Immaginare futuri possibili richiede di trovare nuovi modi per rappresentare spazialmente diverse attività non umane, perché possano avere voce in capitolo. In occasione della Giornata della Terra, La Biennale di Venezia ha presentato “Future Assembly”, mostra collettiva all’interno della 17. Mostra Internazionale di Architettura (vedi approfondimento DeArtes qui) nata dalla collaborazione tra lo Studio Other Spaces (SOS) e sei co-designer che affermano: riteniamo che i nostri immaginari futuri debbano includere il sovraumano, ciò che al contempo include e trascende l’umanità.

In seguito all’appello del curatore della Biennale Architettura 2021, Hashim Sarkis, di immaginare uno spazio al centro della mostra dove potessero incontrarsi tutti i partecipanti, Studio Other Spaces e i co-designer del progetto hanno proposto un contributo multilaterale allestito nel Padiglione Centrale ai Giardini.
Future Assembly conferma il potere dell’immaginario collettivo e il ruolo vitale dell’architettura nel visualizzare e rendere possibile un futuro più inclusivo, spiega Hashim Sarkis.

SOS invita a riflettere su una domanda che trae la propria ispirazione dalle Nazioni Unite: Che aspetto potrebbe avere un’assemblea multilaterale del futuro? Gli ideatori del progetto hanno invitato tutti i partecipanti della Biennale Architettura 2021 a immaginare e scegliere uno stakeholder sovraumano, che ritengono meriti di essere rappresentato all’interno della Future Assembly.

Giardini 2019, Photo Andrea Avezzu

Le pareti del mezzanino del Padiglione Centrale tracciano una collezione vivente, composta dai tentativi degli esseri umani di riconoscere e garantire i diritti della natura durante i 75 anni di storia dello Statuto delle Nazioni Unite. Questo allestimento vuole quindi provocare la domanda: Come saranno i prossimi 75 anni?

Rappresentato dai suoi fondatori, l’artista Olafur Eliasson e l’architetto Sebastian Behmann, Studio Other Spaces (SOS) collabora appositamente per questa occasione con Caroline Jones, docente di Storia dell’Arte; Hadeel Ibrahim, attivista; Kumi Naidoo, ambasciatore di Africans Rising for Justice, Peace and Dignity; Mariana Mazzucato, docente e direttore fondatore dell’Institute for Innovation and Public Purpose presso lo University College di Londra; Mary Robinson, presidente The Elders e professore associato di Giustizia climatica presso il Trinity College di Dublino; Paola Antonelli,senior curator di Architettura e Design presso il Museum of Modern Art di New York.

M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Biennale Architettura, 22 aprile 2021

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