Svela sempre nuove e preziose sorprese il Mast – Museo della Città di Castel Goffredo, il cui percorso espositivo ripercorre la storia artistica e culturale dell’alto mantovano, dall’antichità alla fine del cinquecento. Almeno per il momento. Infatti, l’importante realtà museale è in continua espansione e si susseguono incessantemente i progetti, portati a termine, di ampliamento e di arricchimento.

Nel corso di un appuntamento del ciclo “Un tè al museo in streaming”, l’archeologo Alberto Crosato, conservatore del MAST, ha ricostruito la storia della stele funeraria di Publius Magius. Si tratta di un manufatto risalente al I secolo d.C. ritornato da pochi giorni a Castel Goffredo dopo che all’inizio dell’Ottocento fu trasferito a Brescia nell’allora costituendo Museo Patrio, prima struttura del genere nella città della Leonessa.

Questo straordinario reperto reca un’iscrizione, incorniciata tra raffinati bassorilievi, che ricorda Publius Magius quale committente del sepolcro che fece realizzare per sé, per la moglie Asselia Sabina, per sua madre Cassia Seconda e per Satria Tertia (forse sua cognata). 

Il nomen Magius, con il quale venivano indicati i componenti di una stessa stirpe, è attestato nel territorio mantovano oltre che ad Aquileia, Brescia e Verona, e riveste un’importanza particolare poiché alla gens Magia apparteneva Polla, la madre del poeta Virgilio. L’ipotesi degli studiosi è che Magius, identificato nell’iscrizione come appartenete alla tribù cremonese degli Aniensi, si fosse trasferito nell’area di Castel Goffredo dove probabilmente possedeva una proprietà terriera. Ipotesi supportata dalle figure allegoriche ispirate alla campagna riprodotte nella parte bassa della stele: un cane, due pecore, un gallo e due bovini che si abbeverano a una fontana. 

Prima del suo trasferimento a Brescia, la stele romana era murata all’esterno di una casa privata di Casalpoglio, ora frazione di Castel Goffredo. Grazie a un lungo iter avviato insieme a Fondazione Brescia Musei, ora la sua collocazione è nella nuova sezione archeologica del Mast, allestita con materiali finora custoditi nei depositi (e che accoglierà quelli rinvenuti in futuro). In questo segmento del percorso di visita è raccontata la storia del comune mantovano dal VIII sec. a.C. fino al I sec. dopo Cristo, che è stata ripercorsa nell’intervento di Crosato. Dopo gli streaming, questo e gli altrui appuntamenti di #untealmuseo si possono rivedere sul canale You Tube del Mast.

M.F.C.
Fonte: Ufficio Stampa, 17 dicembre 2020
Immagini sottostanti tratte dal video Un tè al museo

MAST Castel Goffredo – Museo della Città
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