Ora è possibile scoprire da remoto i fiori all’occhiello della collezione torinese: le sale dedicate al villaggio di Deir el-Medina e alla tomba di Kha, che custodiscono reperti preziosissimi frutto degli scavi novecenteschi della Missione Archeologica Italiana. Tra modelli 3D e approfondimenti video, il nuovo virtual tour porta nel cuore del Museo Egizio di Torino, che incrementa ulteriormente gli strumenti digitali mettendo in dialogo più piattaforme, spiega il direttore Christian Greco, per raggiungere sempre meglio il pubblico internazionale e accademico così come i semplici appassionati, aggiunge la presidente Evelina Christillin.
A partire da una serie di foto panoramiche a 360 gradi in alta definizione, il tour virtuale ricostruisce gli ambienti dedicati ai reperti provenienti dalla tomba intatta dell’architetto Kha e di sua moglie Merit, e dal villaggio degli artigiani e degli operai di Deir el-Medina. Oltre alla libertà di muovere tra le vetrine, l’utente ha a disposizione una decina di modelli 3D degli oggetti esposti, realizzati tramite fotogrammetria, che consente la vista dei dettagli.
Si entra per la prima volta nella cappella di Maia per osservare da vicino le variopinte pitture e, lungo il percorso, è possibile accedere a ben 18 video di approfondimento, per scoprire le sale e i reperti più importanti guidati dalle parole e dalla voce dei curatori del Dipartimento Collezione e Ricerca. Nel virtual tour si trovano anche foto storiche e contenuti accessibili tramite i database del Museo.
I contenuti video sono disponibili in italiano, inglese, francese e tedesco, così come la navigazione, disponibile anche in arabo.
CONFERENZE
Il programma di conferenze online prosegue con due appuntamenti il 2 e il 9 marzo 2021, alle ore 18. Le conferenze egittologiche vengono trasmessa in diretta streaming sulla pagina Facebook e sul canale Youtube del Museo Egizio.
“Egitto e Africa. Uno sguardo dal Sudan orientale”, a cura di Andrea Manzo, professore ordinario di Antichità nubiane e Archeologia e antichità etiopiche presso l’Università “L’Orientale” di Napoli. Manzo indaga il rapporto con l’entroterra africano che ha caratterizzato tutta la storia faraonica e che, negli ultimi anni, ha conosciuto importanti sviluppi a seguito delle campagne di scavi e dei recenti progetti di ricerca.
“Texts, archaeology and science. Material investigations of the Amarna tablets and other ancient near eastern texts unveiling levantine egyptian interactions” è tenuta da Yuval Goren, professore di archeologia presso l’Università Ben Gurion del Negev dal 2016, e che ha diretto un corso di laurea all’Università di Tel Aviv. Goren focalizza il suo intervento sulle tavolette di Amarna, che fin dalla loro scoperta hanno fornito informazioni significative sulle interazioni politiche e culturali tra l’Egitto e il Vicino Oriente durante il periodo del Nuovo Regno. La conferenza presenta i risultati di un progetto di ricerca in corso, che utilizza gli strumenti scientifici per “decodificare” i segreti di questo e di altri importanti archivi.
M.F.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa, 24 e 26 febbraio 2021
Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino
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