Un’esposizione monografica ineguagliabile, che presenta 16 straordinari capolavori del pittore e frate domenicano. A Firenze, al Museo di San Marco, è stata inaugurata la nuova “Sala del Beato Angelico”, interamente riallestita e che riunisce la più importante raccolta al mondo di opere su tavola del Beato Angelico. L’intervento chiude idealmente le celebrazioni per i 150 anni del Museo, avviate nell’ottobre 2019.

La nuova denominazione del vasto ambiente realizzato nel 1918-1921 e chiamato impropriamente “Ospizio dei Pellegrini”, poi più semplicemente “Ospizio”, conferma una componente basilare delle origini del celebre museo fiorentino, fondato nel 1869: quella di museo consacrato all’arte del Beato Angelico, padre fondatore del primo Rinascimento fiorentino, una delle personalità più alte e affascinanti della storia dell’arte.

Dalle tavole più monumentali, come la Deposizione di Cristo per la cappella Strozzi in Santa Trinita a Firenze, dipinta entro il 1432, la Pala di Annalena e la grandiosa Pala di San Marco, con le parti superstiti sfuggite alla dispersione, e il Tabernacolo dei Linaioli, si giunge fino ai dipinti di dimensioni minori, come le tavole dell’Armadio degli Argenti, le raffinatissime predelle e i reliquari. Il Compianto sul Cristo morto è stato oggetto in questa occasione di un intervento di riordino estetico della parte inferiore. Nella sala mancano ancora la Pala di Bosco ai Frati, attualmente in restauro, e il Polittico francescano, anch’esso in restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure.

La rinnovata esposizione, inaugurata in diretta streaming lo scorso 17 dicembre 2020 sulla pagina Facebook del Museo, ripropone l’incanto stupefacente della qualità sublime che traspare dai dipinti su tavola del Beato Angelico: un disegno al contempo netto e raffinato, sul quale s’innesta una stesura pittorica che, in particolare dalla fase della prima maturità in avanti, tocca vertici insuperati di delicatezza e trasparenza pittoriche.


Il nuovo allestimento, finanziato generosamente dai Friends of Florence, che in passato hanno realizzato diversi altri progetti di restauro dentro il museo, e di altri donatori (anche dagli Stati Uniti), cambia radicalmente quello realizzato nel 1980, grazie alle nuove strutture, alla raffinata cromia e a una illuminazione tecnologicamente aggiornata. Le opere seguono oggi una coerente successione cronologica, esaltando anche la relazione armonica delle loro dimensioni entro gli spazi della sala.

In questa sala, spiega Stefano Casciu, Direttore regionale Musei della Toscana è riunita la raccolta più importante al mondo di opere mobili dell’artista, nel contesto dell’antico convento domenicano legato strettamente ai Medici, che ne furono i mecenati assoluti. San Marco è il cuore pulsante del primo Rinascimento fiorentino, non solo dal punto di vista artistico ma anche storico e religioso.

La visita, aggiunge Angelo Tartuferi, direttore del Museo di San Marco, è arricchita nei contenuti da didascalie e pannelli in italiano e in inglese, che presentano anche le ricostruzioni dei complessi pittorici originari, illustrando le loro parti oggi conservate in altri musei in Italia e all’estero. Questi apparati offrono quindi al visitatore più attento la misura della notevole dispersione che purtroppo ha interessato la vasta produzione del grande maestro.


M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Opera Laboratori Fiorentini – Civita, 21 dicembre 2020

Firenze – Museo di San Marco – Polo Museale della Toscana (beniculturali.it)