Milano torna a omaggiare il grande artista con la mostra “Dentro Caravaggio”, che presenta venti capolavori del Maestro, riuniti per la prima volta tutti insieme. Un’esposizione unica non solo perché presenterà al pubblico opere provenienti dai maggiori musei italiani e da altrettanto importanti musei stranieri, ma perché, per la prima volta, le tele di Caravaggio saranno affiancate dalle rispettive immagini radiografiche che consentiranno al pubblico di seguire e scoprire, attraverso un uso innovativo degli apparati multimediali, il percorso dell’artista dal suo pensiero iniziale fino alla realizzazione finale dell’opera.
L’opera di Caravaggio è stata riscoperta e consacrata nel Novecento grazie agli studi di Roberto Longhi che, nel 1951, gli dedicò una mostra epocale nel Palazzo Reale di Milano.

Il 29 settembre 1571 nasce a Milano Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, autore in poco meno di quindici anni – morirà nel 1610 dopo una vita burrascosa finita tragicamente – di un profondo rinnovamento della tecnica pittorica caratterizzata dal naturalismo dei suoi soggetti, dall’ambientazione realistica e dall’uso personalissimo della luce e dell’ombra. Caravaggio sarà preso a modello da molti artisti del Seicento in Italia e in tutta Europa, al punto da far nascere il termine caravaggismo per definire la sua influenza che si protrarrà, con alterne vicende, sino all’Ottocento, anche se, alla grande fama in vita, era seguito un oblio di due secoli.

La mostra “Dentro Caravaggio” nasce dagli studi intrapresi in occasione del IV Centenario della morte del grande artista lombardo, celebrato nel 2010 con la grande mostra alle Scuderie del Quirinale. Due sono le direttrici delle ricerche avviate in quegli anni da cui sono emerse le novità più significative:  ‐ da una lato, i sistematici studi d’archivio che, con la revisione complessiva di tutti i documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Roma, coordinata da Michele Di Sivo e Orietta Verdi, hanno portato alla scoperta di nuove tracce documentarie le quali, oltre ad aggiungere fondamentali tasselli, hanno profondamente modificato la cronologia da anni accettata da tutta la critica, portando a una sostanziale revisione del primo periodo romano di Caravaggio ‐ dall’altro, gli studi sulla sua tecnica esecutiva. Una lunga e articolata ricerca avviata dal Ministero per i beni e le attività culturali ed il turismo, proposta e diretta da chi scrive, sulle ventidue opere romane, con il sostegno del Comitato Nazionale per il IV Centenario della morte di Caravaggio, della Soprintendenza speciale per il polo museale romano e con la collaborazione dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro. A questa campagna di indagini, eseguita tra il 2009 e il 2012 e sfociata nella pubblicazione di due volumi nel 2016, hanno fatto seguito nel 2017, grazie al fondamentale sostegno della Fondazione Bracco, cui va tutta la nostra riconoscenza, nuove importanti indagini diagnostiche sulle altre opere presenti in mostra; indagini delle quali, con un progetto congiunto Università degli Studi di Milano‐Bicocca e CNR, è stata proposta una innovativa elaborazione grafica in modo da renderle più fruibili al grande pubblico. “Dentro Caravaggio” vuole portare all’attenzione le novità emerse nel corso di queste ricerche. È per questo motivo che, accanto a una serie di strepitosi capolavori autografi di Caravaggio – che per la prima volta saranno esposti tenendo conto della nuova cronologia dettata dalle recenti scoperte documentarie – la mostra di Palazzo Reale propone al pubblico alcuni dei documenti più importanti venuti alla luce in questi anni, che ridisegnano le tappe della vita di Caravaggio, e i risultati delle indagini tecniche relative alle opere in mostra. Le nuove ricerche: fonti e documenti Fino al 2010 gli studi caravaggeschi concordavano nel fissare l’arrivo a Roma di Michelangelo Merisi, dopo il 1 luglio del 1592, data in cui il giovane pittore, non ancora ventunenne, risulta presente in un atto notarile a Caravaggio. Dopo qualche anno di apprendistato presso i vari personaggi citati dai biografi, si pensava che avesse incontrato il cardinale Del Monte intorno alla metà del decennio, mentre tutte le opere giovanili, che si ritenevano eseguite prima del debutto pubblico.

La mostra è prorogata fino al 4 febbraio 2018.