Dell’opera si erano perse le tracce da secoli, scomparsa dai radar degli studiosi e degli storici dell’arte. Tanto che, nei moderni studi, il quadro era segnalato come perduto. L’enigma di Omero, un olio su tela risalente al 1570-1575 circa, dipinto dal maestro bolognese Bartolomeo Passerotti (1529-1592), è stato ritrovato e acquistato dalle Gallerie degli Uffizi e diventerà uno dei protagonisti delle sale di prossima apertura dedicate alla pittura del XVI secolo.
L’enigma di Omero era noto esclusivamente attraverso le descrizioni di alcune fonti storiche, disegni preparatori e d’après. Il primo biografo del pittore, Raffaello Borghini, nella sua opera Il Riposo (1584) riporta una scrupolosa descrizione del “quadro grande in tela di colorito gagliardo a olio, dove sono in una barca i marinari che propongono l’enigma a Omero, che è sul lito…”
Secondo lo stesso Borghini, il quadro si trovava nel palazzo del letterato fiorentino Giovanni Battista Deti (1539-1607), collezionista e dilettante d’arte,membro fondatore dell’Accademia della Crusca col soprannome di Sollo. Nel 1677 Giovanni Cinelli ricorda il dipinto nel palazzo di famiglia del senatore fiorentino Carlo Torrigiani (1616-1684) in via Porta Rossa, ma confondendo il soggetto rappresentato con Orfeo. Quindi dell’opera si smarrirono le tracce, fino a oggi, quando è stata rintracciata presso i discendenti di Torrigiani.
L’ENIGMA
La scelta del tema rientra nella fortuna del mito omerico nella seconda metà del Cinquecento. L’episodio è riportato nelle edizioni in greco della Vita Homeri dello Pseudo-Plutarco. Vi si narra che Omero, sedendo su una roccia in riva al mare sull’isola di Ios, vide arrivare una nave di pescatori, ai quali chiese se avessero fatto buona pesca. Gli uomini, che non avevano pescato nulla ed erano intenti a spidocchiarsi, risposero: “Quel che abbiamo preso, lo abbiamo lasciato, quel che non abbiamo preso, lo abbiamo tenuto” (ὅσσ’ ἕλομεν λιπόμεσθ’, / ὅσσ’ ούχ ἔλομεν φερόμεσθα). La risposta all’indovinello riguardava i pidocchi, quelli catturati e gettati in mare e quelli che ancora giravano addosso. Secondo il racconto dello Pseudo-Plutarco, Omero si arrovellò a tal punto sull’indovinello, senza venirne a capo, che ne morì.
LA PRESENTAZIONE
L’opera è stata presentata lo scorso 18 febbraio 2021 nell’Auditorium Vasari del museo da Eike Schmidt, direttore delle Gallerie, da Daniele Benati, professore ordinario di Storia dell’arte moderna e Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Storici Artistici dell’ateneo bolognese; dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e, in collegamento, dall’assessore regionale alla Cultura dell’Emilia Romagna Mauro Felicori. Ha plaudito all’iniziativa ancheIl Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini.
LA PUBBLICAZIONE MONOGRAFICA
Il ritrovamento e l’acquisizione del dipinto rientrano nell’ambito della protezione del patrimonio dalla dispersione, mentre il libro attesta l’attività di ricerca promossa dal museo.
“Il pittore, il poeta e i pidocchi. Bartolomeo Passerotti e l’Omero di Giovan Battista Deti” è il titolo del volume monografico che contiene gli studi approfonditi di un gruppo di specialisti provenienti dall’Università degli Studi di Bologna.
Si trovano saggi di Vera Fortunati, già professore ordinario di Storiadell’arte moderna; Angela Ghirardi, già docente di Storia comparatadell’arte europea in età moderna; Federico Condello, professore ordinario di Filologia classica. A loro, si aggiungono Donatella Fratini, funzionaria della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e curatrice presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi; e Roberto Bellucci, a lungo attivo presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e attualmente membro del Consiglio Scientifico dell’Istituto.
Coordinatrice e figura di raccordo tra le istituzioni museali bolognesi e fiorentine è Marzia Faietti: direttrice del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Pinacoteca Nazionale di Bologna e poi del medesimo istituto presso gli Uffizi; coordinatrice della Divisione Educazione e Ricerca delle Gallerie degli Uffizi e oggi collaboratrice postquiescenziale del museo; docente di Storia del disegno e della grafica presso la Scuola di Specializzazione in Beni Storico-Artistici dell’Ateneo bolognese.
M.F.C.S.
Fonte: Ufficio stampa Gallerie degli Uffizi, 18 febbraio 2021