Quattro opere d’arte rubate in provincia di Lucca, Arezzo e Pisa sono state recuperate dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze e un prezioso dipinto è stato restituito alla Curia di Palermo dai Carabinieri TPC di Napoli. Le indagini si sono svolte anche avvalendosi della Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, la più grande al mondo, gestita dal Comando Carabinieri TPC.
TPC FIRENZE
Le attività investigative del Nucleo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze, con Comandante il Capitano Claudio Mauti, hanno consentito di restituire ai legittimi proprietari quattro preziose opere d’arte dal valore stimato in centomila euro.
Uno stemma araldico del XVIII secolo rubato tra il 2014 ed il 2017 dalla Chiesa della Compagnia di San Michele Arcangelo di Calcinaia (PI) è stato recuperato nel corso di un’indagine avviata nel gennaio del 2018. L’opera, di particolare pregio, raffigura lo stemma della famiglia Del Corso che, nella prima metà del Settecento, finanziò la costruzione dell’altare e della balaustra della chiesa, ed era stata segnalata come esposta all’interno di un’attività commerciale. Un’indagine particolarmente complessa, dato che del furto nessuno si era accorto.
Recuperata una scultura in terracotta raffigurante “Madonna col Bambino”, degli inizi XVI sec., attribuita al Maestro Agnolo di Polo, scultore toscano di scuola verrocchiesca. La scultura era stata asportata il 23 maggio 2004 da una cappella privata di Arezzo. Negli anni, l’opera era stata commercializzata più volte in buona fede, tra appassionati d’arte residenti in Toscana e nel Lazio.
Presso un’abitazione di Salerno sono stati rintracciati due dipinti olio su tela del XVII secolo a forma ottagonale raffiguranti “Giale e Sisara” e “Giuditta e Oloferne”, attribuiti a Pier Dandini, asportati nel 1984 da un’abitazione privata di Lucca.
TPC NAPOLI
L’immagine di Santa Caterina, parte del dipinto Santa Caterina da Siena, rubato il 4 ottobre 2004 dall’Istituto Opera Pia Pignatelli Gulì di Palermo, è stato restituito dal Comandante del Nucleo TPC di Napoli, Maggiore Giampaolo Brasili, al Direttore dell’Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici di Palermo, Don Giuseppe Bucaro. La consegna è avvenuta nella sede della Diocesi di Palermo, alla presenza del Vescovo Metropolita S.E. Mons. Corrado Lorefice.
Le indagini sono state avviate in seguito alla denuncia di furto presentata da un antiquario napoletano, che in realtà aveva adottato questo sistema per tornare in possesso dei beni che egli stesso aveva precedentemente messo in commercio. I militari hanno, inoltre, sequestrato molti beni provenienti da 12 furti diversi, avvenuti in abitazioni private e luoghi di culto di tutta Italia. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati anche 4000 reperti archeologici tra vasi e monete.
M.C.S.
Fonte: Comunicati Stampa Nuclei TPC Firenze e Napoli, 15 e 19 febbraio 2021