Era il casello Nord di Verona nel Milletrecento, quando l’allora autostrada era il fiume Adige. Chi arrivava in città doveva pagare il dazio e solo allora poteva oltrepassare la catena che dalla Torretta al centro del fiume veniva tesa tra l’argine destro e quello sinistro. Torre della Catena, a pochi metri da ponte Risorgimento, prende il nome dalla funzione per la quale fu costruita nel XIV secolo, come parte del sistema difensivo fortificato.
È forse l’unico edificio storico rimasto intatto e integro durante i secoli, l’unico che ha resistito alle distruzioni e ai bombardamenti delle guerre mondiali. Uno stato di conservazione che ha quasi dell’incredibile, se si pensa che a ogni piena dell’Adige viene parzialmente sommerso.
Lo stato di salute di Torre della Catena è oggetto di verifiche da parte degli uffici dell’Edilizia monumentale. Dal dicembre 2019, infatti, il manufatto è diventato di proprietà del Comune che, in accordo con la Soprintendenza, intende valorizzarlo a renderlo fruibile a cittadini e turisti.
Lo scorso 15 gennaio 2021 si è svolto un sopralluogo con i gommoni del Canoa Club, sui quali sono saliti gli assessori Luca Zanotto e Ilaria Segala, insieme a tecnici muniti degli strumenti per effettuare i rilievi necessari. Da un primo esame visivo emerge che Torre della Catena gode di buona salute, a livello strutturale come di conservazione.
CENNI STORICI
La torre della Catena è un edificio militare costruito nel corso del XIV secolo sul letto dell’Adige come parte del sistema difensivo scaligero della città di Verona. La torre, ora in disuso, si trova tra il ponte Catena e il ponte Risorgimento.
Tra il 1321 e il 1325 il principe veronese Cangrande della Scala commissionò al maestro Calzaro l’edificazione della cinta muraria di destra Adige, che si attestava sul fiume in prossimità di una più antica cortina che proteggeva il borgo di San Zeno, lungo la quale si apriva tra l’altro, in prossimità del fiume, l’antica porta Fura.
Pochi metri all’esterno della porta, la cortina turrita scaligera si protende ad angolo per formare lo sperone sporgente sulla riva fluviale, che sosteneva un capo della catena di sbarramento a monte della città. Una torre costruita nel mezzo del fiume, sosteneva gli altri capi della catena. Questa, che serviva per il controllo militare e doganale, garantiva lo sbarramento alle imbarcazioni che navigavano sull’Adige provenienti da nord: poteva essere alzata a filo d’acqua, quando di notte non si voleva che le merci entrassero in città. Il sistema di catene era ancora in funzione durante l’amministrazione della Repubblica di Venezia, per impedire il contrabbando o per evitare atti militari ostili. L’assetto definitivo venne raggiunto nel 1840.
M.F.C.S.
Fonte: Agenzia Stampa Comune Verona, 15 gennaio 2020