Un ricco percorso dedicato al tema del corpo e ai mutamenti della nostra percezione di esso, in particolare nelle situazioni di crisi o nelle più significative fasi di trasformazione della storia sociale. La scultura e la grafica di Michelangelo Buonarroti hanno ispirato molti artisti del Novecento italiano, tra i quali Adolfo De Carolis. Un suo cartone dedicato al lavoro delle miniere e caratterizzato, nell’enfatica raffigurazione dei vigorosi corpi degli scavatori, da inflessioni michelangiolesche, diffuse all’epoca in Italia attraverso la lezione di Auguste Rodin, apre alla Wolfsoniana l’esposizione intitolata “Motivi iconografici del Novecento alla Collezione Wolfson”, collaterale alla mostra “Michelangelo. Divino artista” in corso a Palazzo Ducale (vedi approfondimento DeArtes qui).
Lavoro, donna, propaganda: la mostra ruota intorno a tre declinazioni del tema del corpo. Il corpo del lavoro e la contrapposizione tra una visione simbolica e celebrativa e una rappresentazione più realistica dello sforzo fisico e delle dure condizioni dei lavoratori.
Se queste ultime sono incarnate dalla dolente figura del contadino dipinto da Ugo Martelli, la rappresentazione allegorica del tema si rivela espressione di quel mito del progresso che, ai primi del Novecento, si venne affermando all’interno del passaggio dalla produzione manuale a quella meccanico-industriale: un motivo esemplificato dal manifesto di Plinio Nomellini per il quotidiano socialista “Il Lavoro” o dalla scultura Donna con turbina di Alberto Giacomasso.
Altrettanto articolata appare, negli stessi anni, l’immagine del corpo della donna, protagonista di un processo di emancipazione determinante per la trasformazione del suo ruolo sociale, e che fu oggetto di una contrapposta raffigurazione, tra retaggi della tradizione e dirompenti trasformazioni imposte dalla modernità. La centralità del ruolo della donna come madre è evidenziata nel gruppo scultoreo di Raffaello Consortini (1934), mentre l’immagine di una donna moderna, emancipata e sofisticata, si ritrova soprattutto nella grafica pubblicitaria e di promozione turistica, come documentato dai manifesti di Filippo Romoli.
Il tema del corpo è stato centrale nei messaggi della persuasione politica, a partire dalla esaltazione dell’eroe e del martire che si sviluppò a sostegno dello sforzo bellico durante le fasi cruciali della Grande Guerra, stabilizzandosi al termine del conflitto con la creazione di un culto della vittoria impregnato di retorica. Un’ottica celebrativa testimoniata dal bozzetto per il Sarcofago dei Martiri di Mario Palanti destinato alla cappella dei caduti del Palazzo del Littorio di Roma (1934).
Predominante in questo ambito fu anche l’esaltazione del corpo della gioventù, simbolico emblema dell’uomo “nuovo” fascista, vigoroso e audace esponente di una nazione aggressiva e costantemente pronta alla battaglia. Espressione di solidità e di condivisi valori tradizionali – patria, lavoro e famiglia – da contrapporre al nemico.
M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Palazzo Ducale, 23 aprile 2021
Immagini tratte dal sito Genova more than this
Immagine di apertura: Giorgio Matteo Aicardi
MOTIVI ICONOGRAFICI DEL NOVECENTO ALLA COLLEZIONE WOLFSON
29 Aprile ~ 26 Settembre 2021
(prorogata fino al 9 gennaio 2022)
Wolfsoniana
Musei di Nervi
via Serra Gropallo 4,
16167 Genova Nervi
Ingresso su prenotazione:
Tel. 010 3231329
biglietteriawolfsoniana@comune.genova.it
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