Alla carismatica danzatrice e coreografa franco-senegalese Germaine Acogny, nota in tutto il mondo come “la madre della danza contemporanea africana”, va il Leone d’Oro alla carriera per la Danza 2021. Alla danzatrice e coreografa nord-irlandese Oona Doherty, voce graffiante e potente della scena europea, è tributato il Leone d’Argento, riservato alle giovani promesse.
Germaine Acogny, recita la motivazione, «è un’artista di altissima qualità e massima integrità. Il suo contributo alla formazione nella danza e nella coreografia dei giovani dell’Africa occidentale e l’ampia diffusione del suo lavoro nel Paese d’origine e nel mondo hanno fatto di lei una delle voci autonome che più hanno inciso sullo sviluppo dell’arte della danza. La Acogny crede nel potere della danza di cambiare la vita delle persone e si è sempre impegnata a condividere la sua passione come atto di trasformazione e di rigenerazione».
Germaine Acogny ha diretto dal 1977 al 1982 Mudra Afrique, una scuola di danza – fondata da Maurice Béjart e dal Presidente-poeta del Senegal Léopold Sédar Sénghor – che ha funzionato da modello per tutto il continente. Qui la Acogny ha sviluppato una tecnica originale divenendo protagonista della scena coreografica africana contemporanea.
La trentaquattrenne Oona Doherty, di stanza a Belfast, si impone nella scena britannica e poi in quella europea con il folgorante assolo Hope Hunt and the Ascension into Lazarus, che affronta con forza temi di identità, genere e religione generalmente tenuti lontano dall’ambito della danza.
Dice il direttore del settore Danza de La Biennale, Wayne McGregor: «… Ispirata dalla cultura club e da una danza fuori dalle regole, Doherty ha affinato la sua arte per tentativi, con un approccio creativo poco ortodosso, senza filtri e coraggioso. Significativo nel suo lavoro è come riesca a raggiungere e parlare a quanti di solito non vanno a teatro. La sua danza comunica superando confini e generazioni, va dritta al cuore come una freccia. Oona Doherty dimostra un talento eccezionale nel lavoro con i non-danzatori e le comunità locali, che spesso integra con grande intuito e umanità nei suoi spettacoli in tournée».
Al 15. Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia, che si svolgerà dal 23 luglio all’1 agosto (se la pandemia lo consentirà), Germaine Acogny presenterà in prima italiana il suo ultimo assolo Somewhere at the beginning, un viaggio che tocca temi sensibili intrecciando storia personale e vicende collettive. Oona Doherty firmerà Hard to Be Soft – A Belfast Prayer sua seconda celebratissima opera in prima per l’Italia.
M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Biennale Venezia, 16 febbraio 2021
Immagine di apertura: Germaine Acogny © Antoine Tempeì