale d’Italia, il pensionato fu trasferito nella villa di Poggio Imperiale e l’ex monastero, cui vennero aggiunti due nuovi corpi di fabbrica, fu adibito a sede del Ministero dei Lavori Pubblici, della Regia Corte Suprema di Cassazione e della direzione del Lotto. Trasferita la capitale a Roma, divenne collegio militare nel 1874 e sede scolastica. Nel 1915, in occasione della prima guerra mondiale, l’immobile fu nuovamente acquisito dall’autorità militare e ospitò la Scuola allievi Sottufficiali dei Carabinieri, che entrò in funzione nel gennaio del 1920.
IL PROGETTO DEL MUSEO
L’ex Monastero Nuovo si sviluppa su quattro livelli e gli ambienti museali occuperanno il piano terreno e il piano nobile. I 600 metri quadrati del piano terra ospiteranno esposizioni temporanee; i 1400 metri quadrati del piano superiore, con sale e soffitti affrescati, accoglieranno la parte espositiva permanente, in un percorso anulare.
La realizzazione del Museo si inserisce nel progetto di riqualificazione già avviato a seguito della restituzione degli spazi conventuali – in uso, da circa un secolo, alla Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri – tornati dal 2016 nella disponibilità del Comune di Firenze. Il percorso di riqualificazione riguarderà 22 mila metri quadrati di superficie edificata. Il progetto di ampliamento del percorso di visita, consentirà di annettere alcuni fra i contesti storici più significativi dell’antico complesso domenicano, potenziando i servizi al pubblico.
Oltre al museo, il masterplan prevede l’utilizzo di spazi ad uso civico, espositivo, congressuale, per eventi, celebrazioni e manifestazioni culturali, una porzione destinata al social housing e il mantenimento di una stazione /presidio dell’Arma dei Carabinieri.
M.F.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Comune Firenze, 11 dicembre 2020