Raccontare l’anima di Pompei, restituire una dimensione umana agli interni delle domus, rispettando la loro esistenza come spazi attuali, senza gli antichi abitanti, e restituire agli scavi – non solo luogo archeologico – la dimensione originaria di spazio esistenziale, progettato e costruito per la società del tempo. “Interno Pompeiano e Archivio dello Spazio” è il nome della duplice ricerca artistico-fotografica che sarà realizzata da Luigi Spina all’interno degli scavi di Pompei, in due fasi. L’una, attraverso fotografie in bianconero, con le sequenze delle vie e le visioni prospettiche delle case pompeiane; l’altra, che introduce il colore nella rappresentazione degli interni degli edifici pompeiani.

M.Lucrezio Frontone Regio V Insula 4 ©luigispina

Le foto costituiranno un nuovo patrimonio visivo per il Parco e il sito di Pompei e potranno essere oggetto di una mostra fotografica, per presentare l’immagine più intima e profonda dell’antica città. Inoltre andranno a incrementare il progetto dedicato alle arti contemporanee Pompeii Commitment. Materie archeologiche (vedi nota DeArtes qui)

L’autore si affiderà alla mutevolezza della luce e alle declinazioni del tempo. Gli ambienti delle domus saranno colti nella loro luce naturale quotidiana, senza aggiunta di artifici, grazie anche al sostegno tecnico di un celebre marchio che ha messo a disposizione del fotografo una delle sue ammiraglie: l’Hasseblad H6D 100 C.
Le Regiones saranno indagate in modo da restituire all’osservatore l’immensità e la diversità dei luoghi pompeiani. Emergerà una nuova visione urbana, fatta di sequenze di interni che saranno interrotti da vedute della rete viaria, degli incroci, del Foro.



M.Lucrezio Frontone Regio V Insula 4 ©luigispina

Interno Pompeiano si completerà con Archivio dello Spazio, che indagherà con maggior attenzione le domus mostrandone il tessuto costruttivo e decorativo. Dalle Regiones, alle Insulae fino alle abitazioni, colte nella loro esistenza contemporanea.

«Pompei è la città delle mutazioni, dei cambiamenti.  È il fattore temporale, lo scorrere degli anni, che ne restituisce una diversa visione – sottolinea il Direttore uscente del Parco archeologico di Pompei, Massimo Osanna, promotore del progetto. Dalla metà del Settecento, disegnatori, pittori, filosofi, poeti, letterati, viaggiatori e poi i fotografi hanno subito il fascino della città sepolta. Hanno percepito la dimensione della catastrofe storica e umana.

Il duplice progetto fotografico di Luigi Spina è una ricerca autoriale, mai prima tentata, per le ovvie finalità scientifiche…. Il termine “enciclopedico” è la parola che più riesce a dare il senso della dimensione dell’antica città e in questo caso al lavoro di Spina».

M.F.C.S.
Fonte: Ufficio stampa Parco Archeologico di Pompei, 2 aprile 2021
Immagine di apertura:
casa dell’efebo Regio I Insula 7 civico 10 ©luigispina

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Via dell’Abbondanza ©luigispina