La prima grande retrospettiva museale dedicata a Regina Cassolo Bracchi, in arte Regina, una delle figure più affascinanti, innovative e ancora oggi meno note del panorama artistico europeo del Novecento. All’interno di un percorso che abbraccia 50 anni di attività, la mostra raccoglie 250 opere tra sculture, mobiles, disegni, cartamodelli e taccuini. L’esposizione nasce dall’acquisizione da parte della GAMeC e del Centre Pompidou di Parigi di un importante nucleo di opere dell’artista, e mira ad analizzare, dagli esordi negli anni Venti fino ai primi anni Settanta, la riflessione formale di una personalità unica, rimasta a torto ai margini della storia e riscoperta adesso quale figura complessa, sperimentatrice, versatile e poetica.
Il museo parigino dedicherà un’attenzione particolare alla ricerca dell’artista, nella mostra Women in abstraction, a cura di Christine Macel e Karolina Lewandowska (5 maggio – 23 agosto2021).
Originaria di Mede Lomellina, figlia di un macellaio e orfana in giovane età, Regina (21 maggio1894 – 14 settembre 1974) è stata la prima donna dell’avanguardia italiana a dedicarsi interamente alla scultura, di cui ha riletto i linguaggi in direzione audace esperimentale. Alluminio, filo di ferro, latta, stagno, carta vetrata sono stati i mezzi privilegiati di una continua e inesausta indagine compositiva ed espressiva che ha abbracciato inizialmente i modi del Futurismo (firma nel 1934 il Manifesto tecnico dell’aeroplastica futurista) e poi quelli del MAC, il Movimento arte concreta (1948), a cui Regina si avvicina nel 1951 grazie a Bruno Munari.
La leggerezza dei materiali, il dinamismo delle forme, un linguaggio fatto di sintesi geometrica e astrazioni liriche, animano il suo lavoro, accanto a una pratica quotidiana, volitiva e rigorosa.
Grazie ai prestiti della Collezione-Archivio Gaetano e Zoe Fermani, di altri privati e del Museo di Mede Lomellina, il viaggio – a cura di Chiara Gatti e Lorenzo Giusti – prende avvio dai primi ritratti realisti, di sapore Novecentesco, e gli studi sintetici degli animali. Si passa agli anni di adesione al Futurismo, durante i quali Regina partecipa a tutte le Biennali di Venezia e alle Quadriennali romane, caratterizzati da opere in cui memorie di un mondo meccanico alla Depero si mescolano con le compenetrazioni spaziali di Archipenko e dove l’alluminio piegato libera le forme dai vincoli dei volumi della scultura tradizionale.
La sezione dedicata ai disegni dei fiori di campo e ai gessi degli anni Quaranta mostra una sequenza fiabesca e allo stesso tempo scientifica di studi sulla vegetazione spontanea, ritratta su centinaia di fogli sparsi. La stagione del MAC allinea cerchi, ellissi, giochi di triangoli o losanghe issati con grazia ed equilibrio in composizioni mobili, vibranti, spesso realizzate in Plexiglas. Le suggestioni spaziali diffuse nella Milano degli anni Cinquanta si rivelano in opere che tradiscono il miraggio della corsa alla luna, sintetizzato da Regina in traiettorie di segni nel vuoto, combinazione ideale fra le linee-forza di matrice futurista e lo spazialismo di Fontana.
Monografia pubblicata da GAMeC Books ed Éditions du Centre Pompidou.
M.C.S.
Fonte: Facco P&C, 24 aprile 2021
Immagine di apertura: Danzatrice, 1930,
Collezione Archivio Gaetano e Zoe Fermani
Foto: Alessandro Saletta e Piercarlo Quecchia-DSL Studio
REGINA. DELLA SCULTURA
28 Aprile – 29 agosto 2021 (Prorogata al 19 settembre)
GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
Via San Tomaso, 53, 24121 Bergamo
Info: Tel. +39 035 270272
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