All’interno della viewing room online “Pioneers” di Art Basel 2021, Cardi Gallery presenta le opere di otto maestri italiani del dopoguerra che hanno ricoperto un ruolo significativo nel cambiare il corso dell’arte contemporanea. Attraverso una selezione intitolata Pioneri della terra e dei cieli, la galleria propone otto opere prodotte tra il 1966 e il 2010.

Durante la sua carriera, Mimmo Rotella ha sviluppato nuove tecniche per superare i limiti della pittura. La Diva (1963) è uno dei primi esempi delle sue emulsioni fotografiche, in cui l’artista trasforma la tradizionale tela in una superficie fotografica su cui proiettare immagini ingrandite provenienti da riviste o dal proprio corredo iconografico, che attinge alla cultura pop.  

Anche Alberto Biasi allarga gli orizzonti della pittura attraverso l’assemblaggio di materiali di produzione industriale. Drops in Lewisham (1974) evoca l’immaginario di gocce tremolanti attraverso un processo cinetico virtuale, in cui strisce di PVC e acrilico sono animate dal movimento dello spettatore davanti all’opera.

Michelangelo Pistoletto
Uomo dal cappello giallo e verde, 1973

Questo atteggiamento è esemplificato anche dalla pratica di Michelangelo Pistoletto e dalle sue serie di quadri specchianti come Uomo dal cappello giallo e verde (1973), dove lo spettatore diventa fisicamente parte integrante del dipinto.

Lo specchio funge da ponte tra l’opera d’arte e il mondo del “qui e ora”, lasciando che il quotidiano sconfini nell’opera, in Untitled (1983) di Mario Merz; tale funzione è esaltata da una lancia leggera che trafigge una tela privata del telaio.

Questi artisti abbracciano gli elementi naturali nella loro organicità più povera e più semplice, poi li elevano associandoli a materiali industriali, come fogli di piombo e un sistema di congelamento per Pierpaolo Calzolari in Untitled (Black Salt) del 1986.

Tutti, fanno riferimento al linguaggio pittorico, ma allo stesso tempo se ne allontanano, decostruendo l’Arte Pura attraverso approcci e assemblaggi creativi e singolari.

Alighiero Boetti rinuncia a parte della propria autorialità artistica. Cieli ad Alta Quota, un pezzo del 1988 dell’iconica serie Aerei, illustra l’approccio collaborativo dell’artista nella creazione di opere d’arte, che vede coinvolti colleghi artisti e dilettanti a disegnare i suoi aeroplani sullo sfondo dei cieli d’alta quota.

Alighiero Boetti Cieli Ad Alta Quota, 1988

Mette in discussione i caposaldi dell’Arte Pura, il pezzo da parete del 1980 di Jannis KounellisMensola, che reinventa simultaneamente il linguaggio della scultura classica e della pittura: la tela è stata sostituita da una pesante lastra di ferro con mensole, sulla quale è esposta una piccola collezione di teste in gesso accanto ad alcuni materiali di artisti. 

Un atteggiamento completamente diverso è dimostrato dal silenzioso neo-espressionismo di Untitled (2010) di Mimmo Paladino, che raffigura un colorato tableau a tecnica mista di elementi figurativi, forme geometriche e motivi decorativi, la testa umana rappresentata sia di profilo che frontalmente, una casa stilizzata e il numero 1. Le opere di Paladino sono intrise di misticismo, strettamente legato alla terra e profondamente radicato nella cultura italiana, ma che allo stesso tempo si riferisce all’ultraterreno.

M.C.S.
Fonte: Cardi Gallery 18 marzo 2021
Immagine di apertura: Mimmo Rotella Venere imperiale, 1966, Signed on the lower left on recto: “Rotella/66”, Artypo on canvas

www.cardigallery.com
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