Quanti gli fecero da modello ebbero a dire che farsi ritrarre da lui era come “farsi spogliare l’anima”. Sono da poco trascorsi cent’anni dalla scomparsa di Amedeo Modigliani che, appena trentacinquenne, si spegneva a Parigi con la mente in preda al delirio, dopo una vita breve ma bruciante e artisticamente compiuta. L’esposizione di sei opere, grazie alla collaborazione col Musée de Grenoble, permette di analizzare il rapporto fra disegno e pittura e di cogliere i principali riferimenti culturali nel suo lavoro di ritrattista.

Alla Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo, presso Parma, sono esposti il celebre dipinto del 1917 Femme au col blanc, raffigurante Lunia Czechowska, la modella preferita, moglie dell’amico d’infanzia di Léopold Zborowski, mercante d’arte e mecenate di Modigliani, e cinque ritratti a matita di personaggi della capitale francese degli anni Dieci, dove egli fu al centro della scena artistica, al tempo all’avanguardia internazionale.

Amedeo Modigliani, Portrait d’homme, circa 1915

Inquieto, sempre in bilico tra genio e sregolatezza, un dandy moderno e un raffinato artefice del proprio tragico destino, perfetto stereotipo dell’artista maledetto, Modigliani, oltre che grande pittore, fu eccellente disegnatore. Il suo talento introspettivo gli permetteva di portare a espressione le qualità più intime della persona, trasformando ogni singolo ritratto in una sorta di specchio interiore.

Nella poetica pittorica di Modigliani (Livorno 1884 – Parigi 1920) il ritratto rappresenta l’unico veicolo d’espressione possibile del furore creativo dell’artista e il vitale strumento di esternazione dell’ansia, profondamente umana, d’intrecciare uno scambio relazionale con altri esseri. 

Amedeo Modigliani, Portrait de Gillet, circa 1917-1919

Partendo da una profonda fascinazione per l’essenzialità stilistica della tradizione trecentesca e quattrocentesca senese, per le qualità plastiche della scultura e per la stilizzazione del tratto grafico, Modigliani elabora una concezione assolutamente originale del ritratto, tenendo conto anche dell’insegnamento di Paul Cézanne e delle maschere africane. Per sottolineare queste influenze, importanti esempi della pittura senese e cézanniana vengono accostati in mostra ai lavori di Modigliani, assieme a maschere tribali della Costa d’Avorio.

Un’ampia visione della scena artistica del tempo è offerta dai capolavori dell’arte francese del periodo in cui Modigliani visse e operò, appartenenti alle raccolte della Fondazione Magnani-Rocca: oltre a Cézanne, anche Renoir, Monet, Matisse e Braque, come pure l’italiano Severini, che in quegli anni viveva a Parigi.
Catalogo Silvana Editoriale.

M.C.S.
Fonte: Studio Esseci, 14 aprile 2021
Immagine di apertura: Amedeo Modigliani, Femme au col blanc, 1917

MODIGLIANI. Opere dal Musée de Grenoble
30 aprile 2021 – 18 luglio 2021

Fondazione Magnani-Rocca,
via Fondazione Magnani Rocca 4,
Mamiano di Traversetolo (Parma).
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