Qui gli spettatori anticamente assistevano ai ludi, i combattimenti dei gladiatori. 14 muri radiali lunghi 17 metri e larghi 1,35, che formavano la corona a sostegno delle gradonate della cavea ovale, sono stati riportati alla luce durante la campagna di scavi che ha interessato aree finora inesplorate. È in corso di realizzazione il PAN, Parco Amphitheatrum naturae, il più vasto parco archeologico di Milano, nel cuore della moderna città, precisamente nell’area dell’Anfiteatro romano in Via De Amicis, Conca del Naviglio, Arena.
Gli scavi archeologici promossi e diretti dalla Soprintendente Antonella Ranaldi hanno portato in luce le consistenti e spettacolari strutture di fondazioni intorno all’arena: nello specifico 10 muri radiali in corrispondenza del settore a sud e altri 4 nel settore sud-est. 84 arcate si elevavano all’esterno (80 erano quelle dell’Anfiteatro).
I RINVENIMENTI
I 14 muri recentementeriportati in luce si aggiungono ai 7 degli scavi effettuati negli anni Settanta nel settore nord, vicino all’ex monastero di Santa Maria della Vittoria. Alcune porzioni sono inglobate nelle cantine del monastero. I muri di fondazione rinvenuti, che rimarranno a vista, tracciano la pianta dell’Anfiteatro, l’anello intorno al podio che circondava l’arena, e all’esterno i due muri dell’anello perimetrale lungo 425 metri. Risulta così riconoscibile la pianta dell’antico Anfiteatro, le sue dimensioni, l’orientamento, il numero delle arcate.
Gli scavi hanno inoltre mostrato le strutture ipogee sotto all’arena, pavimentate a mattoni, forse una galleria da dove a sorpresa uscivano le belve o un canale per smaltire le acque. Alle estremità est (verso via Arena) e ovest (presso via Conca del Naviglio) sono state ritrovate le strutture del perimetro dell’ovale, formato da due muri anulari collegati a tratti tra loro.
Gli archeologi stanno catalogando e studiando il notevolissimo rinvenimento di reperti di età pre-romana ritrovati negli scavi. Il deposito, precedente alla realizzazione dell’Anfiteatro, è il più consistente sinora ritrovato a Milano.
DALLA COSTRUZIONE ALLA SPOLIAZIONE
L’Anfiteatro è stato costruitonel I sec. d.C. nel suburbio sud occidentale di Mediolanum. All’estremità orientale insisteva la Porta Triumphalis. Si elevava in altezza su arcate sovrapposte con un velario che proteggeva gli spettatori seduti sulle gradonate. Le dimensioni sono simili a quelle dell’Arena di Verona e di non molto inferiori a quelle dell’Anfiteatro Flavio di Roma, il Colosseo. L’Anfiteatro di Milano doveva somigliare molto a quest’ultimo, nell’elevato della cinta perimetrale a più ordini ad arcate sovrapposte.
L’Anfiteatro di Milano restò in uso fino almeno alla fine del IV secolo, ma già non ospitava più i ludi dei gladiatori, sostituiti dai giochi di caccia di belve esotiche, le “venationes” comunque feroci. Quando Ambrogio era ancora in vita ai tempi dell’imperatore Onorio, l’Anfiteatro ospitò uno di questi spettacoli con i leopardi, descritto da Paolino, il biografo di Ambrogio. Fu poi lo stesso Onorio nel 404 d.C. a proibire gli spettacoli. A quell’epoca l’Anfiteatro di Milano era già in parte stato smantellato nell’anello esterno. Le pietre furono riutilizzati per costruire la basilica imperiale di San Lorenzo; altri blocchi furono reimpiegati negli argini dei canali della Vepra, altri ancora nei restauri delle mura al tempo di Narsete in età giustinianea, alla metà VI sec. d. In epoche successive, i blocchi vennero usati per il fossato delle mura comunali e per i navigli.
IL FUTURO PARCO
Istituito nel 2004, il parco rifiorirà in un più grande Amphiteatrum Naturae, dopo i lavori già iniziati nel dicembre 2018 e il raddoppio dell’estensione dell’area. Il progetto di Archeologia green si tradurrà in un grande giardino ispirato ai viridaria antichi, con piantumazioni 105 alberi e mq 1700 di siepi di bosso, ligustro, mirto a delineare l’orma dell’anfiteatro perduto, a contorno e completamento dei resti archeologici riportati in luce. Un percorso anulare di alberi alti segnerà l’ellisse esterno dell’Anfiteatro e l’invaso dell’intera estensione con l’arena destinata a spettacoli. Un progetto di land art finalizzato a recuperare il tema della simbiosi tra natura e antichità, verde e ruderi, che tanto ha ispirato la letteratura e l’arte, e che si collegherà con i percorsi artistici della Milano romana e paleocristiana.
M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano, 15 febbraio 2021
Contributi fotografici: Soprintendenza ABAP Milano