La mostra invita a rivivere i rivoluzionari e folli anni ’20 attraverso più di 300 oggetti che rappresentano le più importanti discipline artistiche del tempo, dalla pittura, scultura e disegno, alla fotografia, film, collage, architettura, moda e design di mobili. Gli anni ’20 furono un decennio di progresso, di esplosione di creatività e libertà in tutte le sfere dell’arte e nello stile di vita. Il trauma vissuto nel mondo a causa della prima guerra mondiale e della pandemia che seguì nel 1918 risvegliò una forte sete di vita nelle persone, del tutto paragonabile ai presagi di cambiamenti cui assistiamo oggigiorno, dettati dal Covid-19.

“The roaring Twenties” si basa sulla pionieristica collaborazione tra il Guggenheim Museum Bilbao e il famoso drammaturgo e regista lirico Calixto Bieito, che ha progettato il percorso espositivo per favorire un dialogo arricchente tra le “fine arts” e le arti dello spettacolo. Attualmente direttore artistico del Teatro Arriaga di Bilbao e direttore residente del Theater Basel, oltre a vantare una vivace carriera internazionale durante la quale ha diretto registicamente più di 80 opere e titoli teatrali, Bieito possiede un’approfondita conoscenza di questo periodo storico. Così, ha potuto imprimere all’allestimento una concezione teatrale, riguardo quella epoca intellettuale ed emozionante.

Grethe Jürgens
Hair Salon Mannequins (Frisierpuppen)1927
Private collection
© Sprengel Museum Hannover, Vermächtnis Grethe Jürgens

In breve, questa mostra non cerca una ricostruzione nostalgica, ma si prefigge di rendere palpabili le nostre origini culturali, la nostra memoria ed evidenziare come le diverse fasi della storia siano al contempo simili e diverse.

Il percorso, suddiviso in sette capitoli narrativi, presenta ai visitatori città europee come Berlino, Parigi, Vienna e Zurigo, dove stavano avvenendo importanti cambiamenti e progressi in vari ambiti, molti dei quali possono ancora essere avvertiti oggi. Con una prospettiva insolita, The roaring Twenties riflette lo scambio tra diversi movimenti progressisti come il Bauhaus, il dadaismo, e la Nuova Oggettività e include icone del design dell’architettura che rivelano la diversità formale che caratterizzò quegli anni di trasformazione.

Questa mostra va oltre i cliché sugli anni ’20, esplorando quali momenti estetici dell’epoca fossero così influenti da essere ancora in atto nel nostro presente, come nelle opere di artisti contemporanei che usano esplicitamente il linguaggio formale e i temi di allora.

Max Ernst
Untitled, ca.1920 Collection
Gift, Erna and Curt Burgauer, 1980
© Max Ernst, VEGAP, Bilbao, 2021

Spiega Petra Joos del Guggenheim Museum, curatrice assieme a Cathérine Hug, del Kunsthaus Zürich: «Gli anni ’20 sono stati testimoni di un’esplosione di creatività, libertà erotica, impulsi sessuali e femminismo, ma anche traumi, lotte e un’economia sfrenata e spietata. Tutto questo è riflesso nel progetto di Calixto Bieito, il quale lancia una sfida o un invito a “sfruttare l’esperienza” per fidarsi della nostra libertà creativa e non ricadere negli errori che inghiottirono il mondo in una delle sue più grandi catastrofi. Possano gli anni 2020 non trasformarsi in un Infinite Jest».

APPROFONDIMENTI E DIDATTICA ANCHE ONLINE
Il Museo progetta spazi didattici, contenuti online e attività speciali che completano ogni mostra, fornendo strumenti e risorse per aiutare gli spettatori ad apprezzare le opere esposte. Lo spazio ideato per questa occasione offre informazioni su argomenti e discipline che ebbero inizio negli anni ‘20 e che durano ancora oggi, come le neuroscienze, la psichiatria, la psicologia e lo sviluppo degli studi anatomici.

Ernest Neuschul
Takka-Takka Dances (Takka-Takka tanzt), 1926 Private collection© Nachlass Ernest Neuschul

Comprende anche temi come la percezione del corpo umano e il femminismo all’inizio del XX secolo, che erano abbastanza comuni nei circoli intellettuali di Berlino, Parigi, Vienna e Zurigo, così come le discipline di danza, musica, teatro, circo e letteratura. Il regista Fritz Lang, la ballerina Josephine Baker e la rivoluzione creativa che ha raggiunto il teatro moderno attraverso Max Reinhardt sono solo alcuni degli aspetti chiave compresi nello spazio didattico della mostra.

ATTIVITÀ COLLATERALI
Le curatrici Cathérine Hug del Kunsthaus Zürich e Petra Joos dal Museo Guggenheim di Bilbao affrontano gli aspetti chiave della mostra con Calixto Bieito, che ha curato l’allestimento espositivo, il 5 maggio, in presenza e in streaming. Si aggiungono tour guidati e conferenze.
La mostra è accompagnata da un catalogo.

M.F.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa, 25 marzo 2021
Immagine di apertura: Christian Schad Maika, 1929, Collezione privata © Christian Schad Stiftung, Aschaffenburg, VEGAP, Bilbao, 2021

THE ROARING TWENTIES
7 maggio al 19 settembre 2021

www.guggenheim-bilbao.eus